La digitalizzazione avanza, anche e soprattutto nel mondo dei servizi bancari. Sono infatti sempre meno gli sportelli bancari in giro per l’Italia, soprattutto nel Sud Italia. Alla fine dell’anno scorso, è stato registrato un calo di 824 unità, secondo i dati della Banca d’Italia. Nel corso del 2023 gli sportelli sono scesi da 20.985 a 20.161. Tale diminuzione, evidenziata da Via Nazionale, ha coinvolto tutte le regioni, con una maggiore incidenza percentuale registrata nelle Marche, in Abruzzo e in Sicilia.
Cali generali in tutte le regioni
Secondo quanto riportato nella pubblicazione dell’Istituto centrale “Banche e Istituzioni”, alla fine del 2023 le banche italiane e le filiali delle banche estere in Italia avevano a disposizione 20.161 sportelli operativi, di cui il 54% apparteneva alle banche di maggiori dimensioni. Le banche spa possedevano oltre 15.000 sportelli operativi, il 76% del totale nazionale. La quota riconducibile alle banche di credito cooperativo e alle banche popolari era pari, rispettivamente, al 20 e al 3%. Un calo che era già stato segnalato nei mesi scorsi dalla First Cisl.
La maggior concentrazione di sportelli bancari si trova nelle regioni del Nord, che costituiscono il 57% del totale nazionale, di cui il 40% è concentrato in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. Le regioni del Sud e le Isole, invece, ospitano complessivamente il 22% degli sportelli bancari presenti sul territorio nazionale.
Secondo i dati, nel 2023 in tutta Italia resistono 20.161 sportelli, un dato in netto calo considerando che l’anno scorso ne erano stati registrati 20.985 e dieci anni fa ben 30.740. Un crollo che non lascia scampo a nessuna area italiana: nel Nord-Ovest sono 6.145 (l’anno scorso 6.437), nel Nord-Est 5.430 (l’anno scorso 5.585), al Centro 4.138 (4.327 lo scorso anno), al Sud 2.939 (l’anno scorso 3.051) e nelle Isole 1.509, con l’anno scorso che il dato raggiungeva i 1.585 sportelli.
Guardando alle regioni invece, il Nord svetta: seppure siano tutti dati in calo, la Lombardia ne conta 3.891, al secondo posto l’Emilia-Romagna con 2.113 e il Veneto con 2.073.
Di seguito, la classifica completa:
- Lombardia: 3.891
- Emilia-Romagna: 2.113
- Veneto: 2.073
- Campania: 1.040
- Sicilia: 1.042
- Lazio: 1.664
- Piemonte: 1.626
- Toscana: 1.512
- Puglia: 934
- Trentino-Alto Adige: 671
- Marche: 633
- Friuli-Venezia Giulia: 573
- Liguria: 561
- Sardegna: 467
- Abruzzo: 407
- Umbria: 329
- Calabria: 314
- Basilicata: 166
- Molise: 78
- Valle d’Aosta: 67
Scendono anche i dipendenti, più di mille nel Centro Italia
Le conseguenze di tale contrazione sono molteplici. Per i clienti, la chiusura degli sportelli può comportare la necessità di adattarsi agli strumenti digitali per le proprie operazioni bancarie o affrontare spostamenti maggiori per accedere ai servizi bancari fisici. Per i lavoratori del settore, ciò può tradursi in una ridefinizione delle competenze richieste e potenziali ricadute sull’occupazione.
Infatti, con il calo degli sportelli si è registrato anche un minor numero di dipendenti: se nel 2022 erano 264.288, nel 2023 le stime della Banca d’Italia sono pari a 261.976, un calo di più di 2mila dipendenti. Il calo maggiore è stato al Centro, con 1.045 dipendenti in meno (nel 2022 erano 49.983 e l’anno scorso 48.938), a seguire il Sud (con 25.373 dipendenti rimasti e un calo di 718 persone rispetto al 2022) e le Isole, dove dei 12.602 che c’erano nel 2022 ora ne sono rimasti 12.309 (un calo di 293 impiegati). Anche al Nord-Est la diminuzione ha toccato la tripla cifra, pari a 230 dipendenti in meno (quest’anno son infatti 65.103 e l’anno scorso 65.333). Cali minimi invece al Nord-Ovest: sono stati solo 23 i dipendenti in meno secondo la Banca d’Italia (110.257 nel 2023, 110.280 nel 2022).
Inoltre, un aspetto particolarmente sentito riguarda l’accesso ai servizi bancari nelle comunità più piccole e in quelle aree dove l’accesso a Internet è limitato o dove la popolazione è meno incline all’utilizzo delle tecnologie moderne.