Crisi Benetton e Conbipel, raffica di chiusure nei negozi: tremano migliaia di lavoratori

La crisi di Benetton riguarda la possibile chiusura di 80-90 negozi, mentre per Conbipel potrebbe arrivare il salvataggio di Ovs

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 31 Dicembre 2024 12:32

La crisi del commercio non risparmia brand che sembravano inattaccabili e che fanno parte dell’immaginario collettivo di intere generazioni di italiani. Fra chi si trova a fare i conti con la crisi ci sono anche Benetton e Conbipel, che hanno messo in moto la macchina dei tagli al personale e delle chiusure dei negozi.

Il numero esatto dei negozi interessati non è noto. Per quanto riguarda Benetton, fonti vicine all’azienda avrebbero rivelato che la chiusura interessa fra gli 80 e i 90 negozi, che afferiscono a cinque grossi imprenditori terzi, per il 63% situati tra Calabria, Puglia e Sicilia.

Tali realtà sarebbero debitrici verso il Gruppo per circa 30 milioni di euro. A fornire i numeri della crisi è il Corriere del Veneto. Una decina d’anni fa aveva destato scalpore l’annuncio della chiusura di 53 negozi Benetton in Italia.

Tira una brutta aria anche in Conbipel, altra storica catena di negozi per abbigliamento fondata nel 1958. L’intenzione della società sarebbe quella di “chiudere 50 negozi entro il 2025″, come puntualizza Filcams-Cgil. Ma per Conbipel una soluzione all’orizzonte potrebbe esserci.

La crisi di Benetton

“Chiuso per inventario”, è il cartello affisso sulle vetrine di decine di negozi Benetton. L’informazione, talvolta scritta frettolosamente a penna, ha però fatto alzare le sopracciglia ai clienti più smaliziati, che sanno come gli inventari vengano effettuati nei periodi di bassa affluenza e non in piena frenesia da shopping natalizio.

Il quadro della situazione in Benetton è fornito da Fisascat Cisl, che spiega come fino a quando al timone c’era Luciano Benetton l’orientamento aziendale era quello di accumulare crediti, piuttosto che perdere l’insegna in località presidiate da sempre. Il cambio di passo è arrivato con l’arrivo del nuovo amministratore delegato, Claudio Sforza, che ha ricevuto il mandato di risanare i conti aziendali. Da qui il nuovo orientamento del Gruppo, che punta a ridurre la massa creditizia. Benetton ha chiuso il 2023 con una perdita operativa di 113 milioni di euro e una complessiva di 230 milioni.

Secondo i dati comunicati, 135 negozi in Italia sono a gestione diretta, mentre altri 190 sono in franchising e circa 200 sono a gestione indiretta, di cui 80-90 in affitto di ramo d’azienda. La preoccupazione dei sindacati riguarda il destino dei lavoratori degli store in chiusura.

Ammortizzatori sociali

È del 30 dicembre una notizia che riguarda i lavoratori dei punti vendita Benetton in Puglia, che potranno beneficiare degli ammortizzatori sociali. L’intesa è stato siglato presso l’Arpal Puglia. Intanto Benetton ha proposto un nuovo accordo per le dimissioni, offrendo fino a 70.000 euro per chi accetta di lasciare il lavoro entro gennaio.

Il caso Conbipel

Il caso Conbipel ha già visto il confronto delle parti al Ministero delle Imprese, ma la soluzione potrebbe arrivare da un altro brand: secondo alcune indiscrezioni riportate dal Corriere della Sera, il gruppo Ovs ha presentato un’offerta per prendere il controllo dell’azienda che conta 130 punti vendita e circa 800 dipendenti. Oggi Ovs rappresenta la maggiore rete di negozi di abbigliamento in Italia.

La proprietà di Conbipel, la londinese Eapparels, controllata dal fondo di Singapore Grow Capital, valuterà la proposta così come le offerte di altri interessati. Per evitare azioni dei creditori, la proprietà ha avviato una procedura di composizione negoziata della crisi. E la possibile cessione a terzi si inserisce in questa strada. Nel frattempo, continua l’opera di mediazione del Ministero