Nuova emissione BTp: tasso al 2,89%, domanda per 3,8 miliardi supera l’offerta

Il Tesoro piazza 2,5 miliardi di BTp al 2,89%. Domanda boom: richieste per 3,84 miliardi, con rendimento in calo rispetto all'asta di luglio

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Nell’ultima asta del Tesoro, i riflettori sono puntati sulla flessione dei tassi, che però non ha raffreddato l’entusiasmo degli investitori.

I tassi scendono, e il mercato non si fa attendere. La Banca d’Italia ha pubblicato i risultati di un’operazione che ha visto i BTp con scadenza il 28 agosto 2026 andare a ruba. Il Tesoro ha offerto 2,5 miliardi di euro di titoli, tutti piazzati a un tasso lordo del 2,89%, più basso di 21 punti base rispetto all’appuntamento precedente di luglio. La riduzione del rendimento di 21 punti base (differenza rispetto al precedente tasso del 3,1%) significa che c’è stata una forte domanda per questi titoli. Quando gli investitori sono disposti a comprare in massa, il Tesoro può permettersi di offrire un rendimento inferiore, perché c’è comunque abbastanza interesse da coprire l’offerta.

Investitori a caccia: domanda boom per i BTp

Se la discesa dei tassi è la notizia del giorno, il vero colpo di scena sta nella reazione del mercato: le richieste hanno sfondato quota 3,84 miliardi di euro, con un rapporto di copertura pari a 1,54.

Detto in parole semplici: per ogni euro offerto dal Tesoro, il mercato ne ha chiesto uno e mezzo. Gli investitori, grandi e piccoli, continuano a puntare sui titoli di Stato, nonostante la riduzione dei rendimenti. Ma cosa spinge questo interesse? Fiducia, certo, ma anche la consapevolezza che, in un panorama incerto, i BTp sono una delle poche certezze su cui contare.

Titoli per chi vuole dormire sonni tranquilli

Con questa emissione, l’importo complessivo in circolazione di questi titoli supera i 6 miliardi di euro. Sembra un numero enorme, ma riflette un fatto chiaro: chi investe in BTp cerca una soluzione sicura, non un colpo da maestro. E il rendimento lordo del 2,89% è una garanzia per chi vuole mettere il proprio denaro al riparo dalle tempeste finanziarie. Rispetto al 3,1% di un mese fa, il rendimento è calato, ma la fame di BTp non accenna a diminuire. Anzi, la domanda supera l’offerta.

I dettagli tecnici dell’emissione

Il BTp coinvolto nell’asta, identificato dal codice ISIN IT0005607269, è giunto alla sua terza tranche.

Il prezzo di aggiudicazione, fissato a 100,44, ci fornisce un’indicazione chiara: gli investitori sono disposti a pagare leggermente sopra il valore nominale di 100. Questo piccolo sovrapprezzo è un segnale di fiducia nel titolo, che viene percepito come stabile. Anche se il rendimento lordo è calato al 2,89% rispetto al 3,1% dell’asta precedente, il BTp continua a rappresentare una scelta solida per chi cerca sicurezza. Il mercato sta chiaramente privilegiando titoli di Stato con rendimenti sicuri, poiché le alternative a basso rischio scarseggiano in questo periodo.

Il BTp offre una cedola fissa del 3,10%: ciò significa che, ogni anno fino alla scadenza del titolo, fissata per il 28 agosto 2026, l’investitore riceverà questa percentuale sul valore nominale. Anche con un rendimento lordo inferiore al passato, il titolo rimane un’opzione appetibile per chi preferisce stabilità e protezione del capitale.

Se confrontiamo questo titolo con altre emissioni, il rendimento del BTp 2026 risulta essere moderato ma comunque allineato con quello di titoli simili. Ad esempio, un BTp con cedola del 3,50% e scadenza a febbraio 2031 rende circa il 3,25% lordo, mentre BTp con scadenze a breve termine, come quelli del 2027 o 2028, offrono rendimenti compresi tra il 2,5% e il 3,1%.