Nuovi dazi di Trump, l’Europa risponde con il piano per l’acciaio

Donald Trump promette nuovi dazi uguali e contrari a quelli imposti agli Stati Uniti, con l'Europa che risponde con un nuovo piano per tutelare l'acciaio dalla concorrenza sleale

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Pubblicato: 5 Marzo 2025 08:44

Il presidente Usa Donald Trump ha parlato alla Camera e al Senato statunitense per esporre il suo piano in merito alle prossime operazioni che interesseranno la sua amministrazione. Grande attenzione è stata data nel suo discorso soprattutto all’immigrazione e ai dazi, con il leader repubblicano che non ha fatto mancare l’offensiva anche contro l’Europa annunciando che qualsiasi tassa verrà imposta al suo Paese sarà equamente ribadita nei confronti dei promotori.

Una guerra dei dazi in piena regola, con il presidente Usa che sintetizza il suo piano nel grido di battaglia, che va detto fu pure di Joe Biden, “America is back”. L’Ue di fronte a questo nuovo scenario non vorrebbe farsi trovare impreparata, con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che ha convocato i principali leader dell’industria europea, le parti sociali e le parti interessate per il lancio del dialogo strategico sul futuro del settore dell’acciaio europeo.

Trump, via alla guerra dei dazi

Nel progetto di Trump i dazi, pur rappresentando “qualche scompiglio” anche per il suo Paese, dovranno essere “reciproci” per tutelare “i posti di lavoro americani” e “l’anima” degli Stati Uniti. “Ci saranno dei piccoli disordini, ma ci sta bene. Non saranno molti – ha aggiunto – Qualsiasi siano i dazi contro di noi, noi li imporremo a loro. Qualsiasi siano le loro tasse, noi li tasseremo”. Botta e risposta, in un meccanismo che senza controllo potrebbe cambiare non poco lo scenario del commercio globale che conosciamo al momento.

In tema di Europa, inoltre, Trump non ha mancato di sottolineare che mentre gli Stati Uniti hanno speso in questi anni miliardi per appoggiare la difesa dell’Ucraina, l’Ue “ha tristemente speso più soldi comprando il petrolio e gas russo di quanti ne abbia spesi per difendere l’Ucraina. E non di poco! Biden ha autorizzato più soldi in questa battaglia di quanti ne ha spesi l’Europa”.

Il piano europeo sull’acciaio

L’Europa, nel frattempo, prova a tutelarsi e organizzarsi in vista di questa nuova guerra dei dazi. Lo fa partendo dal settore siderurgico (motore chiave dell’economia europea), con la presidente della Commissione Ue von der Leyen che ha convocato tutte le parti interessate al comparto per definire la strategia d’azione.

L’obiettivo è fornire ai produttori siderurgici europei strumenti di guida nel processo di decarbonizzazione e che li tutelino dalla concorrenza globale in parte sleale. In ballo ci sono 2,5 milioni di posti di lavoro in tutto il continente, messi appunto a rischio dall’aumento dei costi di produzione (soprattutto a causa delle maggiori spese per l’energia) e dalla diminuzione dei prezzi di vendita dei prodotti per la sovracapacità produttiva globale.

Ecco dunque spiegata la necessità di un nuovo piano d’azione sull’acciaio che verrà presentato entro il prossimo il 19 marzo e che ruoterà intorno a 3 principali temi:

  • la produzione di acciaio pulito che sia commercialmente sostenibile;
  • la risposta concreta alle pratiche commerciali scorrette e ingiustificate;
  • l’impostazione di misure a lungo termine che sostituiscano quelle attuali di salvaguardia.

L’importanza dell’industria siderurgica europea

Per comprendere l’importanza dell’intervento di Ursula von der Leyen è necessario ricordare quanto sia centrale e strategica per l’Unione europea l’industria siderurgica.

I siti di produzione sparsi in 22 Stati membri sono in totale 500 e contribuiscono a circa 80 miliardi di euro al Pil dell’Ue, oltre a sostenere 2,5 milioni di posti di lavoro. Queste realtà produttive forniscono imput essenziali a molti settori critici europei, come quello automobilistico, dell’edilizia, della difesa, delle tecnologie a impatto zero, dei veicoli elettrici (EV) e delle infrastrutture critiche. Per affrontare un periodo di guerra dei dazi e incertezze è dunque necessario tutelare tutte queste catene di valore industriali.