Toti, scatta l’indagine sui dati Covid gonfiati: attesa per l’interrogatorio di Spinelli

Secondo gli inquirenti, Giovanni Toti avrebbe alterato i numeri dei casi di Covid-19 nella sua regione per ottenere più vaccini. Scatta l’accusa di falso per aver gonfiato i numeri dei contagi

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Il presidente della Liguria Giovanni Toti è accusato di aver manipolato i dati sui casi di Covid-19 nella sua regione per ottenere più dosi di vaccino dalla struttura commissariale. Su questo si basa l’accusa di falso nei confronti del presidente e del suo capo di gabinetto dimissionario Matteo Cozzani, entrambi ai domiciliari nell’inchiesta su corruzione e finanziamento illecito di Genova.

Inoltre, è emerso un fascicolo che indaga su presunti favoritismi, come finanziamenti elettorali, a quattro imprenditori del settore sanitario privato. Le voci di dimissioni del governatore continuano a circolare, mentre un’altra indagine riguarda la privatizzazione di una spiaggia pubblica per la costruzione di nuovi alloggi a Punta dell’Olmo, a un costo di 11mila euro al metro quadro.

Dati Covid truccati per avere più vaccini

Le nuove accuse sono emerse dalle intercettazioni del Nucleo di Polizia economico finanziaria di Genova, che indicano che “appare plausibile ipotizzare che i dati siano stati oggetto di manipolazione”.

“Il problema qual è stato? Che io avevo già truccato. Lui li ha presi e li ha riaumentati – avrebbe detto così Matteo Cozzani in una delle tante conversazioni telefoniche ora in mano degli inquirenti – Quando me li ha rimandati ho guardato e gli ho scritto: ‘Ma c… presidente, ma sono fuori’. Ha detto: ‘Ma no, li ho un po’ aumentati…’. ‘Ma l’avevo già fatto io’, gli ho detto. ‘C.. dimmelo che lo hai fatto te’”.

Come evidenziato dai militari della Guardia di Finanza, la comunicazione dei numeri alla struttura del Commissario straordinario per l’emergenza Covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo, “è stata un’azione pubblica finalizzata a rappresentare al governo i fabbisogni dei vaccini, in base ai quali sono state stabilite le forniture regionali”. Nonostante il tentativo di manipolare i dati sui contagi in Liguria per ottenere un maggiore quantitativo di dosi nel minor tempo possibile, il piano è fallito a causa della decisione della struttura commissariale di distribuire le forniture seguendo altri criteri.

Indagini anche sui finanziamenti nella sanità

Sempre in tema sanità, gli investigatori stanno analizzando i finanziamenti che imprenditori del settore sanitario avrebbero fornito ai comitati elettorali di Giovanni Toti. Sebbene queste manovre siano comuni e legali, sorge il sospetto che in cambio di tali finanziamenti siano stati concessi contratti e convenzioni.

L’attenzione è concentrata sui finanziamenti alla Fondazione Change, che superano i 40mila euro e secondo gli investigatori provengono da alcune realtà attive nel settore sanitario convenzionato e privato. Una di queste è Casa della Salute, un network di poliambulatori specializzati controllati dal gruppo Italmobiliare della famiglia Pesenti, che in Liguria ha conosciuto un vero e proprio boom. Fondata nel 2013, conta attualmente 29 strutture con 900 dipendenti, tra cui 450 medici, distribuite in varie città liguri. La Casa della Salute ha contribuito finanziariamente al Comitato di Toti, il quale ha risposto ospitando un loro evento nella Sala della Trasparenza della Regione, al quale hanno partecipato sia Toti che il sindaco di Genova, Bucci.

Tra i finanziatori figurano anche l‘Iclas di Rapallo, del gruppo Gvm, Hc Hospital e On Health Care. I pubblici ministeri di Genova stanno investigando su tre o quattro finanziatori, che si aggiungono alle altre 20 società di settori diversi coinvolte nell’indagine per corruzione.

