Auto, è boom di furti di pezzi: ecco quali rubano di più

I ladri di pezzi d'auto non vanno mai in vacanza, anzi: i furti aumentano in maniera esponenziale. Ecco quali sono le parti esposte al maggior rischio

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 17 Giugno 2023 12:01

In principio furono i furti d’auto. Poi vennero i furti di autoradio, pneumatici e cerchioni. Oggi la sottrazione di componentistica di varia natura è diventata la norma. Il sospetto è che i ladri non rubino più esclusivamente per rivendere a ignari (e ingenui) compratori al mercato nero, ma che i furti avvengano sempre di più su commissione.

Furto di pezzi d’auto: le componenti a maggiore rischio

La refurtiva non finisce solo nel mercato nero italiano, ma anche in quello estero e sui siti di oggetti usati. A essere maggiormente presi di mira sono fanali, portiere, gomme, cerchi, catalizzatori, marmitte, volanti, airbag, cruscotti, paraurti e specchietti. Menzione d’onore per le batterie al litio, il cuore delle auto elettriche, alcune delle quali arrivano a costare anche 10mila euro. Tra i modelli più vandalizzati le Fiat (Panda, 500, 500L e 500XL), quasi tutti i modelli Audi e le Smart. Le Fiat sono al vertice anche nella classifica della auto più rubate in Italia.

L’aumento dei prezzi nei listini ufficiali e i lunghi tempi di attesa per i pezzi di ricambio alimentano il fenomeno dei furti di componentistica. E il rischio è che l’automobilista derubato si ritrovi nella paradossale situazione di rivolgersi al mercato nero per riparare i danni subiti, lo stesso mercato nero che è all’origine del furto.

Cavallo di ritorno con smontaggio dei pezzi

C’è poi una forma ibrida di furto, a metà strada tra il furto d’auto e la sottrazione di componentistica: è il cavallo di ritorno con smontaggio dei pezzi. Il cavallo di ritorno classico prevede che il mezzo rubato venga restituito dietro il pagamento di un riscatto. Oggi sempre più spesso accade che chi accetti di sottostare a questo ricatto si ritrovi con un’auto priva di qualche pezzo. Il consiglio per chi sia vittima del racket del cavallo di ritorno è quello di allertare le forze dell’ordine e organizzare un incontro con i malviventi sotto la vigilanza a distanza di polizia o carabinieri, col fine ultimo di procedere all’arresto.

In termini assoluti le città più colpite sono Milano e Roma, ma in percentuale alla popolazione sono tanti i centri, anche di dimensioni relativamente piccole, flagellati dal fenomeno. Non vengono attaccate solo le auto dei cittadini, ma anche quelle appartenenti alle società di noleggio. I tempi cambiano e il mercato si adegua: alcune assicurazioni e alcune società di nolo hanno cominciato a inserire apposite franchigie nei loro contratti.

Avere l’esatto quadro del fenomeno non è facile dal momento che gli automobilisti che non abbiano stipulato una polizza assicurativa contro il furto non sempre denunciano.

Meglio una polizza furto a copertura totale

L’unico modo per tentare di ridurre il rischio di furto è evitare di parcheggiare l’auto in strada nelle ore notturne, soprattutto in zone isolate e poco illuminate. Ma i ladri più esperti e spregiudicati possono agire anche se l’auto si trova in una zona piuttosto frequentata: non effettuano lo smontaggio sul posto, ma rubano l’intero veicolo e lo guidano verso una zona più tranquilla dove possono agire indisturbati. Meglio prevenire ricorrendo a una copertura assicurativa totale: questo non ferma le mani dei ladri, ma in caso di furto si piange con un occhio solo.

Invece sul fronte delle regioni più a rischio per i furti d’auto troviamo Campania, Lazio, Puglia, Sicilia e Lombardia. Un’auto rubata su due è un Suv.