Vivere da soli costa: secondo l’analisi della Coldiretti su dati Istat e diffusa in occasione del Single’s Day dell’11 novembre, chi vive da solo in Italia sostiene un costo della vita più alto dell’80% rispetto a ciascun membro di una famiglia di tre persone, in gran parte per quanto riguarda le spese relative al cibo e all’abitazione.
Sotto l’etichetta di “single” non vanno considerati unicamente i giovani, ma anche gli adulti che vivono da soli e in particolare gli anziani spesso rimasti vedovi. La locuzione va considerata quindi come sinonimo di “famiglia unipersonale”.
L’alimentazione
Le persone che vivono da sole spendono il 53% in più per alimenti e bevande a causa dell’acquisto di quantità non proporzionate, che generano sprechi, e di piatti pronti, particolarmente nelle fasce giovanili. Coldiretti evidenzia come la spesa media di un single per gli alimentari e le bevande sia di circa 337 euro al mese, contro i 220 euro spesi da ogni componente di una famiglia di tre persone. C’è poi da considerare il fatto che le monoporzioni e i cibi pronti sono spesso arricchiti con additivi e conservanti, che hanno effetti negativi sulla salute.
Affitto e bollette
Le spese abitative e le bollette sono significativamente più alte (+156%) per chi vive solo, a causa di costi fissi elevati per metro quadro sia per l’affitto che per il riscaldamento di case più piccole.
Per avere un quadro della situazione, si consideri l’ultima fotografia del mercato immobiliare sui prezzi medi in alcune fra le principali città d’Italia: il canone medio di un monolocale è di 1.311 euro a Milano, di 1.078 euro a Roma, di 815 euro a Torino, di 739 euro a Napoli e di 1.388 euro a Bologna. Per quanto riguarda invece i trilocali i prezzi sono i seguenti: 1.767 euro a Milano, 1.981 euro a Roma, 963 euro a Torino, 1.193 euro a Napoli e 1.767 euro a Bologna. Così risulta da un’indagine della star up Maiora Solutions.
L’andamento dell’inflazione
A rendere più complicato il quadro c’è l’andamento dell’inflazione che fa scendere ulteriormente, anche se di poco, il potere d’acquisto in Italia. Secondo le stime preliminari dell’Istat, nel mese di ottobre l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (al lordo dei tabacchi) aumenta dello 0,9% su base annua. Per i motivi evidenziati, i single rappresentano la fascia più colpita dagli aumenti.
L’Istat evidenzia il dettaglio degli aumenti dovuti all’inflazione, che coinvolge l’andamento dei prezzi dei Beni alimentari, sia lavorati (da +1,5% a +2,0%) sia non lavorati (da +0,3% a +3,3%), i servizi relativi ai trasporti (da +2,4% a +2,8%). Tali effetti sono stati in parte compensati dal calo dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +10,4% a +2,0%) e dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,0% a +3,6%).
Pochi sostegni ai single
I dati evidenziano che vivere da soli in Italia comporta costi sensibilmente più alti in molteplici ambiti, amplificati dall’inflazione e dalla mancanza di formati di prodotti adeguati.
Questa situazione ha un impatto economico che preoccupa le associazioni dei consumatori, che richiedono interventi legislativi a sostegno delle famiglie (anche unipersonali) e dei consumatori. Il governo, infatti, punta in particolare al sostegno per le famiglie numerose.