Terra dei fuochi, sequestro da 200 milioni in provincia di Napoli

Barche, centinaia di immobili ed elicotteri: sequestrato il "tesoro" di tre fratelli imprenditori nella Terra dei fuochi, in provincia di Napoli

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Si torna a parlare di Terra dei fuochi dopo il maxi sequestro da 200 milioni di euro attato ad Acerra, in provincia di Napoli. Nel mirino tre fratelli, gli imprenditori Giovanni, Cuono e Salvatore Pellini, attivi in differenti settori.

Maxi sequestro

Sotto accusa l’attività imprenditoriale dei fratelli Pellini, operanti in numerosi settori economici, come la gestione di recupero, smaltimento e riciclaggio dei rifiuti, sia urbani che industriali. L’ammontare del valore dei beni sequestrati ha trasformato la notizia da locale in nazionale.

La valutazione complessiva supera di poco i 200 milioni di euro, con la notifica del provvedimento da parte dei finanzieri Nucleo di polizia Economico-Finanziaria di Napoli che è stata contestuale a un ordine di dissequestro e restituzione della Cassazione.

Immediato un nuovo decreto di sequestro, dunque, emesso dalla sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione del Tribunale di Napoli. Un’operazione svolta su richiesta della Procura. Ma vediamo nel dettaglio cosa i finanzieri hanno provveduto a sequestrare nuovamente, tanto ai tre fratelli quanto ai componenti dei loro rispettivi nuclei familiari:

  • 8 società;
  • 72 autoveicoli;
  • 75 rapporto finanziari;
  • 224 immobili;
  • 75 terreni;
  • 3 imbarcazioni;
  • 2 elicotteri.

Un vero e proprio tesoro ampiamente investito, per un valore stimato di 201.476.743 euro. Si parla oggi di nuovo sequestro perché nel 2017 il tutto era già avvenuto, in via di prevenzione, sulla base degli esiti processuali che avevano condotto alla loro condanna definitiva. Contro di loro l’accusa di disastro doloso continuato.

Le indagini avevano accertato la sproporzione evidente tra i beni e le ufficiali disponibilità degli imprenditori. Gran parte di quanto posto sotto sequestro, inoltre, era frutto di attività illecite e del reimpiego di tali proventi. Dalla confisca in primo grado nel 2019 alla conferma con decreto della Corte di Appello di Napoli nel 2023.

La sentenza della Cassazione

La svolta nel caso del maxi sequestro nella Terra dei fuochi è però giunta con la sentenza depositata il 29 aprile 2024 dalla Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione. Il decreto in Appello è stato annullato. Ciò si è tradotto nella disposizione della restituzione dei beni ai fratelli Pellini.

Nel dettaglio, però, sulla base della sentenza la Procura Generale della Repubblica, presso la Corte d’Appello di Napoli, ha provveduto a demandare gli adempimenti del caso all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Quest’ultima autorizzata ad avvalersi nel caso della Guardia di Finanza di Napoli.

Detto ciò, si ravvisava però la possibilità di procedere con un nuovo provvedimento di sequestro, al fine di ottenere la confisca dei beni indicati. La Dda di Napoli ha dunque delegato l’operazione al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria a effettuare una ricognizione analitica di tutti i beni d’interesse. Il tutto si è concretizzato quest’oggi, martedì 28 maggio, nel maxi sequestro milionario.