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La Borsa del 13 giugno, venerdì nero per Piazza Affari che chiude a -1,3%
L'escalation in Medio Oriente raggiunge nuove vette con l'attacco di Israele ai siti nucleari dell'Iran, che di tutta risposta ha inviato 100 droni. Fuga dai mercati, in rialzo l'oro
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Milano crolla a -1,3%
Il Ftse Mib chiude in netto calo l’ultima seduta della settimana, causa il deteriorarsi della situazione geopolitica globale con l’attacco di Israele all’Iran.
Il listino milanese termina le contrattazioni a 39.438 punti (-1,3%), con diverse blue chip che registrano flessioni pesanti: Nexi (-4,9%), Campari (-3,4%), Stellantis (-3,4%). Tengono i titoli legati all’energia (il peggioramento delle tensioni in Medio Oriente spinge al rialzo i prezzi del petrolio) e della difesa: il quartetto di testa del Ftse Mib è composto da Italgas (+1,1%), Eni (+1%), A2a (+0,9%) e Leonardo (+0,4%). Lo spread Btp/Bund chiude in aumento a 98 punti base.
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Continua il rosso di Milano
Con i futures statunitensi pesanti (-1,15% quello sul Dow Jones e -1,18% quello sull’S&P500), a causa delle tensioni tra Israele e l’Iran, le borse europee restano sotto pressione.
Francoforte perde l’1,37%, Parigi l’1,09%, Londra lo 0,42% e Milano l’1,34% a 39.411 punti alle 12:40 con tutte le blue chip in rosso, tranne i titoli petroliferi, come Tenaris ed Eni, che beneficiano del rally dei prezzi del petrolio, e Leonardo nel settore della difesa.
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L'attacco spaventa i listini
Le Borse europee aprono in deciso ribasso, appesantite dall'escalation del conflitto in Medio Oriente. A mezz'ora dall'apertura, il Ftse Mib cede l’1,37%, il Cac 40 di Parigi arretra dell’1,18%, il Dax di Francoforte perde l’1,35%, mentre il Ftse 100 di Londra limita i danni a -0,5%.
A Milano pochi i titoli in positivo: in luce i petroliferi, con Eni che guadagna l’1,8%, Tenaris lo 0,7% e Saipem lo 0,6%. Bene anche il comparto difesa: Leonardo avanza dell’1,6% a Milano, Thales segna +1,7% a Parigi e Rheinmetall cresce del 2% a Francoforte.
Sul fronte opposto, Stellantis guida i ribassi a Piazza Affari con un calo del 3%. Pressione anche sulle banche, mentre prosegue l’attenzione sul risiko bancario: il CdA della Popolare di Sondrio (-2,6%) ha definito "rischiosa e incerta" la proposta di fusione con Bper (-1,8%), giudicando congruo il prezzo offerto ma non rappresentativo del reale valore della banca valtellinese.
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Spread a 98 punti
Spread tra BTp e Bund in lieve allargamento all'apertura delle contrattazioni dei titoli governativi. Il rendimento del BTp decennale di riferimento resta comunque stabile al 3,44%, in linea con la chiusura della vigilia. Il differenziale con il pari scadenza tedesco sale a 98 punti dai 96 punti di ieri sera.
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Male lusso e auto
In deciso calo Stellantis (-3,03%), penalizzata dalle vendite sul settore automobilistico. Vendite anche su Nexi (-2,89%), Banca Popolare di Sondrio (-2,70%), Mps (-2,62%) e Brunello Cucinelli (-2,52%).
Nome Valore Var % Stellantis 8,515 -3,03 Nexi 4,941 -2,89 Bca Pop Sondrio 11,52 -2,70 Banca Monte Paschi Siena 6,919 -2,62 Brunello Cucinelli 97,58 -2,52 Banca Mediolanum 14,08 -2,49 Mediobanca 19,04 -2,41 Campari 5,692 -2,37 Azimut 26,26 -2,34 Moncler 50,88 -2,34 -
Bene i titoli oil e difesa
Tra attacco di Israele e petrolio alle stelle, spiccano i rialzi di Eni (+1,93%), Leonardo (+1,26%), Tenaris (+0,58%) e Saipem (+0,08%), sostenuti dall’andamento favorevole delle materie prime energetiche.
Nome Valore Var % Eni 14,126 +1,93 Leonardo 49,01 +1,26 Tenaris 15,615 +0,58 Saipem 2,398 +0,08 -
Borse europee in calo in avvio di seduta
Apertura negativa per i principali listini: Londra cede lo 0,43%, Parigi segna un ribasso dell'1,22% e Milano apre in flessione dell'1,38%. In Francia, l'inflazione di maggio viene confermata in rallentamento.
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Occhi sui titoli petroliferi
L'attacco rende Eni osservata speciale, dopo che gli Stati Uniti hanno deciso di evacuare per sicurezza la propria ambasciata in Iraq in seguito all’escalation in Iran. Occhio anche a Italgas, che termina la negoziazione dei diritti dell’aumento di capitale.
Nel comparto industriale occhio a Stellantis dopo che il presidente statunitense, Donald Trump, ha avvertito che potrebbe presto aumentare i dazi sulle auto, sostenendo che ciò spingerebbe le case automobilistiche ad accelerare gli investimenti negli Stati Uniti.
Quanto a Pirelli l’assemblea ha approvato il bilancio 2024 con il solo voto contrario della cinese Sinochem, principale azionista.
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In rialzo il petrolio, gli investitori ripiegano sull'oro
Una delle principali regioni produttrici di greggio, l'attacco all'Iran porta il prezzo del petrolio a schizzare alle stelle, con il Brent a +7,35% a 74,41 dollari al barile ma nell’intraday ha toccato 78,5 dollari al barile. Per Saxo Markets il prezzo del petrolio può arrivare a 80 dollari se le tensioni in Medio Oriente si aggravano, ma un aumento della produzione da parte dell’Opec+ potrebbe frenare i rialzi.
Come salgono anche le quotazioni dell'oro; un'ovvia conseguenza dell'attacco, in quanto gli investitori scappano verso beni rifugio come appunto l'oro (+1,30% a 3.446 dollari l’oncia il futures) e il franco svizzero (+0,4% a 0,8072 per dollaro).
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L'escalation in Medio Oriente fa crollare i mercati
L'attacco di militare compiuto questa mattina da Israele nei confronti dell'Iran porta i future ull’Eurostoxx50 a -1,44%, come anche quelli di Wall Street (-1,30% quello sul Dow Jones e -1,47% quello sull’S&P500 con il rendimento del Treasury Usa 10 anni che scende al 4,23%, il minimo da un mese).
Si profila quindi un venerdì nero, con le tensioni internazionali che fanno scappare gli investitori, a cui si aggiungono le pressioni sull'economia globale a causa delle politiche commerciali aggressive del presidente statunitense, Donald Trump. Israele ha dichiarato lo stato di emergenza con l'Iran che ha lanciato oltre 100 droni verso Tel Aviv dopo quello che ha definito un «attacco preventivo» al programma nucleare iraniano.