La Bce si prepara ad un altro taglio dei tassi di interesse: domani il Consiglio direttivo dovrebbe annunciare una nuova riduzione di 25 punti base come largamente atteso. Un intervento che risponde al rapido deterioramento della situazione economica dell’Eurozona, confermato dagli ultimi dati del Pmi manifatturiero, che dipingono un quadro chiaramente recessivo.
Gli ultimi dati del manifatturiero
L’ultima indagine del Pmi manifatturiero nell’Eurozona ha segnalato che l’indice di fiducia dei direttori acquisto è crollato ancora a settembre 2024, attestandosi a 45 punti dai 45,8 precedenti, leggermente meglio dei 44,8 punti della stima preliminare. L’indicatore dello stato di salute del settore manifatturiero si conferma però ancora al di sotto della soglia dei 50 punti, che fa da spartiacque fra recessione ed espansione.
Si tratta di un “forte e accelerato peggioramento dello stato di salute delle aziende manifatturiere della zona euro. In particolare, l’indice principale è diminuito al livello minimo dell’anno in corso raggiungendo un valore inferiore alla media di contrazione degli ultimi 27 mesi“, spiega S&P Global che cura l’indagine sui direttori acquisto della Zona Euro. L’indagine ha evidenziato inoltre che la produzione del manifatturiero dell’eurozona è crollata al tasso maggiore sinora registrato nel 2024.
Inflazione spedita verso target Bce
L’ultimo bollettino mensile dell’Eurotower ha confermato che, sul fronte dei prezzi, lo scenario rimane quello di una “continua tendenza disinflazionistica, che procede a ritmo sostenuto e più o meno in linea con quanto previsto”. La Bce dunque procederà con un “approccio graduale” di aggiustamento dei tassi in sintonia con il ritmo della disinflazione in atto.
“Sulla base della valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, delle dinamiche dell’inflazione di fondo e della forza della trasmissione della politica monetaria – si legge nei verbali – è opportuno compiere un ulteriore passo avanti per moderare il grado di restrizione della politica monetaria”. Dai verbali emerge che i banchieri nutrono fiducia “in un tempestivo ritorno dell’inflazione al target” e che “un approccio graduale volto a ridurre le restrizioni sarà opportuno se i dati in arrivo saranno in linea con la proiezione di base”.
Un altro taglio necessario
“Un taglio dei tassi è molto probabile e non sarà l’ultimo”, ha confermato di recente il governatore della Banque de France e componente del governing council della BCE, Francois Villeroy de Galhau, aggiungendo che “il ritmo successivo” degli eventuali tagli “dipenderà semplicemente dall’evoluzione della lotta contro l’inflazione” che, a suo avviso, si manterrà attorno al 2% in Francia all’inizio del prossimo anno e in Europa nel corso del 2025.
Anche un altro membro del comitato esecutivo, Frank Elderson, ha parlato di un’economia della Zona Euro più debole del previsto ed ha suggerito la possibilità di nuovi interventi. “Diversi indicatori recenti – ha spiegato il banchiere – suggeriscono che i rischi al ribasso per la crescita economica si stanno già concretizzando. Quindi dovremo valutare attentamente se ciò avrà implicazioni per le nostre previsioni di inflazione”.
Cosa ne pensano gli analisti
Generali Investment propende per un taglio dei tassi di 25 punti da parte della Bce. “Dopo diversi dati macroeconomici deludenti, i membri del Consiglio direttivo sono diventati più accomodanti nei loro commenti pubblici, alimentando così le aspettative che la politica monetaria diventi nuovamente meno restrittiva nella prossima riunione del 17 ottobre”, spiega Martin Wolburg, senior economist di Generali Investments, aggiungendo “una probabile maggiore enfasi sui rischi di crescita e minori preoccupazioni sui rischi di inflazione dovrebbero sostenere le aspettative di tagli graduali dei tassi nelle prossime riunioni“.
Pictet WM propende per una “accelerazione” dell’allentamento delle condizioni di finanziamento e ritiene che la BCE possa “anticipare la convergenza verso la neutralità (che riteniamo sia intorno al 2%), effettuando tagli da 25 punti base ad ogni riunione da oggi fino a giugno 2025” per un totale di 100 punti nel primo semestre del prossimo anno. Per gli esperti di Pictet c’è “il rischio che la Bce sia costretta a ridurre i tassi ancora più velocemente di quanto attualmente previsto, addirittura portando il tasso sui depositi al di sotto del suo livello neutrale”.
PIMCO conviene che un taglio dei tassi di 25 punti ad ottobre sia “ragionevole” e che “un altro taglio dei tassi a dicembre sembra probabile”, così come la valutazione di un tasso terminale di circa il 2% per la seconda metà del prossimo anno “rimane coerente” con le stime sul tasso neutrale per l’area euro.
Cosa accadrà a chi ha un mutuo?
Il taglio della Bce, tramite il riallineamento degli Euribor, avrà immediati riflessi sulle rate dei mutui. Secondo i calcoli di Facile.it, “nei prossimi mesi la rata di un mutuo variabile standard calerebbe di circa 18 euro“.
“Ad oggi, grazie ai tagli fatti dalla Bce nel 2024 – si sottolinea – il calo per un mutuo standard è stato di poco superiore ai 36 euro, ma la buona notizia è che gli indici dovrebbero continuare a diminuire anche nei prossimi mesi” e quindi “le rate potrebbero scendere di circa 95 euro entro la fine del prossimo anno“.