La Banca Centrale Europea ha scelto di ridurre ancora una volta i tassi di interesse, abbassandoli di 25 punti base nel primo incontro del 2025. Christine Lagarde, presidente dell’istituto, ha giustificato la mossa con un quadro economico ancora incerto e ha risposto alle domande della stampa, toccando i punti chiave del momento.
Questa nuova sforbiciata segna il quinto taglio dei tassi consecutivo nell’attuale ciclo di allentamento monetario. Il tasso sui depositi scende dal 3% al 2,75%, quello sui rifinanziamenti principali cala al 2,90% e il tasso sui prestiti marginali viene ridotto al 3,15%. La BCE, insomma, prosegue la sua strategia di aggiustamento con l’obiettivo di sostenere l’economia, ancora alle prese con una crescita fiacca e consumi deboli.
Inflazione e crescita economica: le dinamiche in corso
Christine Lagarde va avanti col solito pragmatismo francese che la caratterizza: i prezzi non si muoveranno di molto nel breve termine. “L’inflazione fluttuerà attorno ai livelli attuali nel prossimo periodo”, dice, mentre le aspettative di lungo periodo rimangono ancorate al 2%.
Ma se i prezzi restano fermi, la crescita non sembra nemmeno partire. “I rischi per l’espansione economica restano orientati al ribasso”, avverte la presidente della Bce, puntando il dito sulle turbolenze del commercio globale. “Un aumento delle frizioni negli scambi internazionali potrebbe pesare sulla crescita dell’Eurozona”, un’elegante maniera per dire che la ripresa è un miraggio.
L’Eurozona, di fatto, è impantanata. “L’economia è in stagnazione nel quarto trimestre e rimarrà debole nel breve termine”, spiega Lagarde. “La manifattura è in contrazione, i servizi si espandono, ma la fiducia dei consumatori si deteriora e la spesa delle famiglie non sale”. Nonostante il quadro poco incoraggiante, la numero uno della Bce si aggrappa a un mantra: “Le condizioni per la ripresa restano”. Ma quando?
Fattori che influenzano inflazione e ripresa
La Bce analizza una serie di fattori che stanno tenendo in scacco l’inflazione. Da un lato, ci sono elementi che potrebbero spingere i prezzi verso l’alto: “salari, profitti e tensioni geopolitiche”. Dall’altro, una fiducia economica zoppicante e l’instabilità internazionale potrebbero smorzare la dinamica inflazionistica. “Le tensioni nel commercio globale renderebbero l’outlook inflazionistico più incerto”, ha avvertito Lagarde.
Nel comunicato ufficiale si legge che “il processo disinflazionistico è ben avviato” e che i prezzi si stanno muovendo “in linea con le proiezioni”, con un rientro al 2% atteso entro l’anno. La crescita salariale sta rallentando, mentre i margini di profitto stanno in parte assorbendo gli effetti dell’inflazione. Segnali di raffreddamento, ma senza illusioni: la Bce sa che l’equilibrio resta fragile.
Andamento dei settori produttivi e segnali di ripresa
L’Eurozona procede a doppia velocità. “L’industria manifatturiera continua a contrarsi, mentre i servizi sono in espansione”, ha spiegato Lagarde. Il mercato del lavoro, per ora, tiene, ma non è una garanzia di ripresa. “Se le tensioni commerciali non peggiorano, le esportazioni potrebbero supportare la ripresa con la crescita della domanda globale”, un’ipotesi che suona più come un auspicio che una certezza.
Francoforte mette in guardia: “Le condizioni di finanziamento continuano a essere rigide, anche perché la politica monetaria rimane restrittiva e i passati rialzi dei tassi si stanno ancora trasmettendo ai crediti in essere”. Il denaro costa ancora caro e gli effetti delle strette passate non si sono esauriti. Nonostante ciò, la Bce scommette su un allentamento della pressione finanziaria: “L’aumento dei redditi reali e il graduale venir meno degli effetti della politica monetaria restrittiva dovrebbero sostenere una crescita della domanda nel tempo”. Ma il condizionale resta d’obbligo.
Mercati finanziari e tassi di interesse: le mosse della Bce
I rendimenti obbligazionari salgono e non solo in Europa. “L’aumento dei rendimenti è un processo globale, influenzato dagli Stati Uniti”, ha spiegato Lagarde. Ma, assicura, la stretta non sta bloccando la trasmissione della politica monetaria. La Bce resta in osservazione, senza sbilanciarsi su quando potrebbe fermarsi il taglio dei tassi.
Sui tassi di interesse neutri, Lagarde ha liquidato la questione: “Il dibattito è prematuro”. Nessuna indicazione sulle prossime mosse, nessun segnale su un possibile calo sotto il livello neutrale. “Il ritmo e l’ampiezza dei tagli dipenderanno dai dati economici”, ha ribadito. Per ora, navigazione a vista.
Sui crypto asset, Lagarde non lascia spiragli: “Sono fiduciosa che il Bitcoin non entrerà a far parte delle riserve di alcuna delle banche centrali dell’Unione Europea”. Le riserve, sottolinea, devono essere “liquide, sicure e al riparo da sospetti di riciclaggio o attività criminali”. Insomma, le criptovalute restano fuori dai giochi della Bce, ma non delle banche.