Draghi sprona l’Ue su difesa e transizione: “L’Europa deve crescere di più”

L'ex presidente del Consiglio Mario Draghi ha parlato delle priorità per la difesa e la transizione dell'Ue

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

L’ex presidente del consiglio e direttore della Banca centrale europea Mario Draghi ha ricevuto in Spagna il premio europeo Carlo V dal re Felipe VI in una cerimonia nel monastero di San Jeronimo de Yuste. Nel discorso di ringraziamento, Draghi ha sottolineato alcune priorità che l’Unione europea dovrebbe seguire in tema economico a partire dalla prossima legislatura del parlamento appena eletto.

Mario Draghi ha sottolineato l’importanza di aumentare la produttività dell’Ue, argomento sul quale gli era stata affidata una relazione nei mesi scorsi proprio dal Consiglio europeo, la riunione dei capi di Stato e di governo dell’Unione. Altre priorità fondamentali secondo l’ex presidente del Consiglio saranno difesa e transizione digitale e ecologica.

Il monito di Draghi sulla produttività dell’Ue

Ricevendo il premio Carlo V, l’ex presidente del Consiglio Mario Draghi ha pronunciato un discorso durante il quale è tornato su uno degli argomenti su cui più si è concentrato negli ultimi mesi: la produttività delle aziende europee. L’ex direttore della Bce ha individuato nella questione la differenza fondamentale tra l’economia Usa, in grande crescita, e quella europea, in difficoltà:

La crescita della produttività europea sta rallentando da tempo. Dall’inizio degli anni 2000, il Pil pro capite aggiustato per i prezzi interni è stato inferiore di circa un terzo rispetto a quello degli Stati Uniti, e circa il 70% di questo divario è spiegato dalla minore produttività. La differenza di crescita della produttività tra le due economie è dovuta principalmente al settore tecnologico e alla digitalizzazione in generale. Se escludessimo il settore tecnologico, la crescita della produttività dell’Ue negli ultimi vent’anni sarebbe pari a quella degli Stati Uniti” ha dichiarato Draghi.

“Ma il divario potrebbe aumentare ulteriormente con il rapido sviluppo e la diffusione dell’intelligenza artificiale. Circa il 70% dei modelli fondamentali di intelligenza artificiale viene sviluppato negli Stati Uniti e solo tre aziende statunitensi rappresentano il 65% del mercato globale del cloud computing. Per iniziare a colmare questo divario è necessaria una serie di azioni politiche. Prima di tutto, dobbiamo ridurre il prezzo dell’energia” ha poi concluso sull’argomento.

Draghi su difesa, transizione ecologica e digitale

Draghi è poi tornato anche sulla questione della transizione ecologica, in questi giorni scossa dall’annuncio di dazi da parte dell’Ue sulle auto elettriche cinesi. L’Unione accusa Pechino di dare un vantaggio scorretto alle proprie aziende tramite sussidi statali mascherati da investimenti:

Non vogliamo diventare protezionisti in Europa, ma non possiamo rimanere passivi se le azioni degli altri minacciano la nostra prosperità. Anche le recenti decisioni degli Stati Uniti di imporre tariffe alla Cina hanno implicazioni per la nostra economia attraverso il riorientamento delle esportazioni. La sfida che dobbiamo affrontare è che, rispetto agli Stati Uniti, siamo più vulnerabili sia all’inazione sul commercio che alle ritorsioni” ha detto l’ex presidente del Consiglio commentando la questione.

Draghi si è infine concentrato sulle sfide future che attendono la prossima Commissione europea e il parlamento appena eletto che sta per insediarsi: “Dobbiamo anche far fronte a nuove esigenze: adeguarci ai rapidi cambiamenti tecnologici, aumentare la capacità di difesa e realizzare la transizione verde” ha commentato.