La Bce mantiene i tassi invariati, ma è pronta al taglio: le parole di Lagarde

Il Consiglio direttivo della Bce ha deciso di lasciare i tassi di interesse ai livelli attuali, prevedendo un taglio nella prossima riunione di giugno

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Pubblicato: 11 Aprile 2024 22:21

La Banca centrale europea decide ancora una volta di non toccare i tassi d’interesse, che rimangono fermi al 4,50%, ma l’inversione di marcia si fa sempre più vicina. Nell’ultima riunione del Consiglio direttivo della Bce è stato deliberato per la quinta volta lo st0p all’aumento dei tassi, dopo la fase dei dieci rialzi consecutivi iniziata a luglio 2022, ma alla fine di mesi di prudenza si intravede la prima apertura verso il taglio che, a meno di ripensamenti, dovrebbe arrivare a giugno.

La decisione del Consiglio direttivo

Nel comunicato ufficiale al termine della riunione dei vertici della Banca centrale si legge, infatti, che “se la valutazione aggiornata del Consiglio direttivo in merito alle prospettive di inflazione, alla dinamica dell’inflazione di fondo e all’intensità della trasmissione della politica monetaria accrescesse ulteriormente la sua certezza che l’inflazione stia convergendo stabilmente verso l’obiettivo, sarebbe opportuno ridurre l’attuale livello di restrizione della politica monetaria“.

L’incontro si è chiuso con il tasso di interesse sui rifinanziamenti principali lasciato al 4,50% e quello sui depositi e sui presiti marginali rimasti rispettivamente al 4% e al 4,75%, ma per la prima volta dopo tempo, alcuni governatori sarebbero stati intenzionati a fare scendere il livello dei tassi già da subito.

Come riportato da Ansa, la decisione è stata comunque rimandata alla riunione del 6 giugno, nella quale con ogni probabilità dovrebbe arrivare la sforbiciata, sempre però al verificarsi di alcune condizioni: la Bce si aspetta dalla prossima valutazione maggiori certezze sulle prospettive dell’inflazione, sulla dinamica di quella di fondo e sull’intensità della trasmissione della politica monetaria.

“L’inflazione ha continuato a ridursi – si legge ancora nel comunicato – soprattutto per effetto dell’andamento più contenuto degli alimentari e dei beni. Le misure dell’inflazione di fondo stanno perlopiù diminuendo, la crescita dei salari registra una graduale moderazione e le imprese stanno assorbendo parte dell’incremento del costo del lavoro con i loro profitti. Le condizioni di finanziamento rimangono restrittive e i precedenti rialzi dei tassi di interesse continuano a incidere sulla domanda, contribuendo al calo dell’inflazione. Tuttavia le pressioni interne sui prezzi sono forti e mantengono elevata l’inflazione dei servizi“.

Le parole di Christine Lagarde

“Non ci impegniamo preventivamente su un percorso particolare dei tassi”, ha dichiarato la presidente della Bce Christine Lagarde al termine della riunione del Consiglio direttivo, precisando che il board continuerà ad essere dipendente dai dati in arrivo.

“Per dire la verità – ha rivelato la numero uno della Banca centrale europea – alcuni membri del consiglio ritenevano che vi fossero sufficienti dati a disposizione già in aprile per agire sui tassi ma poi hanno convenuto con la maggioranza ad attendere i dati che saranno disponibili a giugno”.

Da Francoforte, Lagarde ha inoltre rivendicato un certo grado di indipendenza dalle decisioni della Fed, che ha allontanato l’orizzonte del taglio dei tassi dopo il +3,5% quasi a sorpresa sull’inflazione di marzo, sottolineando le differenze tra i sistemi economici di Usa e Unione europea (qui abbiamo spiegato perché la Fed aspetterà almeno settembre per il taglio dei tassi).

Anche se ha dichiarato che le decisioni della Bce non saranno influenzate dalla Banca centrale americana, la presidente dell’Istituto europeo ha precisato come comunque sia ovvio che “tutto ciò che ha rilevanza sarà incluso nelle nuove stime di giugno e gli Usa hanno un mercato e un’economia ragguardevoli”.

A proposito dello stato di salute dell’Eurozona, Lagarde ha ricordato che “è rimasta debole nel primo trimestre” con il settore terziario solido e la manifattura alle prese con domanda e produzione deboli, ma che i dati puntano “a una ripresa graduale” grazie alla ripresa dei salari reali e all’export.

Per la Bce gli aumenti salariali sono inevitabili e devono essere assorbiti dagli utili aziendali proprio per non far ripartire la spirale dei prezzi. Inoltre, la Banca centrale si aspetta che i governi ritirino completamente gli aiuti varati in questi due anni di inflazione alle stelle, e perseguano politiche di bilancio prudenti, riducendo deficit e debito.