Slow Food contro Eataly, per Oscar Farinetti Coca-Cola è “una delle aziende più etiche”

Il fondatore di Eataly ha tessuto l'elogio della Coca-Cola, che però in Eataly non è venduta. Aspre critiche da Slow Food per la vendita dell'italiana Lurisia alla multinazionale

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 30 Dicembre 2024 14:36

Ultimamente si torna a parlare di Oscar Farinetti, fondatore ed ex amministratore delegato di Eataly, tempio del buon mangiare e del buon bere made in Italy. Il caso riguarda la vendita dell’azienda italiana Lurisia alla Coca-Cola, avvenuta nel 2019. La cosa ha scatenato le polemiche: Lurisia è da sempre nota per la produzione di acqua minerale e bibite zuccherate alternative ai grandi brand e simbolo della biodiversità locale.

La vendita a Coca-Cola nel 2019 per 88 milioni di euro ha suscitato critiche perché contraria ai valori promossi da Slow Food, che combatte il dominio delle multinazionali nel settore agroalimentare. Del caso si è occupata anche la trasmissione Report, nella puntata di domenica 29 dicembre.

Farinetti benedice Coca-Cola

Questo l’elogio di Coca-Cola fatto da Oscar Farinetti:

Sono sempre stato orientato a sinistra e allora il nostro motto era contro l’imperialismo delle multinazionali. Negli anni ho maturato invece la volontà di incidere, di lavorare perché le multinazionali diventino buone. E oggi io metto la Coca-Cola tra le multinazionali più etiche che ci sono.

I critici, in sintesi, rinfacciano a Farinetti il cambio di passo ideologico. Ma la questione ha anche risvolti concreti: destano clamore le parole spese per Coca-Cola, multinazionale finita più d’una volta nell’occhio del ciclone con l’accusa di beneficiare di pratiche non etiche. Fra le ultime, un’inchiesta del New York Times e del Fuller Project rivela come nella filiera produttiva dello zucchero sarebbe impiegato il lavoro minorile. Negli anni, sempre in India, Coca-Cola e altre multinazionali sono finite al centro delle proteste dei contadini locali che combattono contro lo sfruttamento delle riserve idriche. Coca-Cola è inoltre accusata di essere una delle principali aziende che alimentano l’inquinamento da plastica.

Le accuse di Slow Food

In passato l’associazione Slow Food, guidata da Carlo Petrini, era alleata con Farinetti nel promuovere pratiche alimentari sostenibili e a tutela delle tradizioni gastronomiche locali.

Petrini condanna quanto avvenuto senza giri di parole: “Nel momento in cui Lurisia non è più proprietà di un imprenditore locale ma di una multinazionale conosciuta in tutto il mondo, specialmente in America Latina, dove fa man bassa di proprietà delle acque, io non posso non vedere quello che le multinazionali fanno in tutto il mondo”. Lurisia, fra le altre cose, produce il chinotto di Savona, presidio Slow Food.

Insomma, la cessione di Lurisia a Coca-Cola, fra i top brand al mondo, e le parole intrise di benevolenza di Oscar Farinetti vengono viste da alcuni come la vittoria della logica del profitto sui valori promossi da Slow Food, ovvero produzione locale, sostenibilità e biodiversità. Coca-Cola, fra l’altro, non è venduta nei negozi Eataly.

Vecchia polemica

Si tratta, in realtà, di una vecchia controversia che si trascina da anni e che viene ravvivata di tanto in tanto da improvvisi nuovi scatti polemici. Così, infatti, diceva Farinetti nel settembre del 2019 in merito alla vendita per 88 milioni di Lurisia a Coca-Cola: “Il fatto che Atlanta metta dei soldi per investire in un’azienda artigianale italiana è un ottimo segnale per il nostro Paese. Creerà nuovi posti di lavoro, continuerà a comprare il chinotto dagli agricoltori savonesi che aiutiamo da anni. E salvaguarderà lo stile e le radici tricolori del marchio”. Farinetti diceva così: “Nel’68 anche io ero contro l’imperialismo delle multinazionali. Ma da allora queste realtà sono cambiate e migliorate”.