E’ tempo di trimestrali in USA, dove la stagione, come da tradizione, è stata inaugurata da alcuni pesi massimi del settore bancario. Fra i primi a rilasciare i conti del 2° trimestre vi sono nomi del calibro di Jp Morgan, Citigrop e la big dei mutui Well Fargo. Ad inizio settimana prossima sarà la volta di Goldman Sachs, BlackRock, Bank of America e Morgan Stanley. Ma come sono andati i primi risultati?
Jp Morgan vola con contributo Visa
JP Morgan Chase, prima banca USA con 3,5 trilioni di asset in gestione, ha sorpreso positivamente gli analisti con risultati migliori delle aspettative. Il secondo trimestre si è chiuso con un notevole incremento degli utili a 18,15 miliardi di dollari, pari a 6,12 dollari per azione, in aumento del 25% rispetto ai 14,47 miliardi di dollari, (4,75 dollari per azione), dello stesso periodo dell’anno precedente. L’utile rettificato è stato pari a 4,40 dollari per azione. Le stime degli analisti erano decisamente più basse per un EPS di 4,19 dollari.
Un risultato ottenuto grazie alla solida performance dell’investment banking e da una plusvalenza contabile di 8 miliardi di dollari legata a uno scambio di azioni con Visa.
I ricavi hanno raggiunto i 50,2 miliardi di dollari, con un incremento del 22% rispetto ai 41,3 miliardi di dollari registrati nello stesso trimestre dell’anno scorso e contro i 42,3 miliardi stimati dal consensus.
Citigroup frenata dalla view sui costi
Batte le attese anche Citigroup, che chiude il secondo trimestre con un utile netto in aumento del 10% a 3,2 miliardi di dollari, pari a 1,52 dollari per azione, che superano gli 1,39 USD stimati dagli analisti.
I ricavi sono saliti del 4% a 20,1 miliardi di dollari, superando il consensus di 20,07 miliardi. I ricavi della divisione banca di investimento sono saliti del 60%.
Nonostante i buoni risultati, Citigoup non ha fatto bene a Wall Street, dopo che la banca ha avvertito che quest’anno potrebbe veder aumentare i costi attorno a 53,5.53,8 miliardi.
Wells Fargo sconta l’impatto dei tassi sul funding
Wells Fargo, la big dei mutui e terza banca USA a pari merito con Citigroup con 1,7 trilioni di asset in gestione, ha chiuso i conti del secondo trimestre con un utile in calo dell’1% a 4,91 miliardi di dollari. L’EPS si è attestato a 1,33 dollari, battendo le attese del mercato di 4 cents.
I ricavi risultano complessivamente in rialzo dell’1% a 20,7 miliardi, superando il consensus pari a 20,3 miliardi, ma la banca specializzata in prestiti per il mercato immobiliare, ha registrato un calo del margine d’interesse del 9% a a 11,92 miliardi, deludendo attese (12,12 miliardi). Una diminuzione da attribuire ai maggiori interessi passivi pagati dalla banca per finanziarsi.
Le attese per la prossima settimana
Ad inizio della prossima settimana arriveranno anche i numeri di altre big statunitensi. Per Goldman Sachs si prevede un EPS di 8,57 dollari, pari ad un incremento del 178% rispetto ai 3,08 dollari dell’anno precedente, un periuodo che scontava un’ampia volatilità dei mercati ed una debolezza generalizzata dell’azionario.
Per Bank of America si attende un EPS di 0,79 dollari per azione, che evidenzia un calo del 10% su anno, mentre i ricavi dovrebbero attestarsi a 25,24 miliardi di dollari, sostanzialmente stabili (+0,2%) rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso.
Quanto a Morgan Stanley, dovrebbe riportare un utile per azione di 1,63 dollari, in aumento del 31,5% rispetto a 1,24 dollari per azione di un anno fa. La società ha costantemente superato la stima dell’EPS di Wall Street negli ultimi quattro trimestri.