Sempre più crescente è l’interesse da parte degli investitori nei confronti delle materie prime: i traders si stanno affollando nei fondi negoziati in Borsa che spaziano tra petrolio, metalli e cereali. Nel frattempo, si stanno intensificando le speculazioni che l’economia globale riesca a evitare una recessione severa, nonostante si profilino all’orizzonte prospettive di tassi di interesse in aumento.
In particolare, il valore dell’indice Bloomberg Commodity Spot, che costituisce un indicatore dell’andamento delle materie prime a livello mondiale, ha segnato lo scorso mese una notevole impennata del 5,8%, rappresentando l’incremento più significativo dal marzo del 2022.
Gli investimenti nelle materie prime
Nel corso di luglio, sono stati investiti oltre 350 milioni di dollari in 20 ETF che replicano gli indici delle materie prime a largo spettro, rappresentando il secondo mese di afflusso di capitali in tali veicoli di investimento quest’anno. Questo dato emerge dalle informazioni raccolte da Bloomberg. Tale tendenza segue un periodo di quattro mesi in cui si erano registrati prelievi di fondi dagli stessi strumenti di investimento.
“Lo scorso anno abbiamo assistito a un massiccio esodo dai prodotti legati alle materie prime a causa delle preoccupazioni per una possibile recessione e della diminuzione delle aspettative inflazionistiche”, ha dichiarato Ryan Fitzmaurice di Marex Group Plc. “Tuttavia, i gestori di asset stanno ora ritornando verso gli ETF basati sugli indici delle materie prime.”
Gli incrementi nell’indice Bloomberg Commodity Spot sono stati trainati principalmente dal settore del petrolio e dai suoi derivati, che hanno sperimentato una crescita grazie ai tagli nella produzione effettuati dai principali produttori dell’OPEC+ e alle prospettive macroeconomiche più rosee. Anche altre materie prime, come il rame, l’oro, il cotone e il mais, hanno registrato aumenti significativi.
I problemi in Cina e i rischi
In realtà, le prospettive economiche incerte della Cina portano con sé venti contrari, e questo si riflette nell’atteggiamento degli investitori che stanno attualmente ritirando denaro da alcune delle loro posizioni in ETF. Un esempio tangibile è rappresentato dai fondi legati al settore petrolifero: recentemente, essi hanno registrato la settimana con il maggior deflusso di capitali degli ultimi anni, dopo che i prezzi del petrolio sono saliti oltre gli 80 dollari al barile.
Tuttavia, in una prospettiva più ampia, un rapporto datato 31 luglio della JPMorgan Chase & Co. rivela che il valore stimato dell’open interest nei mercati globali delle materie prime è in crescita fino alla fine di luglio, toccando il massimo di 1,31 trilioni di dollari, il valore più alto degli ultimi 13 mesi. Di questa cifra, 566 miliardi di dollari sono destinati ai mercati dell’energia.
Gli analisti, tra cui Tracey Allen e Natasha Kaneva, hanno sottolineato che “i nostri economisti notano che le sorprese positive legate alla crescita e all’inflazione stanno alimentando aspettative di un andamento meno brusco dell’economia, e continuiamo a considerare le materie prime come una classe di asset che non riceve ancora l’attenzione che merita.”
Cosa porta ad un aumento della domanda di materie prime
Nonostante l’inaspettato declassamento del rating degli Stati Uniti da parte di Fitch avvenuto il 2 agosto, evento che ha colto di sorpresa i mercati e gettato ombre sulla principale economia mondiale, il sentiment generale sembra essere più positivo. La prospettiva attuale è caratterizzata dall’allontanamento della minaccia di una recessione, tassi di interesse in aumento che si stanno avvicinando al loro picco e gli sforzi della Cina per stimolare la crescita economica. Questi fattori concorrono a favorire un aumento della domanda globale di beni, e di conseguenza, di materie prime.
In questo scenario, con le materie prime pronte a sfruttare l’impulso di una domanda crescente in un contesto di offerta limitata, i trader stanno tornando a investire capitali in questi asset. L’aspettativa di un mercato in cui le materie prime guideranno un aumento dei consumi in crescita è uno dei driver che stanno spingendo gli investitori a canalizzare nuovamente denaro verso questo settore.