Niente accordo su riduzione canone Rai, le tensioni che complicano la Manovra

La maggioranza si spacca su canone Rai e Irpef: poche modifiche alla Manovra, tutte valutate dal Tesoro per garantire coperture e sostenibilità

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 26 Novembre 2024 09:12

E chi l’avrebbe detto che il governo si sarebbe scontrato proprio su questo argomento. La situazione è tesa e c’è poco tempo, ma sul tavolo del governo spunta di nuovo il canone Rai. La trattativa interna alla maggioranza si scontra con richieste divergenti e coperture incerte: in poche parole, è molto probabile che non venga ridotto a 70 euro come caldeggiato dalla Lega.

La maggioranza ha tracciato una linea precisa sulla prossima Legge di Bilancio: modifiche limitate, condivise tra i partiti di governo e approvate solo se sostenibili dal punto di vista economico. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze avrà l’ultima parola, con il compito di valutare la fattibilità delle proposte.

Stop a riduzioni non condivise: il caso del canone Rai

Tra le ipotesi destinate a restare sulla carta c’è la proposta della Lega di ridurre il canone Rai da 90 a 70 euro, nonostante Matteo Salvini abbia ribadito che “fa parte del programma di governo”. Contrario a questa modifica è Antonio Tajani, che l’ha definita “una cosa ridicola. Tagliare il canone Rai e poi trovare i soldi, sempre dei contribuenti, per rifinanziare la Rai mi pare un gioco che non ha alcun senso”.

Lo stesso leader di Forza Italia potrebbe dover rinunciare alla riduzione dell’aliquota del secondo scaglione dell’Irpef dal 35% al 33%, un intervento dal costo di 2,5 miliardi.

Il dl fiscale si inceppa e arriva il richiamo del colle

Le discussioni in Senato sul decreto fiscale si complicano. Il Quirinale interviene per ricordare l’importanza della coerenza tra i temi trattati, mentre le tensioni nella maggioranza emergono in modo sempre più evidente. Non aiuta lo slittamento del decreto giustizia al prossimo Consiglio dei ministri, ufficialmente dovuto all’assenza dei ministri di Forza Italia, ma che nasconde malumori legati a misure sulla cybersicurezza.

Meloni e gli alleati: “Vedremo”

Giorgia Meloni ha accolto i principali esponenti del centrodestra a Palazzo Chigi, ma l’incontro non ha portato soluzioni definitive. Sul canone Rai, in particolare, la premier avrebbe evitato di sbilanciarsi con un pragmatico “vedremo”, di fronte alle pressioni della Lega per una riduzione, magari più contenuta rispetto ai 20 euro dello scorso anno. Ma aprire a questa ipotesi significherebbe fronteggiare le richieste di compensazioni da parte di Forza Italia su altri capitoli di spesa.

Scontri sotterranei tra gli alleati

La tensione si è riversata anche sulle proposte di modifica in commissione Bilancio. Il senatore leghista Massimo Garavaglia ha parlato di una “strana sensazione” rispetto ad alcuni emendamenti che, a suo dire, penalizzerebbero la Lombardia su sanità e trasporti. “C’è una pervicacia da parte di FdI”, ha dichiarato Garavaglia, sottolineando che “governiamo insieme”. I contrasti si estendono anche a una proposta di Forza Italia sullo scudo penale per reati fiscali minori, che ha generato non poche polemiche.

Il rebus politico del canone Rai

Il canone Rai resta il punto più delicato. “È emerso chiaramente al vertice che è un tema divisivo”, ha affermato Dario Damiani di Forza Italia, aggiungendo che le questioni controverse dovrebbero essere accantonate per ora. Ma la maggioranza ha deciso di proseguire il confronto interno per cercare una soluzione.

Il decreto giustizia rimandato, ma non le tensioni

Nel frattempo, il decreto giustizia è stato rimandato, con Forza Italia che chiede una revisione sulle competenze della Procura nazionale antimafia in materia di reati informatici. Il clima all’interno del governo resta teso, con voci che evocano scenari da rimpasto e malumori sulle deleghe di alcuni ministri. A gennaio, intanto, si attende la decisione sulla posizione di Daniela Santanchè, sotto indagine per il caso Visibilia.

Il ruolo di Giorgetti: equilibrio tra richieste e conti pubblici

Palazzo Chigi ha ribadito che “modifiche migliorative proposte a livello parlamentare saranno valutate con attenzione dal governo”. Il ministro Giancarlo Giorgetti avrà il compito di esaminare la praticabilità delle proposte, con l’obiettivo di mantenere l’equilibrio dei conti pubblici, al netto, si spera, delle battaglie politiche intestine. Come si legge nel comunicato ufficiale, la Manovra punta a sostenere il sistema sanitario, le famiglie, i lavoratori e il tessuto produttivo.