Usciti dall’incontro con il Governo sull’ex Ilva, i sindacati hanno dichiarato la rottura. Il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, al termine del vertice a Palazzo Chigi ha annunciato:
Abbiamo rotto, abbiamo dichiarato 24 ore di sciopero a partire da domani, con assemblee. Perché i nostri dubbi sono diventati certezze. È un disastro.
Sembra provenire da un altro pianeta invece la nota di Palazzo Chigi, che non evidenzia nessun tipo di problema durante l’incontro e chiude dichiarando di aver accolto la principale richiesta avanzata dagli stessi sindacati: non ci sarà l’estensione della cassa integrazione.
Al suo posto, la formazione dei lavoratori per acquisire le competenze necessarie alla lavorazione dell’acciaio prodotto con le nuove tecnologie green. Un risultato considerato fallimentare e che ha spinto i sindacati a reagire con forza. Soprattutto alla luce di nuovi eventi, come ulteriori incidenti negli impianti.
Poco prima dell’incontro, infatti, nella mattinata di martedì 18 novembre, è stata segnalata un’emissione anomala all’altoforno 4, l’unico in funzione. Il personale ha dichiarato che l’aria era irrespirabile e ci sono stati dei malori.
Indice
Rotto il tavolo di confronto sull’ex Ilva
Martedì 18 novembre si è tenuto il tavolo di confronto tra Governo e sindacati. La riunione è stata presieduta da Alfredo Mantovano.
Per l’Esecutivo hanno partecipato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, la ministra del Lavoro Marina Calderone e il ministro per gli Affari europei Tommaso Foti.
Per i sindacati hanno partecipato Fim-Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil, Ugl Metalmeccanici, Usb e Federmanager.
Oltre a questi, erano presenti anche i rappresentanti di Invitalia, i commissari straordinari di Acciaierie d’Italia e i commissari straordinari del Gruppo Ilva.
Usciti dall’incontro, i sindacati hanno dichiarato la rottura con il Governo. Chiedevano di ritirare il piano sulla cassa integrazione presentato dall’Esecutivo, che prevedeva un aumento della Cig per 6.000 lavoratori. La risposta è stata invece la formazione professionale.
Il Governo continua a insistere sul piano che ridimensionerà le attività, fermando tutte le aree a freddo. Un primo passo che avrà importanti riflessi su tutti gli altri stabilimenti, non solo quello tarantino. Come ha dichiarato Ferdinando Uliano, della Fim:
Ci sembra la prospettiva di chiudere lo stabilimento per poi metterlo a disposizione di eventuali potenziali acquirenti.
Annunciato lo sciopero di 24 ore
Rocco Palombella, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi, ha annunciato lo sciopero:
Abbiamo rotto, abbiamo dichiarato 24 ore di sciopero a partire da domani, con assemblee su tutti i luoghi di lavoro. Perché i nostri dubbi sugli incontri precedenti sono diventati realtà.
Ha quindi spiegato che il Governo non ha risposto alla domanda su cosa succederà ai lavoratori dopo la Cig, ovvero dal 1° marzo. Non è arrivata una risposta. Così:
6mila lavoratori in cassa integrazione, richiesti da loro. Dal 1° marzo sarà per la totalità dei lavoratori.
Secondo Palombella questa assenza di risposta significa che da marzo si chiudono tutti gli stabilimenti.
Si assumeranno una grande responsabilità: mettere sul lastrico più di 10mila lavoratori, dopo anni di sofferenza. Alla fine il re è nudo. Hanno scaricato interi territori e sono fuggiti dalla loro responsabilità (…). Danni all’ambiente, danni alle persone, danni all’economia, danni a un intero Paese. Noi ci abbiamo creduto.
La nota di Palazzo Chigi: via alla formazione
Questa la risposta, dopo un’ora di valutazione, chiesta dai rappresentanti del Governo all’incontro:
Noi utilizzeremo i 1.500 lavoratori per fare formazione.
E sullo stesso registro prosegue la nota di Palazzo Chigi, attesa alla fine dell’incontro.
Purtroppo non chiarisce molto, o per meglio dire nulla, ai lavoratori dell’ex Ilva in attesa. Si parla di formazione e di un no all’estensione della cassa integrazione.
Si legge che la formazione servirà a far acquisire ai lavoratori le competenze necessarie alla lavorazione dell’acciaio prodotto con le nuove tecnologie green per la decarbonizzazione dell’ex Ilva. Ha aggiunto che:
Il Governo ha confermato la piena volontà di concentrare le risorse sulla manutenzione degli impianti per mettere in sicurezza i lavoratori e, in prospettiva, aumentare la capacità produttiva.
C’è stato poi un punto sulle trattative di vendita, con l’Esecutivo che
ha manifestato la propria disponibilità a tenere aperto il confronto.
Ci sarebbe un quarto player extra Ue interessato all’acquisizione, oltre a Baku Steel, Flacks Group e Bedrock.