Inchiesta Liguria, oggi la mozione di sfiducia contro Toti. Signorini resta in carcere

Presentata la scorsa settimana dalle opposizioni, oggi verrà votata la mozione di sfiducia per rimuovere Giovanni Toti dal ruolo di presidente della Liguria

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell’autorità portuale di Genova e precedente amministratore delegato di Iren, rimane in carcere. Il giudice per le indagini preliminari, Paola Faggioni, ha rigettato la richiesta di attenuazione della misura cautelare presentata dagli avvocati Enrico e Mario Scopesi.

Nell’ambito della maxi inchiesta, nei giorni scorsi Andrea La Mattina, avvocato e membro del comitato portuale, è stato ascoltato per quattro ore dai pubblici ministeri Federico Manotti e Luca Monteverde. Inizialmente contrario al rinnovo trentennale della concessione del Terminal Rinfuse a favore di Aldo Spinelli e Gianluigi Aponte, alla fine votò a favore.

Quest’oggi invece, il 4 giugno, sarà fondamentale perché verrà votata la mozione di sfiducia nei confronti di Giovanni Toti. Nel frattempo la premier Giorgia Meloni, intervistata a Quarta Repubblica, si è esposta sulla faccenda.

Inchiesta sulla corruzione in Liguria: le conseguenze per Signorini

Dal 7 maggio Signorini è detenuto con l’accusa di corruzione. L’indagine ha portato anche agli arresti domiciliari il presidente della regione, Giovanni Toti, e l’imprenditore Aldo Spinelli.

Inizialmente, Signorini aveva scelto di non rispondere davanti al giudice per le indagini preliminari, successivamente ha richiesto di essere ascoltato dai pubblici ministeri, dopo l’intercettazione sui 30 milioni. Durante l’interrogatorio ha ammesso di aver ricevuto telefonate da Giovanni Toti per accelerare la pratica del Terminal Rinfuse, giustificando queste pressioni come “normali”, dato che la pratica risaliva al 2019.

Durante l’interrogatorio, inoltre, Signorini ha riconosciuto la natura inappropriata dei suoi incontri con Toti, pur sostenendo di aver sempre considerato Toti un amico. Ha dichiarato: “Col senno di poi ho capito che non era un comportamento adeguato, ma tutto il mio operato è stato fatto nell’interesse del porto e degli operatori portuali”.

Consiglio Regionale al voto: il messaggio di Toti

Le opposizioni hanno proposto il voto di sfiducia nel tentativo di rimuovere Toti dal suo incarico. Nonostante ciò, la maggioranza sembra avere i numeri per respingere la mozione, mantenendo così Toti alla guida della Regione, almeno formalmente. Il voto sarà un banco di prova importante per misurare la tenuta della maggioranza e la capacità delle opposizioni di influenzare il Consiglio.

Giovanni Toti ha preparato un lungo messaggio politico che verrà letto prima della discussione in aula. Nel suo intervento ribadirà che ogni decisione presa durante il suo mandato è stata guidata dall’interesse pubblico.

Il messaggio del presidente è stato affidato all’assessore Giacomo Giampedrone. L’incontro, avvenuto sabato nella residenza di Toti ad Ameglia, è stato autorizzato dalla Procura e ha visto la presenza anche dell’avvocato Stefano Savi, legale del governatore.

L’intervento di Toti promette di infiammare ulteriormente il dibattito in Consiglio regionale. Da una parte, la maggioranza è compatta attorno al proprio leader e ribadisce la necessità di proseguire con il lavoro iniziato. Dall’altra le opposizioni insistono per le dimissioni del presidente, accusando l’attuale giunta di non poter governare senza di lui.

Luca Garibaldi, capogruppo del Pd e primo firmatario della mozione, sottolinea l’incapacità della giunta di proseguire senza Toti, criticando il fatto che debba prendere indicazioni da un presidente agli arresti domiciliari.

