L’emergenza energetica ha prodotto un brusco aumento delle bollette di luce e gas – gas soprattutto – che rischiano di innescare un serio allarme sociale. A dicembre, per la famiglia tipo nel mercato tutelato si registra una crescita del +23,3% della bolletta rispetto al mese di novembre (la famiglia tipo è quella con consumi medi di gas di 1.400 metri cubi annui).
A dirlo è l’ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, che spiega come questa situazione, già applicando la riduzione IVA prevista dai decreti governativi, sia interamente determinata dall’aumento della spesa per l’acquisto di gas naturale, dovuta a sua volta all’aumento della componente cosiddetta CMEMm relativa ai costi di approvvigionamento del gas stesso.
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Calo a febbraio?
“Per le bollette del gas da febbraio rispetto al mese di gennaio ci sarà probabilmente un forte calo. C’è una diversa metodologia di calcolo delle bollette del gas e dell’elettricità. L’elettricità è già calata del 20% e ieri per quanto riguarda il gas c’è stato un aumento del 23%. Ma dal prossimo mese ci sarà un forte calo. Pertanto ci sono segnali positivi anche perché c’è il petrolio che per il momento ci salva, è molto debole”. E’ la previsione del presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, intervistato dall’Adnkronos.
Scorte
“Godiamoci questo momento, le cose stanno migliorando. Ci sono ottimi segnali, è difficile resistere alla tentazione di essere ottimismi e quindi dobbiamo esserlo”, dice. “Le scorte – osserva – sono ancora altissime, il caldo ci ha consentito di essere più tranquilli sulle richieste del settore civile. E questo allontana anche lo spettro del razionamento man mano che passano i giorni“. Inoltre, sottolinea, “ci sono segnali anche sul lato dell’offerta. In Germania, ad esempio, che è il paese al centro della crisi, dal 3 gennaio arriva gas dagli Usa. La situazione è positiva per i prossimi mesi. Possiamo anche azzardare un calo dell’inflazione sotto il 10% grazie a un calo sia delle bollette elettriche che del gas”.
I buoni segnali non vogliono dire che il problema sia risolto. “I prezzi sono scesi ma sono ancora molto alti. Il problema esiste ed è strutturale e durerà per diversi anni“, avverte il presidente di Nomisma Energia. “Non abbiamo finito questo inverno, siamo appena entrati. Se arrivano dei picchi di domanda con un freddo intenso, cosa che capita, siamo messi male. E rischiamo di esserlo per qualche giorno. Non siamo fuori dalla crisi”, spiega.
Prospettiva 2023/2024
In prospettiva, poi, c’è il prossimo inverno 2023-24. “C’è il problema del prossimo inverno perché sostituire tutti i volumi che abbiamo nelle scorte, che sono soprattutto del gas naturale russo, sarà molto difficile senza la Russia. Ecco perché abbiamo bisogno di rigassificatori e la notizia a notizia che in Germania vanno avanti spediti in questa direzione è positiva”, osserva Tabarelli. “Però noi – rileva- abbiamo bisogno di fare le strutture, di sbottigliare il sud del Paese, di aumentare i volumi dalla Libia e di fare rigassificatori. Non solo un rigassificatore come quello previsto Ravenna. Se non possiamo farlo a Piombino, lasciamo stare lo scontro e mettiamone altri 2 a Ravenna per arrivare a 3″, suggerisce Tabarelli.