Padre e madre fuori dai documenti? Italia apre a “genitore”

L'esecutivo vuole esaminare l''ordinanza emessa dal Tribunale di Roma su "genitore" nei documenti della figlia di una coppia "arcobaleno"

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Redazione

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Dopo alcuni mesi di silenzio sulla questione si torna a parlare della tanto dibattuta dicitura “genitore 1” e “genitore 2” nei documenti dei figli al posto delle classiche “padre” e “madre”. A riaccendere la luce dei riflettori sulla dicitura è una recente ordinanza dei giudici del Tribunale civile di Roma che è pronta a fare giurisprudenza e contro la quale il Governo, oggi presieduto da Giorgia Meloni, si è detto pronto a fare delle attente verifiche per evitare problemi futuri.

Genitore al posto di padre e madre, l’ordinanza

Come detto, si è tornati a parlare della dicitura dopo la decisione da parte del Tribunale civile di Roma che ha aperto alla dicitura neutra di “genitore” sui documenti bocciando di fatto il decreto dell’allora Ministro dell’Interno Salvini che imponeva l’uso di “padre” e “madre”. L’ordinanza in oggetto, come riferito da La Stampa, è quella emessa lo scorso 9 settembre 2022 dopo che due mamme avevano intentato una causa per essere riconosciute entrambe come genitrici di una bimba.

La coppia “arcobaleno”, formata dalla mamma legale e quella adottiva della piccola, erano infatti incappate nell’ostacolo da parte dell’ufficio anagrafe del Comune che alla richiesta della carta d’identità per la bambina aveva alzato il muro. “Allo sportello, giustamente, hanno detto alle due donne che non si poteva procedere con la dicitura neutra ma occorreva la scritta ‘padre e madre o chi ne fa le veci’. A quel punto hanno deciso di non procedere” spiega l’avvocato Federica Tempori che ha assistito la coppia. Da qui il ricorso presentato dalle due madri che hanno deciso di intraprendere l’iter giudiziario contro il decreto del 31 gennaio del 2019, firmato dall’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che impone sul documento di riconoscimento la dicitura “padre” e “madre”.

Dopo essere state respinte dal Tar, che non si è espresso un quanto materia di responsabilità del tribunale ordinario, le due hanno ricevuto parere favorevole da parte dei giudici: “Il giudice, inoltre, afferma che il decreto oltre a violare le norme, sia comunitarie che internazionali, è viziato da eccesso di potere. In quel provvedimento il ministro va oltre le sue competenze: la carta di identità è, infatti, un documento certificativo di una realtà già pre-esistente nell’atto nascita che stabilisce una madre partoriente e una adottiva. Non può quindi esserci discrasia tra documento di identità e l’atto di nascita”.

Le polemiche e la decisione del Governo

Venuto a conoscenza di quanto deciso dal Tribunale civile di Roma, il ministro Matteo Salvini ha commentato indignato: “Illegali o discriminanti le parole Mamma e Papà?, le parole più belle del mondo. Non ho parole, ma davvero” (qui vi abbiamo parlato del commento di Salvini a una recente decisione dell’Ue). Come detto sull’ordinanza dei giudici il Governo ora dice di volere fare attente verifiche con “la decisione sarà esaminata dal Governo con particolare attenzione” perché “presenta evidenti problemi di esecuzione e mette a rischio il sistema di identificazione personale”.

Monica Cirinnà, responsabile Diritti Civili del Pd, è intervenuta affermando che nella ordinanza “si riconosce che le famiglie nel nostro paese sono plurali e diverse tra loro”. Per Cirinnà il decreto Salvini “mai modificato in seguito nonostante le tante sollecitazioni del Parlamento e le rassicurazioni fornite dai successivi Governi, è illegittimo e non deve essere applicato”.

Genitore 1 e 2, cosa diceva Meloni

Col ritorno della polemica non può non tornare in mente lo slogan di Giorgia Meloni su “genitore 1” e “genitore 2”. L’attuale premier, infatti, in un comizio aveva ribadito il secco no alla dicitura in quanto “i bambini hanno il diritto ad avere un padre e una madre, la maternità surrogata deve essere un reato punibile anche se commessa all’estero”.

“Su questo è sempre più urgente approvare la nostra proposta all’esame in Commissione Giustizia e Fratelli d’Italia chiede di velocizzare il suo iter per raggiungere il prima possibile questo obiettivo” diceva la leader di FdI.