Cala lievemente il debito pubblico italiano: la Banca d’Italia certifica una riduzione di 1,1 miliardi a luglio, che porta il totale a 2.946,6 miliardi. Il record era stato raggiunto a giugno, quando il debito pubblico aveva toccato quota 2.948,5 miliardi impennandosi di circa 30 miliardi in un solo mese. Tenendo presente la demografia italiana, il debito delle amministrazioni pubbliche pesa idealmente per poco meno di 50.000 euro sulla testa di ogni cittadino, anche dei neonati (49.944,74 euro).
Debito pubblico
“L’avanzo di cassa delle amministrazioni pubbliche (1,9 miliardi) ha più che compensato l’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (che ha complessivamente aumentato il debito per 0,8 miliardi). Le disponibilità liquide del Tesoro sono rimaste sostanzialmente invariate rispetto al mese precedente (a 45,4 miliardi)”, spiega Bankitalia.
Il debito consolidato delle amministrazioni locali e quello delle amministrazioni centrali sono diminuiti rispettivamente di 0,7 e 0,4 miliardi. Il debito degli enti di previdenza mostra invece una sostanziale stabilità. A luglio 2024 la quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia è pari al 23%, contro il 23,1% di giugno. E a giugno la percentuale del debito detenuta dai non residenti in Italia si è attestata a quota 29,2%, contro il 28,9% di maggio; la quota detenuta dagli altri residenti, che sono per lo più famiglie e imprese non finanziarie, si è assestata al 14,5%, contro il 14,4% del mese precedente.
Secondo il Governo, tra le maggiori cause che negli ultimi anni hanno spinto l’avanzata del debito pubblico ci sono le spese per il Superbonus edilizio al 110% (poi rivisto progressivamente al ribasso), che secondo le stime dell’Enea ha comportato oneri per lo Stato pari a 123 miliardi di euro.
Entrate tributarie
Nei primi sette mesi del 2024 le entrate tributarie sono state pari a 309,3 miliardi. Si tratta di un aumento del 4% rispetto allo stesso periodo del 2023. In termini assoluti si parla di 11,9 miliardi. L’indicatore tiene conto dei flussi di cassa del gettito e considera in prevalenza le imposte statali. Si differenzia, per questo, dalle entrate tributarie calcolate dal Mef che tiene conto del criterio della competenza.
Ammontano a 60,5 miliardi le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato a luglio. Il dato è in calo dell’8,4% rispetto allo stesso mese del 2023. In termini assoluti si parla di 5,6 miliardi. L’andamento delle entrate tributarie è dovuto anche all’effetto del differimento dei versamenti in autotassazione dei contribuenti soggetti agli Isa (Indici sintetici di Affidabilità fiscale).
Vita media residua
La vita media residua a luglio è risultata pari a 7,7 anni, in linea con il valore di giugno. La vita media residua, relativamente al debito pubblico, è un indicatore finanziario che misura la durata media rimanente del debito di uno Stato, ossia il tempo medio entro cui lo Stato dovrà rimborsare i titoli di debito in circolazione. In sintesi, indica quanto tempo manca in media prima che i titoli di Stato emessi (come obbligazioni o buoni del tesoro) debbano essere rimborsati agli investitori.