Elon Musk incontra in segreto il Papa: di cosa hanno parlato

L'imprenditore Elon Musk è andato in udienza da Papa Francesco, e durante il loro incontro i due avrebbero parlato di tecnologia e povertà

Mentre la sua operazione da 44 miliardi di dollari per comprare Twitter rimane nell’incertezza, Elon Musk continua a far parlare di sé. Proprio sul social network azzurro nei giorni scorsi si è sentita l’assenza del magnate, che ha ormai abituato il popolo del web alle sue dichiarazioni sull’attualità e gli affari, riuscendo a far nascere accesi dibattiti e addirittura a convincere gli azionisti a buttarsi su determinati investimenti, spesso su asset digitali o tecnologici. Dopo oltre una settimana di silenzio, il patron di Tesla ha twittato una foto insieme a Papa Francesco. E in tanti si sono interrogati sulla natura dell’incontro tra due personaggi che apparentemente hanno poco da spartire.

L’udienza di Elon Musk dal Papa: l’annuncio su Twitter

“Sono onorato di aver incontrato Papa Francesco ieri”, ha scritto su Twitter l’imprenditore nel pomeriggio di venerdì. Nella foto si vedono Elon Musk e quattro dei suoi figli adolescenti. La più grande, che ha da poco fatto coming out come transgender e ha annunciato di voler cambiare il suo cognome per non essere riconosciuta, non era presente in Vaticano. La famiglia, come si evince da un altro tweet con una foto di Venezia, sarebbe in giro per l’Italia dall’ultima rovente settimana di giugno.

La Santa Sede non ha fatto alcun commento ufficiale, né ha annunciato l’udienza tra il pontefice e il magnate sudafricano naturalizzato americano. Non è una novità che i grandi nomi dello spettacolo, della finanza e della politica incontrino il Papa durante le udienze private che si svolgono ormai nella struttura alberghiera scelta da Jorge Bergoglio come residenza ufficiale, Casa Santa Marta.

Cosa accomuna Papa Francesco ed Elon Musk: la tecnologia

Non si conoscono ufficialmente i temi affrontati da i due durante il loro incontro, tenuto segreto fin quando non è avvenuto. Ma sappiamo che il pontefice, durante le udienze con gli uomini più ricchi e potenti della terra, affronta spesso alcuni temi fondamentali del suo papato. Gli stessi affrontati nell’enciclica Laudato si’ del 24 maggio 2015, che nel titolo e nell’introduzione cita San Francesco d’Assisi, applicando il pensiero del religioso all’età moderna e sottolineando l’importanza di prendersi cura del nostro pianeta.

Nel documento Papa Francesco sottolinea coma la tecnologia sia in grado di cambiare le sorti dell’umanità e migliorare la qualità della vita delle persone, ma anche il potere che deriva dalla ricerca e dal progresso. Potere che potrebbe però finire nelle mani sbagliate o essere utilizzato per scopi non etici. Non è un mistero che Bergoglio, parlando con gli imprenditori delle big tech, spesso sottolinei l’importanza di utilizzare le nuove scoperte a favore dei più deboli, invitando i ricchi industriali del 2.0 a donare quote dei loro patrimoni ai poveri.

Il problema della natalità per Elon Musk e Papa Francesco

Uno dei temi cari sia a Elon Musk che al pontefice è poi quello della natalità. Proprio l’imprenditore, di recente, ha lanciato un avvertimento all’Italia, Paese dove si fanno sempre meno figli, come spiegato qua. Per lui la vera ricchezza sarebbe solo quella data da una famiglia numerosa. E se tutti mettessero al mondo più infanti si potrebbero risolvere molti problemi, almeno quelli economici. Impresa sicuramente facile per l’uomo più ricco del globo, che non avrà certo problemi a far crescere nel lusso i suoi sette eredi.

A maggio era stato proprio Papa Francesco, durante gli Stati generali della Natalità che si sono tenuti all’Auditorio della Conciliazione di Roma, a dire che il calo delle nascite è “una vera e propria emergenza sociale” che sta impoverendo il futuro dell’Occidente.

I problemi di Elon Musk però sono molto più concreti in questo periodo, visto che contro l’imprenditore di Tesla sta arrivando un maxi ricorso da parte dei dipendenti del colosso dell’automotive, di cui vi abbiamo parlato qui, a causa delle politiche aziendali sullo smart working, spiegate qua.