Effetto dazi, Trump farà calare l’inflazione: l’analisi della Bce

Nel suo bollettino mensile, la Bce ha spiegato come i dazi potrebbero far calare l'inflazione in Europa. Una buona notizia per i consumatori, meno per l'economia in generale

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

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La Banca centrale europea ha diffuso il suo bollettino mensile, che valuta la situazione economica europea. In generale, la Bce nota un rallentamento della crescita causato principalmente dai dazi e dalle guerre in corso in diverse parti del mondo. Le aziende stentano a investire, i consumi calano e l’economia non sta quindi rispettando le attese.

Dal bollettino però è emersa anche una conseguenza inaspettata dei dazi. La Bce ha descritto uno scenario in cui, a causa delle tariffe doganali, l’inflazione in Europa potrebbe scendere molto più di quanto ci si aspetta. Una buona notizia per i consumatori, meno per l’economia in generale.

L’economia europea rallenta a causa dei dazi

Il bollettino mensile della Bce sull’economia europea di agosto non è positivo. La Banca centrale europea ha constatato che i dazi e in generale l’incertezza degli ultimi mesi hanno rallentato l’economia europea. Nel secondo trimestre, quello che va da aprile a giugno, servizi e manifattura non sono cresciuti come ci si sarebbe aspettati. Il testo recita:

Indagini recenti rilevano un’espansione nel complesso modesta sia nel settore manifatturiero sia in quello dei servizi. Al tempo stesso, i maggiori dazi effettivi e attesi, il rafforzamento dell’euro e la persistente incertezza geopolitica riducono la propensione delle imprese a investire.

L’analisi arriva proprio nel giorno in cui i dazi di Trump al 15% su tutte le merci europee sono entrati in vigore, il 7 agosto. Le trattative per trovare quote di merci da escludere ed esenzioni sono però ancora in corso.

I dazi faranno scendere l’inflazione?

Sono proprio i dazi a essere al centro del bollettino della Bce. In particolare, l’analisi si sofferma su uno scenario in cui le tariffe potrebbero far diminuire l’inflazione. I fattori che contribuirebbero sono diversi:

  • l’euro è sempre più forte nei confronti del dollaro, circostanza che rende le importazioni meno costose;
  • i dazi e la forza dell’euro ridurrebbero le esportazioni, con più pressione sul mercato interno;
  • i Paesi che subiranno i dazi americani, come la Cina, reindirizzeranno il loro export in Europa.

Tutto questo porterebbe a una sovrabbondanza di merci, che potrebbe far crollare i prezzi. Il report mostra però anche uno scenario in cui la distruzione delle catene di approvvigionamento mondiali a causa delle guerre e il cambiamento climatico potrebbero portare invece a un aumento dell’inflazione.

Perché il calo dell’inflazione non è sempre una buona notizia

La Bce sottolinea anche però come, da diversi mesi, in buona parte dei Paesi dell’Ue sia stata raggiunta un’inflazione soddisfacente. Il tasso di crescita dei prezzi è attorno al 2% in buona parte degli Stati membri, Italia inclusa. Questa soglia è ritenuta ideale dagli economisti, perché mostra una domanda interna attiva, in grado di sostenere ulteriore crescita economica.

Se l’inflazione dovesse calare ulteriormente, queste circostanze verrebbero meno. Gli scenari allora sarebbero più simili a quelli immediatamente precedenti alla pandemia, con una crescita molto bassa e un’inflazione altrettanto piatta, e tassi di interesse sempre più bassi.