Alluvione in Russia e Kazakistan: 210 milioni di euro di danni e migliaia di sfollati

Una grave alluvione ha colpito l'area al confine tra Russia e Kazakistan causando danni per centinaia di milioni di euro

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 14 Aprile 2024 17:05

Da una settimana circa, la regione al confine tra Russia e Kazakistan che si sviluppa nel bacino del fiume Ural è colpita da forti piogge che hanno causato una grave alluvione. Il corso d’acqua è arrivato a un livello di oltre 11 metri, superiore anche a quello del Mar Caspio, in cui sfocia.

Le inondazioni sono state peggiorate anche dal crollo di una diga lungo il corso del fiume. I danni sono stimati in oltre 210 milioni di euro, ma la cifra potrebbe ancora salire dato che il maltempo nella regione dovrebbe continuare per altre 24 ore.

L’alluvione tra Russia e Kazakistan

La regione al confine tra Russia e Kazakistan, lungo il corso del fiume Ural e a ridosso dei monti Urali, è stata colpita negli ultimi 7 giorni da un’importante alluvione che ha causato morti, sfollati e milioni di euro in danni. La principale causa di queste inondazioni è una grossa ondata di maltempo che ha colpito quest’area. A contribuire sono state però anche le temperature sopra la media, che hanno anticipato il disgelo.

Il caldo eccessivo ha convogliato la neve accumulatasi durante l’inverno nel bacino del fiume Ural, che sabato ha raggiunto il livello record di 11,7 metri, superiore a quello del Mar Caspio, in cui sfocia. Circa 14mila persone hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni. La città più colpita è stata Orenburg, capitale dell’omonima regione russa al confine con il Kazakistan.

Anche nello stato dell’Asia Centrale le piogge hanno causato gravi danni e allagamenti. 10 regioni sulle 17 in cui è divisa la nazione hanno dichiarato lo stato di emergenza, mentre il presidente Kassym-Jomart Tokayev ha definito quanto accaduto come un disastro naturale come non se ne vedevano da molto tempo.

Il crollo della diga di Orsk e i danni economici

Uno degli eventi più gravi dall’inizio delle alluvioni in Russia e Kazakistan è stato il crollo della diga di Orsk, in Russia. Oltre ad aver gravemente danneggiato la città stessa di Orsk, dove si sono svolte proteste contro il governo, il cedimento dell’impianto ha ulteriormente diminuito la capacità delle autorità di contenere le piene dell’Ural.

I primi dati raccolti parlano di circa 210 milioni di euro di danni causati dall’alluvione, ma si tratta di una stima ancora molto parziale, dato che le inondazioni non sono ancora state risolte in buona parte della regione di Orenburg e in Kazakistan. La zona è inoltre una delle principali aree per la produzione di grano in Russia. L’acqua potrebbe aver compromesso buona parte del raccolto.

Danni molto seri anche all’allevamento, con i ministeri dell’agricoltura russo e kazako che si stanno assicurando che gli allevatori abbiano i mezzi per disporre dei cadaveri del bestiame, per evitare la diffusione di malattie.

A Orsk inoltre si trova una grossa raffineria di petrolio, in grado di processare 90mila barili al giorno, che ha dovuto sospendere le operazioni. Danni a questo stabilimento andrebbero ad aggiungersi a quelli fatti dai droni ucraini, che nelle scorse settimane hanno colpito diverse altre raffinerie riducendo del 30% la capacità della Russia di produrre derivati del petrolio.