Pur non conoscendo nel dettaglio il lavoro di una vita condotto dalla scienziata Marie Curie, bastano di certo alcuni primati a evidenziare, rapidamente, la portata della sua mente brillante. È stata l’unica donna ad aver vinto il premio Nobel in due distinti campi scientifici. La prima a conseguire la laurea in Scienze presso la Sorbona. La prima ad aver ottenuto un Dottorato in Scienze in Francia. Una vita per la scienza, con risultati eccellenti per l’umanità. Anche dopo la sua scomparsa, ha ottenuto un primato: prima donna a essere sepolta nel Pantheon degli Uomini illustri.
Premio Nobel in fisica
Gli esperimenti condotti da Marie Curie, al fianco di suo marito Pierre Curie, potevano contare su una strumentazione rudimentale. Ciò che oggi viene definito laboratorio, dato il lavoro svolto al secolo al suo interno, non era altro che un garage. A rendere possibili le loro scoperte sono stati impegno e passione, uniti all’estremo genio scientifico.
È un miracolo che, dati i mezzi a disposizione, siano riusciti a svelare al mondo l’esistenza in natura di altri elementi radioattivi, oltre all’uranio. Il primo porta il nome di Polonio, in omaggio alla patria di Marie Curie. Il secondo venne ribattezzato Radio, data la sua enorme radioattività.
Per quanto possa sembrare incredibile, tali scoperte vennero inizialmente ignorate. Tutto cambiò, però, nel 1903, quando l’Accademia di Svezia riconobbe la crucialità del loro lavoro, onorando Marie Curie, suo marito e Becquerel (scopritore della radioattività, ndr) del Premio Nobel per la Fisica.
Premio Nobel in chimica
Colpita dalla tragedia della prematura morte di suo marito, investito da una carrozza, Marie Curie non mise da parte il suo lavoro. Ottenuto l’incarico che fu del consorte, fu la prima donna a insegnare alla Sorbona, tenendo un corso di fisica.
Nel 1910, portando avanti le sue cruciali ricerche scientifiche, ormai condotte in un vero laboratorio con ben altri strumenti, riuscì a isolare il Radio sotto forma di metallo, al fine di renderlo più lavorabile. Era il 1910 e l’anno dopo le venne riconosciuto il premio Nobel per la chimica. Divenne così, come detto, la prima donna a ricevere due titoli dall’Accademia di Svezia in due campi differenti.
Non soltanto ricerche teoriche, anzi. Nel corso della Prima Guerra Mondiale fu impegnata come radiologa, fianco a fianco con sua figlia Irene. Venne dato il suo nome, Piccole Curie, alle macchine che montavano un’apparecchiatura radiografica, che consentiva di effettuare delle diagnosi, al fine di estrarre pallottole o individuare la miglior cura possibile.
Il movimento femminista vedeva in lei un esempio da seguire, essendo riuscita a eccellere in un campo prettamente maschile, ignorando i continui pettegolezzi a suo carico e spalancando le porte per tante dopo di lei. Un genio e, al tempo stesso, una donna dalla ferrea etica. Basti pensare che né lei né suo marito abbiano mai ricevuto denaro per le scoperte compiute. Furono semplicemente messe al servizio dell’umanità tutta, come ritenevano giusto. Ecco l’altra parte dell’eredità gigantesca di Marie Curie, che ha pagato con la vita il peso del suo genio, uccisa da una forma grave di anemia aplastica dovuta alla continua esposizione a materiali radioattivi.