Carlo Ancelotti condannato: un anno di carcere per frode fiscale

Oggi è il ct del Brasile ma durante l'esperienza al Real Madrid Ancelotti ha frodato il fisco. Ecco la condanna del tribunale di Madrid

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Luca Incoronato

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Carlo Ancelotti avrà anche cambiato scenario e carriera, passando da allenatore di club a ct del Brasile, ma la Spagna non ha ancora finito con lui. È stato infatti condannato per frode fiscale. Vediamo cosa prevede la sentenza e in che modo complicherà il suo percorso professionale.

Carlo Ancelotti condannato

Un mercoledì 9 luglio decisamente particolare e amaro per Carlo Ancelotti, che non è più l’allenatore del Real Madrid ma non è ancora uscito dal mirino del Fisco spagnolo. Condannato a 1 anno di carcere per frode fiscale, non dovrà fortunatamente scontare alcun periodo di detenzione in un carcere in Brasile.

Per quanto i fatti non siano lievi, parlando di frode fiscale, il celebre allenatore italiano non ha precedenti penali, dunque niente obbligo d’arresto. Un solo anno è in realtà ben meno rispetto a quanto richiesto inizialmente: quattro anni. Una vicenda che ha visto il tecnico già pagare un milione e mezzo di euro.

Cosa ha fatto Ancelotti

Facciamo però un passo indietro e ripercorriamo le varie fasi. La condanna è per un reato che risale all’anno fiscale 2014. In realtà non era l’unico posto sotto lente d’ingrandimento, ma per il 2015 Ancelotti è stato assolto. Al di là della richiesta di imprigionamento, che non avrà seguito, anche una multa da più di 386mila euro per il tecnico.

La frode di cui era accusato consisteva in un’evasione per ben 1.062.079 tra il 2014 e il 2015. Come detto, però, il secondo anno non è rientrato nella condanna, considerando l’assoluzione per una somma di 675.718 euro contestata.

Si parla dunque dei primi due anni in cui Ancelotti ha guidato il Real Madrid. Il diretto interessato aveva dichiarato nel corso del processo presso il Tribunale di Madrid di non aver mai avuto intenzione di frodare il Fisco.

L’unica colpa è stata quella di seguire le indicazioni del club e dei suoi consulenti fiscali. I suoi legali avevano chiesto l’assoluzione piena e, in caso di condanna, l’applicazione di una serie di attenuanti:

  • risarcimento danni;
  • aver saldato il debito entro dicembre 2021.

La versione di Ancelotti

Ancelotti aveva ribadito la sua piena fiducia nella giustizia. Per questo aveva rifiutato il patteggiamento. Come detto, aveva ribadito alla stampa: “Non ho mai avuto intenzione di frodare il fisco spagnolo, mai”.

È poi sceso nei dettagli, che ora tornano attuali. Il Real Madrid gli propose la cessione dei diritti d’immagine, della quale si è occupato il suo consulente legale. In seguito ha ignorato la vicenda: “Tutto mi sembrava corretto e non pensavo ci fosse una frode. Lo penso anche ora e ritengo tutto sia stato corretto. (…) Non ho mai dato importanza ai diritti d’immagine. Sono i calciatori che fanno vendere le maglie. Mi interessavano solo i 6 milioni netti per tre anni. Non pensavo ci fosse qualcosa di non corretto e non ho ricevuto comunicazioni di indagini in corso”.

Alla luce di queste parole, che risalgono ad aprile, è facile comprendere quanto questa condanna bruci sulla pelle di Ancelotti. Economicamente il tutto è stato saldato ma, come precisato allora, “mi infastidisce che dicano che ho frodato il fisco”.