Ex Ilva, 4mila lavoratori a rischio: il piano del Governo

La crisi dell'acciaieria non si sblocca: cassa integrazione, trattative arenate e oltre diecimila lavoratori sospesi in attesa di risposte dai ministri Urso e Calderone

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

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La questione dell’ex Ilva è sempre più intricata. Non è bastata l’iniezione da parte dello Stato di 200 milioni il mese scorso, le fabbriche sono ferme e le trattative con la società Baku Steel sono più complicate di quello che sembra. La settimana che si apre è decisiva per il futuro dell’acciaieria e dei lavoratori che chiedono certezze.

Oggi, lunedì 7 luglio, i sindacati incontrano Adolfo Urso e Marina Calderone, domani invece ci sarà una seduta senza interruzioni che riunirà tutte le amministrazioni.

Impianti compromessi e pochi fondi: la denuncia do Fim, Fiom e Uilm

In prima linea i sindacati. In un comunicato dai toni netti, le sigle Fim, Fiom e Uilm hanno avvertito, denunciando la precarietà in cui versano oggi gli altiforni, che:

Senza continuità produttiva non potrà esserci nessuna decarbonizzazione.

Il guasto all’Altoforno 1, l’Afo2 fermo e i problemi cronici all’Afo4 sono segnali che, insieme alla mancanza di un piano industriale e finanziario, lasciano dei vuoti su come evitare il collasso degli impianti.

Per i sindacati, i 200 milioni previsti dal decreto in conversione non bastano a rimettere in funzione la macchina produttiva e ad avviare una vera transizione ambientale.

Secondo le stime, la cifra rischia di essere inadeguata anche per centrare l’obiettivo dei sei milioni di tonnellate di acciaio fissato per il 2026. Nella nota si legge che:

Non si può basare tutto sulla speranza che l’unico altoforno in funzione non si fermi irrimediabilmente.

Cassa integrazione straordinaria e nuova riunione con i sindacati

Il 7 luglio, come anticipato poco sopra, è previsto un ulteriore incontro tra i ministri Urso e Calderone e le sigle sindacali per fare il punto sulle misure in corso e sul futuro immediato dello stabilimento di Taranto.

Resta intanto sul tavolo la richiesta di cassa integrazione straordinaria per 4.050 dipendenti, di cui 3.500 soltanto a Taranto.

La decisione formale su questo fronte è stata rinviata al 14 luglio, come spiegano i sindacati:

Dopo 13 anni di sacrifici non accetteremo una nuova crisi ambientale, sociale e occupazionale. La decarbonizzazione deve partire da Taranto, ma servono basi solide, a partire dall’intervento dello Stato per consentire la continuità produttiva.

Anche la riunione di oggi pomeriggio sarà un momento decisivo per ribadire al Governo la necessità di interventi immediati per garantire stabilità produttiva e occupazionale.

Il presidente Emiliano: sì all’accordo, ma con condizioni

La posizione della Regione Puglia resta prudente. Il presidente Michele Emiliano ha chiarito che la firma all’Accordo di programma avverrà solo rispettando precise condizioni, a tutela del territorio e dell’occupazione.

Il futuro di oltre diecimila lavoratori è bloccato, così come le perplessità dei sindacati sulle risorse e sui piani del Governo.

I negoziati con Baku Steel sarebbero in stallo. Secondo quanto riportato da Il Giornale la trattativa si è di fatto fermata.

La bocciatura degli enti locali e dei sindacati alla nave rigassificatrice necessaria per il gas azero ha chiuso l’ultimo spiraglio di un accordo. La cordata azera ha quindi fatto un passo indietro, lasciando l’ex Ilva senza partner privato.

Urso incontra la Chiesa e i lavoratori: focus su Taranto e Genova

Nelle scorse ore, il ministro Adolfo Urso ha avuto due colloqui telefonici con l’arcivescovo di Taranto, monsignor Ciro Miniero, e con l’arcivescovo metropolita di Genova, Marco Tasca.

Anche se può sembrare singolare e “strano”, la presenza degli arcivescovi di Taranto e Genova è legata al loro ruolo di rappresentanza delle comunità locali e alla capacità di mediazione sociale.

Il Governo li ha coinvolti per raccogliere istanze del territorio, dei lavoratori e delle famiglie, in particolare sui temi ambientali, occupazionali e sanitari legati alla decarbonizzazione e al rilancio produttivo.

In una nota ufficiale, il ministro ha illustrato ai rappresentanti ecclesiastici il piano di decarbonizzazione già presentato agli enti locali, rimarcando l’impegno del Governo per garantire gli attuali livelli occupazionali e assicurare

i più alti standard di sicurezza sanitaria e ambientale.

Sempre questa mattina, intorno alle 6:30, Urso ha fatto una mossa politica di rappresentanza e si è recato personalmente allo stabilimento ex Ilva di Taranto per incontrare i lavoratori al cambio turno, raccogliendo direttamente le loro preoccupazioni.