Il caso dei nuovi alloggi a Punta dell’Olmo

Un altro caso scoppiato recentemente è quello spiaggia di Celle Ligure. Nella zona sono in corso lavori per la costruzione di alloggi gestiti dalla Punta dell’Olmo spa, società di Spininvest, di proprietà di Aldo Spinelli e suo figlio Roberto. In una conversazione telefonica, Toti avrebbe dichiarato a Spinelli: “Guarda che abbiamo risolto il problema sul piano casa di Celle a tuo figlio. Ora facciamo la pratica, si può costruire. L’abbiamo risolto stamattina. Quando mi inviti in barca? Così parliamo un po’, che ora ci sono le elezioni. Abbiamo bisogno di una mano“. Questa conversazione implicherebbe Toti nell’agevolare Spinelli e gli imprenditori, concedendo loro anche la possibilità di costruire un tunnel esclusivo per l’accesso alla spiaggia, privatizzandone una parte.

Secondo le ultime novità, per concedere la licenza balneare Toti e l’allora sindaco di Varazze, Antonio Bozzano, avrebbero escogitato un piano: attraverso la “razionalizzazione delle concessioni”, intendevano far passare la scogliera di Lungomare Europa, tra Varazze e Cogoleto, come “tratto di costa libero”, al fine di privatizzare il tratto di spiaggia necessario a Spinelli, nonostante fosse una zona rocciosa.

La barca di Spinelli al centro delle indagini: dove si tenevano tutte le riunioni

Al centro delle indagini c’è il Leila 2, lo yacht dell’imprenditore Aldo Spinelli, dove ospitava frequentemente il presidente della Liguria Toti.

Lo yacht di Spinelli è diventato un simbolo di questa indagine: quando salivano a bordo alcuni protagonisti dell’inchiesta, lasciavano i cellulari fuori. Una precauzione per evitare di essere intercettati, ma rivelatasi inutile dato che la barca era piena di microspie. A bordo si discuteva di concessioni portuali, iniziative immobiliari, si mangiava e si brindava.

Sembra inoltre che a bordo sia salito anche l’ex procuratore di Genova, Francesco Cozzi, che ha guidato l’indagine sul crollo del Ponte Morandi. In pensione dal 2021, Cozzi ha svolto un incarico di consulenza regolarmente retribuito per Spinelli. Non ci sono irregolarità, solo la conferma della capacità dell’imprenditore di mantenere rapporti ai massimi livelli.

L’interrogatorio di Spinelli e dei fratelli Testa

Oggi, lunedì 13 maggio 2024, Aldo Spinelli tornerà in procura verso le 12:30 per l’interrogatorio di garanzia, insieme al figlio Roberto. L’interrogatorio sarebbe dovuto essere venerdì ma per un disguido gli avvocati dell’ex patron di Genoa e Livorno non avevano ricevuto la convocazione.

Secondo quanto sostenuto dai magistrati, gli Spinelli avrebbero corrotto il presidente della Regione Toti e l’ex presidente dell’Autorità Portuale del Mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini, al fine di ottenere favori per le loro attività imprenditoriali. Dopo le scene mute di Signorini e Toti, è probabile che anche gli altri indagati seguano la stessa linea di non risposta, anche se Spinelli, come aveva precedentemente accennato, potrebbe decidere di parlare.

Martedì è invece previsto l’interrogatorio di garanzia per i due fratelli Testa, Arturo Angelo e Maurizio, ex esponenti di Forza Italia in Lombardia (sospesi il 7 maggio). I due sono accusati di corruzione elettorale, aggravata dal fatto di aver favorito Cosa Nostra, ed entrambi sono soggetti all’obbligo di dimora nel Comune di Boltiere (Bergamo). Durante le elezioni regionali in Liguria del 20 e 21 settembre 2020, avrebbero promesso posti di lavoro per ottenere il sostegno degli elettori, appartenenti alla comunità riesina di Genova e comunque siciliani, a favore della lista ‘Cambiamo con Toti Presidente’ e del candidato Stefano Anzalone (anch’egli indagato ma non soggetto a misure cautelari).