Recessione ed inflazione mettono in ginocchio le famiglie che consumano meno, spendono di più ed erodono i loro risparmi. Un quadro apocalittico per quelle a più basso reddito, che si trovano ormai spinte verso la soglia della povertà, mentre quelle più capienti faticano ad arrivare a fine mese. Un quadro aggravato dall’aumento del costo delle bollette e dalla crescita dei tassi d’interesse.
Cresce il debito della PA
Il deficit nel secondo trimestre è stato pari al -5,4% (-5,7% nello stesso trimestre del 2022), secondo gli ultimi dati Istat, con un saldo primario (indebitamento al netto degli interessi passivi) risultato negativo, con un’incidenza sul Pil pari a -0,8% (-1,1% nel secondo trimestre del 2022) ed un saldo corrente positivo, con un’incidenza sul Pil pari a +0,3% (0,6% nel secondo trimestre del 2022).
Il PIL invece ha registrato un calo dello 0,4% nel secondo trimestre, mentre la crescita tendenziale è stata rivista al ribasso allo 0,3% (era +0,4% nel precedente rapporto).
Secondo Bankitalia, a luglio, il debito pubblico è aumentato ancora (+10,4 miliardi rispetto al mese precedente) risultando pari a 2.858,6 miliardi.
E cresce anche l’indebitamento delle famiglie
A causa del caro vita, le famiglie riescono a risparmiare sempre meno. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stimata al 6,3%, in diminuzione di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, a causa dell’aumento delle spese del vivere quotidiano.
I consumi sono parallelamente cresciuti dello 0,2%, a fronte di un reddito disponibile diminuito dello 0,1%. Il potere d’acquisto delle famiglie inoltre è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente.
“Per far fronte ai consumi e sostenere la spesa le famiglie sono quindi costrette ad intaccare i propri risparmi, una situazione particolarmente critica che incide sul benessere economico degli italiani e ha conseguenze pesanti sui conti nazionali”, denuncia il Codacons.
Bruciati 20 miliardi di risparmi
Anche Confesercenti conferma che le famiglie “intaccano i risparmi per fronteggiare il carovita” e segnala che nei primi 6 mesi di quest’anno la quota di risorse destinata al risparmio è calata di 20 miliardi, mentre in termini di potere d’acquisto si sono persi circa 8 miliardi di euro, pari a oltre 300 euro a famiglia.
In concomitanza con il crescere del debito pubblico, aumenta anche l’indebitamento privato. Al debito pubblico che ogni italiano si accolla – circa 48mila euro a testa, in aumento dai 40mila circa del pre-pandemia – si somma anche una veloce crescita del debito privato delle famiglie consumatrici: nel 2023 dovrebbe arrivare a sfiorare gli 11.500 euro pro-capite, circa 1.300 euro in più rispetto al 2019.
Il mix di perdita del potere d’acquisto, riduzione del risparmio e aumento del peso dei finanziamenti non può che avere un riflesso negativo sia dal punto di vista sociale che economico. In questo contesto – afferma Confesercenti – la tenuta dei consumi nella seconda parte dell’anno non è assicurata e anche le recenti stime della Nadef su un incremento della spesa delle famiglie dell’1,3% potrebbero rivelarsi fuori portata.