Dal canto suo, il presidente ad interim Piana replica che solo continuando con questa giunta si può evitare un blocco politico, auspicando un dibattito in consiglio dai toni pacati.

Com’è andato l’interrogatorio di La Mattina

L’avvocato Andrea La Mattina, uscendo dal tribunale, ha dichiarato di essere “tranquillo, sereno sempre” e di non poter parlare delle intercettazioni di Toti a causa del segreto istruttorio. Il procuratore capo Nicola Piacente ha confermato che il verbale è secretato e che “la linea accusatoria non è stata smentita”.

Il legale era stato definito da Toti “un avvocaticchio che si compra con una carta unta” in una telefonata con Paolo Emilio Signorini. La Mattina aveva espresso forti dubbi sull’operazione di rinnovo della concessione, definendola “una presa per il c**o”.

Dopo un invito a pranzo da parte del presidente Toti, La Mattina cambiò opinione, affermando che gli era stato spiegato meglio il contesto e il disegno politico dietro l’operazione. Nel 2023, Toti lo nominò rappresentante della Regione nella conferenza nazionale per la giustizia riparativa, una scelta basata sui criteri indicati dalla I Commissione consiliare.

Il consigliere Ferruccio Sansa aveva sollevato un’interpellanza riguardo alla nomina di La Mattina, a cui Toti ha risposto che la designazione era basata su criteri di competenza giuridica. Questa settimana potrebbero essere ascoltati altri testimoni, ma la procura deve ancora stabilire un calendario preciso.

La premier Meloni: “Toti decida cosa è giusto per i cittadini

Giorgia Meloni, intervenuta come ospite a Quarta Repubblica, su Rete 4, ha commentato la situazione del presidente della Regione Liguria sotto accusa. La premier ha espresso fiducia nella capacità di Giovanni Toti di valutare cosa sia meglio per i cittadini liguri, dicendo che solo lui conosce davvero la verità dei fatti.

“Se, come lui dice, è innocente, chiaramente far dimettere un uomo che è stato scelto dai cittadini perché viene accusato di una cosa che è falsa è una mancanza di rispetto verso i cittadini. Mentre, se la cosa non fosse falsa, sarebbe una mancanza di rispetto verso i cittadini non dimettersi”, ha dichiarato la presidente del Consiglio.

Gasparri critica le modalità dell’inchiesta

Maurizio Gasparri, capogruppo al Senato di Forza Italia, ha espresso dubbi sulle modalità dell’inchiesta che ha coinvolto Toti, durante una visita a Sanremo. Gasparri ha criticato la Procura per aver adottato una tecnica che considera pretestuosa, sottolineando che indagare per mafia solo per estendere il periodo delle intercettazioni è una metodologia discutibile. Inoltre ha osservato che l’inchiesta è esplosa proprio a ridosso delle elezioni europee.

Gasparri ha evidenziato come i rapporti con gli armatori non siano unici a Toti, ma coinvolgano anche altre figure politiche. Ha citato episodi riguardanti Beppe Grillo e il portale di Casaleggio, affermando che non c’è stata alcuna irregolarità o finanziamento illecito nonostante le richieste di emendamenti al ministro Toninelli riguardanti un armatore. Ha sollevato interrogativi anche su altre figure come Raffaella Paita di Italia Viva e l’ex presidente della Regione Liguria Claudio Burlando, che aveva rapporti con il porto di Genova.

Il senatore ha parlato anche della trasparenza dei rapporti tra politica e affari, citando l’ex procuratore capo di Genova Francesco Cozzi che, in pensione, sarebbe diventato consulente di Spinelli, e sottolineando come Spinelli fosse stato eletto nelle liste della sinistra. Gasparri ha concluso esprimendo perplessità sull’inchiesta, dichiarando di non aver apprezzato l’abbandono di Berlusconi da parte di Toti, ma ritenendo che quest’ultimo debba continuare a difendere le sue ragioni, data la complessità delle questioni sollevate anche dall’antimafia.