I dazi di Trump distruggono l’export, -21% negli Usa ad agosto

Le esportazioni nei Paesi extra-Ue sono crollate ad agosto e hanno risentito principalmente dei dazi imposti da Trump, dopo mesi in cui le scorte avevano creato l'effetto opposto

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

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L’effetto dei dazi di Donald Trump si fa sentire per la prima volta nei dati delle esportazioni italiane. Ad agosto il valore delle merci acquistate dall’estero è calato dell’8,1%, mentre le importazioni del 7,1%. Pesano soprattutto gli Stati Uniti, verso cui le esportazioni crollano del 21,2% e le importazioni crescono del 68,5%.

Negli scorsi mesi le esportazioni erano cresciute, nonostante le minacce di dazi continue e l’incertezza generata dai repentini ripensamenti di Trump. Era però soltanto l’effetto del frontloading, che ora si ripercuote sulle esportazioni di agosto.

Crollano le esportazioni fuori dall’Ue

Nonostante i dati molto negativi delle esportazioni verso gli Usa, quello americano non è il dato peggiore di agosto per il Made in Italy nel mondo. La classifica infatti recita:

  • Turchia, -26,1%;
  • Stati Uniti, -21,2%
  • Cina, -16,7%;
  • Giappone, -16,6%
  • Asean (Sud-Est Asiatico), -10,8%;
  • Opec (Paesi produttori di petrolio), -7,7%;
  • Mercosur (Paesi del Sud America), -5,1%.

Crescono, anche se di poco, i principali mercati europei che rimangono fuori dall’Unione europea. Le esportazioni verso il Regno Unito sono aumentate del 4,9%, mentre quelle con la Svizzera del 4,7%.

A calare è soprattutto l’esportazione di beni durevoli, che crolla del 26,3%. Male anche i beni non durevoli, -13,2%, e quelli strumentali, -8,4%, mentre vanno in controtendenza le esportazioni di energia, +23,7%, e quelle di beni intermedi, +1,9%.

Il divario commerciale con gli Stati Uniti si riduce

Anche se il dato della Turchia è relativamente peggiore di quello americano, gli Usa contribuiscono per quasi il 50% al crollo delle esportazioni verso i Paesi extra Ue di agosto. Al contempo però, si è verificata un’impennata delle importazioni dagli Stati Uniti, che rispetto al 2024 sono aumentate del 68,5%.

Questo ha avuto l’effetto di riequilibrare parzialmente la bilancia commerciale tra il nostro Paese e gli Usa, che ora è simile a quella che l’Italia ha con Svizzera e Regno Unito:

  • Regno Unito, bilancia commerciale positiva di 1.266 milioni di euro;
  • Svizzera, bilancia commerciale positiva di 1.214 milioni di euro;
  • Stati Uniti, bilancia commerciale positiva di 1.208 milioni di euro.

La bilancia commerciale è la differenza tra il valore delle esportazioni e quello delle importazioni tra due Paesi. Si esprime con valori positivi per chi esporta, negativi per chi importa. Per esempio, l’Italia esporta 1,2 miliardi di euro in più di beni negli Stati Uniti rispetto a quanti ne importi. Allo stesso modo, la bilancia commerciale italiana con la Cina ad agosto è stata negativa di 3,15 miliardi, che significa che il nostro Paese ha importato molti più beni di quanti ne abbia esportati verso Pechino.

Cos’è il frontloading e perché sta facendo calare le esportazioni

Il dato di agosto è in netta controtendenza con quello di luglio, quando le esportazioni verso i Paesi extra-Ue erano cresciute del 9,9%. Gli Usa avevano contribuito molto a questo risultato a causa del fenomeno del frontloading. Quando possibile, le aziende importatrici americane avevano fatto scorte di beni dai Paesi che temevano avrebbero subito i dazi di Trump.

Questo ha ritardato di fatto l’effetto dei dazi sia verso i Paesi che esportano negli Usa, sia sull’inflazione americana. Ora che i dazi sono entrati in vigore però, questo fenomeno ne sta aggravando gli effetti. I magazzini americani sono pieni della merce acquistata preventivamente nei mesi scorsi e per questa ragione gli ordini sono in calo.