Il Ponte sullo Stretto si può fare, il Governo punta al visto con riserva

Il governo spera di poter utilizzare un decreto del 1934 per ottenere un visto con riserva sul Ponte sullo Stretto, procedendo con i cantieri anche senza l'approvazione della Corte dei Conti

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Matteo Runchi

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Il Governo non ha ancora rinunciato alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. Nonostante il parere negativo della Corte dei Conti, che non ha dato il proprio visto al progetto, l’Esecutivo spera di poter proseguire sfruttando un regio decreto del 1934.

Si tratta di una legge che permette a un Governo di prendersi le responsabilità politiche di un progetto, a seguito di un parere negativo della Corte dei Conti, ottenendo un visto con riserva.

Ponte sullo Stretto: il Governo pensa al visto con riserva

Il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, Matilde Siracusano, ha spiegato che il Governo potrebbe di fatto ignorare la delibera con cui la Corte dei Conti ha rifiutato il visto al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina:

Ci potrà essere una deliberazione specifica del Consiglio dei ministri, che ha il compito di valutare se l’atto in questione risponda a interessi pubblici di rilevanza superiore e quindi debba essere eseguito comunque. Se il Consiglio dei ministri confermerà la necessità dell’atto, la Corte dei Conti dovrà comunque ordinare la registrazione dell’atto, apponendo un visto con riserva. Un atto registrato con riserva acquisisce piena efficacia legale, cioè può essere eseguito normalmente, ma rimane comunque una possibile responsabilità politica per il governo, cosa che francamente non ci spaventa.

La normativa dietro a questa possibilità sarebbe il regio decreto del 12 luglio 1934, approvato in pieno ventennio. Permette appunto al Governo di imporre alla Corte dei Conti di approvare il progetto con un visto con riserva.

La decisione delle sezioni riunite della Corte dei Conti

Per conoscere le motivazioni con cui la Corte dei Conti ha bocciato il Ponte sullo Stretto ci vorranno 30 giorni. Nel frattempo il governo potrà rispondere alle preoccupazioni espresse dai giudici contabili. Questi esamineranno le rassicurazioni dell’Esecutivo a sezioni riunite. Solo nel caso in cui anche questo esame desse parere negativo, l’Esecutivo procederebbe con riserva.

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha riunito tecnici e funzionari del proprio ministero per discutere della questione: “Non voglio pensare che qualcuno si vendichi contro siciliani e calabresi per una riforma approvata dal Parlamento. Il Ponte si farà senza nessuno scontro tra poteri”.

Tensioni tra Zaia e Salvini sul Ponte

Proprio dal Partito di Salvini, la Lega, arriva una difesa della Corte dei Conti dopo gli attacchi diretti di diversi membri dell’Esecutivo ai giudici contabili a seguito della mancata approvazione del progetto del Ponte sullo Stretto. È il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, a specificare:

Il nodo del Ponte sullo Stretto va affrontato da un punto di vista tecnico-legale, è già capitato e non sarà neanche l’ultima volta che la Corte dei Conti o qualche altra estensione dello Stato interviene nello spazio che gli è riconosciuto. Poi c’è il governo che risponderà. È fondamentale dire che si va avanti.

Dopo le reazioni delle prime ore, molto dure, i toni del Governo si sono raffreddati. Il quotidiano La Repubblica riporta che il cambio di atteggiamento sarebbe arrivato dopo una manifestazione di irritazione da parte della Presidenza della Repubblica, che avrebbe portato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano a imporre cautela ai ministri.