La Russia rifornirà la Bielorussia di sistemi missilistici Iskander-M nel giro di pochi mesi, come ha dichiarato Vladimir Putin nel corso dell’incontro con il suo omologo Aleksander Lukashenko, avvenuto sabato 25 giugno a San Pietroburgo. Durante il vertice tra i due presidenti, si è parlato anche delle politiche della Lituania e della Polonia nei confronti di Minsk, definite “aggressive”, “conflittuali” e “ripugnanti”.
Bielorussia e Russia contro Lituania e Polonia: cosa sta succedendo
I due Paesi stanno infatti applicando in maniera estremamente puntuale le sanzioni contro Mosca colpendo l’oblast russo di Kaliningrad, exclave che si trova proprio tra la Lituania e la Polonia e che si affaccia sul Mar Baltico.
Si tratta di un importante snodo commerciale via mare per la superpotenza orientale, ma le merci devono obbligatoriamente transitare via terra all’interno dell’Unione Europea e in Bielorussia per arrivarci.
Vladimir Putin ha denunciato a più riprese il blocco totale dei prodotti ai confini, anche se la Lituania ha dichiarato che le misure riguardano solo l’1% delle merci che transitano sulla tratta, mentre il traffico passeggeri non ne sarebbe stato influenzato.
Il nodo dovrebbe essere sciolto nel prossimo periodo dall’Unione Europea, che dovrà chiarire in che modo applicare l’embargo per i beni che non devono essere venduti all’estero.
Minsk “si deve preparare a tutto”: l’inquietante annuncio di Lukashenko
A preoccupare la Bielorussia, però, ci sarebbero anche gli aerei americani e degli altri membri della Nato, armati con missili nucleari, in base a quanto dichiarato da Aleksander Lukashenko durante il vertice con Vladimir Putin.
“Minsk si deve preparare a tutto, anche all’uso di armi più forti per difendere la terra dei nostri padri, da Brest”, città bielorussa al confine con la Polonia, “a Vladivostok”, città russa sul Mar del Giappone.
Il presidente bielorusso ha dunque parlato di Russia e di Bielorussia come di un’unica realtà, e le sue dichiarazioni sono apparse non solo come una conferma dell’alleanza che lega Minsk a Mosca, ma anche come l’espressione della volontà di entrare in guerra al suo fianco.
E magari attaccare i Paesi occidentali, rei di aver bloccato il commercio e gli approvvigionamenti di beni primari, nonostante Vladimir Putin e i suoi alleati stiano già aggirando le sanzioni nel Mar Mediterraneo.
La mossa di Vladimir Putin: il nuovo sistema missilistico per la Bielorussia
Vladimir Putin ha dichiarato durante l’incontro che non ci sarà nessun attacco imminente alla Nato, ma che la Bielorussia potrà contare sulle fabbriche della Russia per migliorare i jet Sukhoi Su-25. E ha poi promesso un rifornimento di Iskander-M, un sistema missilistico mobile che servirà a sostituire quello di epoca sovietica Scud.
L’Iskender-M può lanciare razzi fino a 500 km di distanza, e oltre ai missili convenzionali può montare anche le testate nucleari. Una prospettiva inquietante tanto per l’Occidente quanto per l’Ucraina.
Durante le scorse notti Kiev ha denunciato l’arrivo di missili dalla Bielorussia, per la prima volta dall’inizio dell’invasione russa, partita il 24 febbraio. Con i nuovi sistemi missilistici, la Russia Bianca potrebbe offrire a Vladimir Putin un sostegno fondamentale per vincere la guerra in Ucraina.
E potrebbe rivelarsi una minaccia per i Paesi confinanti del blocco Nato, già accusati da Aleksander Lukashenko di essere andati contro gli interessi di Minsk e di Mosca. E quindi segnati sulla lista nera dei due Paesi. Intanto, si discute del possibile ingresso della Bielorussia nella guerra in Ucraina.