L’Unione europea ha smentito che le trattative con gli Stati Uniti per un accordo commerciale che eviti l’entrata in vigore dei dazi annunciati da Trump ad aprile possano concludersi entro oggi. Bruxelles ha frenato l’entusiasmo che era circolato nei giorni scorsi, mentre Trump invierà in giornata la lettera con i dettagli delle misure che dovrebbero scattare ad agosto.
Nel frattempo, Nomisma ha pubblicato dati preoccupanti per il settore agroalimentare italiano. In caso di dazi, riporta la società di consulenza, ogni 10% di aumento delle tariffe doganali sulle esportazioni verso gli Stati Uniti costerà al settore 500 milioni di euro in vendite negli Usa.
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Niente accordo sui dazi tra Ue e Usa
Il portavoce della Commissione europea responsabile per il Commercio, Olof Gill, ha spento gli entusiasmi su una possibile conclusione della trattativa per raggiungere un accordo commerciale tra Ue e Usa per evitare i dazi. Bruxelles si era detta pronta a concludere, ma dagli Usa mancano risposte:
Rispetto a ieri, rimaniamo dalla nostra parte completamente pronti per concludere un accordo di principio con gli Stati Uniti. Non abbiamo aggiornamenti che indichino che ciò accadrà in via imminente. Non ci sono contatti previsti nelle prossime ore, ma tutto può cambiare da un momento all’altro.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha inoltre annunciato che, nella giornata di oggi, sarà inviata una lettera anche all’Ue con i dettagli dei dazi reciproci, annunciati ad aprile e rimandati prima al 9 luglio, e poi al 1° agosto. La strategia di Trump, che continua a rinviare l’effettiva entrata in vigore dei dazi, ha dato vita all’acronimo Taco (Trump always chickens out, Trump si tira sempre indietro).
L’effetto dei dazi sull’agricoltura italiana
Proprio mentre le trattative tra Usa e Ue sui dazi si bloccavano, Nomisma ha diffuso uno studio che ha rivelato dati molto preoccupanti per l’agroalimentare italiano, nel caso in cui le minacce di Trump dovessero effettivamente trasformarsi in dazi doganali. Secondo la società di consulenza, ogni 10% di dazi aggiuntivi sui prodotti italiani rischia di costare al settore 500 milioni di euro.
Il presidente di Nomisma Paolo De Castro ha spiegato la situazione:
L’impatto sarebbe in ogni caso pesante, se non addirittura insostenibile in caso di aliquote ancora maggiori, ma ciò che preoccupa maggiormente è l’instabilità del quadro decisionale: tra annunci, proroghe e continui ripensamenti sulle aliquote, si è creato un clima di grande incertezza sia per gli esportatori italiani sia per gli importatori statunitensi.
Il settore del food italiano sta già soffrendo, sempre secondo Nomisma, a causa del rafforzamento dell’euro rispetto al dollaro. Le politiche di Trump hanno allontanato gli investitori internazionali, che stanno puntando molto di più sulla moneta unica. L’effetto però è un euro sempre più forte, che rende le esportazioni più difficili, ma le importazioni meno costose.
I nuovi dazi di Trump
Mentre le trattative con l’Unione europea sono in stallo, Trump ha deciso di rilanciare sui dazi, minacciando, nel giro di pochi giorni, una serie di nuove tariffe a vari Paesi e su diversi prodotti.
La lista delle minacce del presidente americano include:
- dazi al 50% contro il Brasile per il processo contro l’ex presidente Bolsonaro, sostenitore di Trump, che ha tentato un colpo di Stato dopo aver perso le elezioni nel 2023;
- un innalzamento dei dazi al Canada e al Messico dal 25% al 35% per i beni esclusi dagli accordi commerciali;
- un aumento dei dazi generalizzati, dall’attuale 10% al 15% o al 20% per tutti i Paesi che non hanno un accordo commerciale con gli Usa;
- dazi al 50% sulle importazioni di rame;
- dazi al 200% sulle importazioni di prodotti farmaceutici.