Aveva scontato una condanna nel suo Paese d’origine per reati comuni. Tornato libero, nel 2011 era partito con un barchino alla volta di Lampedusa e aveva fatto su e giù dalla Scandinavia all’Italia. Aveva poi raggiunto il Belgio, dove l’anno scorso aveva avuto alcune grane con la giustizia. Infine, come è noto, ha dato sfogo ai suoi propositi omicidi in nome dell’estremismo islamico trovando a sua volta la morte.
Chi era Abdeslam Jilani Meftah Lassoued
È questa la parabola del 45enne tunisino Abdesalem Lassoued, nome completo Abdeslam Jilani Meftah Lassoued, sui social noto anche come Slayem Slouma. Lassoued, immigrato illegale con ultimo domicilio a Bruxelles, nella serata di lunedì 16 ottobre ha ucciso due turisti svedesi, in città per assistere alla partita di calcio Belgio-Svezia. L’uomo è stato riconosciuto e ucciso dalla polizia solo 12 ore dopo, nella mattinata di martedì 17.
Lassoued non era certo una nuova conoscenza per le autorità: identificato in Italia dopo lo sbarco a Lampedusa, si diresse in Norvegia da dove venne rispedito al mittente, in nome di quegli accordi di Dublino che impongono al Paese di prima accoglienza di gestire la posizione di ogni migrante. Ma Lassoued partì nuovamente alla volta del profondo Nord, raggiungendo la Svezia. Lì commise alcuni crimini, venne processato, incarcerato e infine espulso a fine pena. Dopo la sua esperienza svedese, tornò infine in Italia, a Bologna, dove la Digos lo identificò schedandolo come radicalizzato.
Avendone ascoltato i discorsi, l’intelligence italiana raccolse prove sulla volontà di Lassoued di esportare jihad e sharia in Europa. Emersero anche suoi coinvolgimenti nel traffico di esseri umani. I controlli evidenziarono contatti con altri tunisini residenti in Italia e in altri Paesi europei, tra cui Belgio e Gran Bretagna. Gli 007 italiani fecero una segnalazione ai colleghi belgi chiedendo espressamente informazioni sui contatti del tunisino, ma la risposta da Bruxelles fu che dalle verifiche effettuate non era emerso alcun elemento degno di destare preoccupazione. File archiviato.
Espulsione bloccata dal ricorso
In Italia Lassoued era una persona attenzionata e forse l’intelligence stava raccogliendo elementi per provvedere all’espulsione prevista per i soggetti a rischio. L’uomo però fece domanda di protezione internazionale alla commissione territoriale bolognese bloccando tutto. La domanda venne respinta nel giugno del 2016 e Lassoued finì al Centro di identificazione ed espulsione di Caltanissetta, in attesa del rimpatrio.
L’uomo si appellò nuovamente alla giustizia facendo opposizione davanti al tribunale, che rimandò tutto a un’udienza da tenersi a metà gennaio dell’anno successivo. In attesa della decisione, Lassoued ottenne un permesso di soggiorno momentaneo e poté uscire dal Cie da uomo libero. E facendo immediatamente perdere le sue tracce.
Abdesalem Lassoued in Belgio
Nel giugno del 2022 riappare in Belgio, dove conduce una vita normale: non si nasconde, non ha cambiato aspetto, va in giro a capo scoperto. Un giorno minaccia una persona in un centro d’accoglienza, ma la vittima lo denuncia. La polizia lo convoca in commissariato per un interrogatorio fissato per martedì 17 ottobre. Quel giorno però l’appuntamento con la polizia avviene in altro luogo e per altri motivi: Lassoued viene ucciso per strada in un conflitto a fuoco dopo una caccia all’uomo lunga una notte.
In un video postato su Facebook a nome di Slayem Slouma, l’uomo aveva annunciato di voler “vendicare i musulmani”. Lassoued aveva anche rivendicato la sua appartenenza all’Isis: “Sono un mujahiddin dello stato islamico, che vi piaccia o no. Viviamo per la nostra religione e moriamo per questa stessa religione”.
Poche ore dopo l’Isis ha rivendicato l’attentato a Bruxelles. Lo Stato islamico considera suoi combattenti chiunque, in risposta agli appelli a colpire l’Occidente, uccida “infedeli” e “crociati” in nome dell’Islam.
Si cercano legami con altri radicalizzati
Ora si indaga su eventuali legami con altri jihadisti. In particolare con un altro tunisino radicalizzato e passato dall’Italia, Anis Amri. Amri fu l’autore della strage al mercatino di Natale di Berlino in cui morirono 12 persone e altre 50 rimasero ferite. L’uomo poi venne fermato e ucciso a Milano il 23 dicembre 2016.
Si teme anche che la guerra fra Hamas e Israele possa fomentare ulteriori attacchi terroristici. L’Italia, in quanto Paese sostenitore di Israele, è esposta al rischio.