BNP Paribas, trimestre in chiaroscuro. Bene l’italiana BNL

I risultati del terzo trimestre della banca francese hanno deluso le aspettative degli analisti con un utile netto di 3,04 miliardi di euro

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Redazione

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Il colosso bancario francese BNP Paribas ha deluso le aspettative degli analisti nel terzo trimestre 2025 a causa del clima di cautela tra i principali clienti aziendali e di maggiori accantonamenti per crediti in sofferenza, ma ha fatto passi avanti nell’integrazione di AXA IM, un’acquisizione che gli consente di creare un leader nell’asset management che si posiziona come n° 3 tra gli asset manager europei, con oltre 1.600 miliardi di euro di patrimonio gestito.

Guardando alle voci più importanti del conto economico, BNP ha registrato un utile netto di 3,04 miliardi di euro per il periodo luglio-settembre, in aumento del 6,1% rispetto all’anno precedente, ma al di sotto della media di 3,09 miliardi di euro stimata da 16 analisti in un consensus fornito dalla società. I ricavi sono aumentati del 5,3% a 12,6 miliardi di euro, mancando la stima media di 12,8 miliardi di euro.

Le principali divisioni

Il margine di intermediazione di Corporate & Institutional Banking (CIB) aumenta del 4,5%/3T24, con un trimestre record che riflette la forza del nostro modello Originate & Distribute. I ricavi di Global Banking sono in calo (-2,6%/3T24 per le attività ponderate per il rischio, in diminuzione di -11,5%/3T24) ma resistono, in un contesto più difficile rispetto all’anno scorso. Global Markets registra una crescita significativa, di +9,4%/3T24, nonostante un effetto di cambio sfavorevole. Equity & Prime Services mette a segno un considerevole aumento, di +17,9%/3T24, trainata dai tre segmenti dei Derivati, Cash e Prime Services e FICC registra una crescita di +3,7%/3T24 grazie alle attività di prestito titoli e al buon livello dell’attività di credito. Securities Services cresce (+5,0%), trainata da un livello elevato di transazioni.

Il margine di intermediazione di Investment & Protection Services (IPS) cresce del +27,5%, sostenuto dall’integrazione di AXA IM e dalla crescita organica dell’Assicurazione e di Wealth Management. A partire da questo trimestre, esso contabilizza il margine di intermediazione di AXA IM, che in questo trimestre ammonta a 367 milioni di euro. I ricavi dell’Assicurazione (+7,7%/3T24) e di Wealth Management (+10,4%/3T24) sono in aumento, sostenuti da una raccolta di buon livello.

Costo del rischio e accantonamenti

Nel 3T25, il costo del rischio del Gruppo si attesta a 905 milioni di euro (729 milioni di euro nel 3T24), pari a 39 punti base in rapporto agli impieghi alla clientela. Il costo del rischio di Global Markets è in crescita, “a causa di un dossier specifico nel trimestre”, si legge nella nota sui conti.

Nel 3T25, gli accantonamenti netti sui crediti deteriorati (livello 3) sono stati pari a 1.064 milioni di euro (946 milioni di euro nel 3T24).

Il contributo di AXA IM

Il terzo trimestre è stato marcato dal primo contributo di AXA IM ai risultati del Gruppo. Dal punto di vista finanziario, le sinergie di ricavi e costi sono stimate in 550 milioni di euro ante imposte per il 2029. Su questa base, l’obiettivo iniziale per il ritorno sull’investimento previsto è rivisto al rialzo al 18% nel 2028 e al 22% nel 2029 (rispetto a un obiettivo iniziale del 14% nel 2028 e del 20% nel 2029). Le sinergie di costi consentiranno di implementare una piattaforma industriale ad alte prestazioni. Tali sinergie sono stimate in 400 milioni di euro ante imposte, due terzi dei quali entro il 2027, e rappresentano circa il 18% della base di costi combinata. Le sinergie in termini di ricavi si basano sul modello integrato del Gruppo e permetteranno di accelerare la crescita della nuova piattaforma. Il loro importo stimato è di 150 milioni di euro ante imposte, di cui il 50% entro il 2027.

costi di integrazione sono stimati in 690 milioni di euro e l’ammortamento annuale della partnership in 100 milioni di euro. L’impatto sul CET1 ratio è di 35 punti base. Nel complesso, l’integrazione di AXA IM dovrebbe contribuire al ROTE del Gruppo per oltre 50 punti base a partire dal 2028.

Il commento del CEO

“Nel 3° trimestre, il Gruppo ha ottenuto buone performance operative in tutte le sue tre divisioni”

ha commentato il CEO Jean-Laurent Bonnafé.

“La struttura finanziaria è molto solida, con un CET1 ratio del 12,5% e una generazione organica di capitale di 30 punti base. I nostri risultati sono in linea con il nostro obiettivo di utile netto per il 2025 superiore a 12,2 miliardi di euro e con la nostra traiettoria di crescita per il 2026. Questo trimestre è caratterizzato dall’integrazione di AXA IM, che costituisce un fattore di trasformazione strategica per il Gruppo e ci consente di diventare leader nel settore dell’asset management”.

La performance di BNL

I depositi di Banca Nazionale del Lavoro (BNL), la controllata italiana del gruppo, sono in crescita nel terzo trimestre del 2025 (+0,3%/3T24), in particolare al livello delle imprese e dei clienti del Private Banking, parzialmente compensati dalla flessione nella clientela individuale. Gli impieghi sono in aumento (+0,8%/3T24). Il trimestre

“è caratterizzato una buona tenuta dei crediti alle imprese, parzialmente compensata dalla flessione del credito residenziale, per effetto di un approccio selettivo nella concessione dei mutui”

evidenzia la società.

La raccolta indiretta aumenta del +5,6% rispetto al 30/09/2024, trainata dalla clientela del Private Banking (su tutti i prodotti), dai fondi comuni e dalla raccolta amministrata. La raccolta netta del Private Banking si attesta a 0,8 miliardi di euro nel 3T25 (+2,8 miliardi di euro nei 9M25). Il margine di intermediazione, pari a 686 milioni di euro, è in rialzo del +0,3%/3T24. I costi operativi, pari a 411 milioni di euro, sono in calo (-1,6%/3T24), grazie alle misure di riduzione strutturale degli oneri. L’effetto forbice è positivo (+1,9 punti). Il risultato lordo di gestione ammonta a 274 milioni di euro (+3,2%/3T24).

Con 57 milioni di euro, il costo del rischio è in calo e si attesta a 31 punti base in rapporto agli impieghi alla clientela, a conferma del miglioramento continuo del profilo di rischio. Di conseguenza, dopo l’attribuzione di un terzo dei risultati del Private Banking alla linea di business Wealth Management (divisione IPS), BNL genera un utile ante imposte di 309 milioni di euro, in considerevole aumento (+45,0%/3T24, al netto dell’impatto della rivalutazione delle partecipazioni azionarie), per effetto della crescita del risultato operativo.