Rifiuti elettronici, nel 2023 in Italia crollo della raccolta, -30%, obiettivi Ue lontani

Il dato emerge dal Report Gestione Raee diffuso dal CdC Raee, l'anno scorso sono state quasi 511mila le tonnellate di rifiuti elettrici domestici e professionali

Foto di Matteo Paolini

Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Secondo il Report Gestione Raee 2023, presentato lunedì 24 giugno dal Centro di Coordinamento Raee, in Italia lo scorso anno sono state trattate quasi 511mila tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici (Raee) domestici e professionali. Si tratta di un dato negativo rispetto al 2022, quando le tonnellate di Raee gestite ammontavano a circa 535mila, con un calo del 4,6%.

Di conseguenza, il tasso di raccolta scende al 30,24%, un valore ancora troppo distante dagli obiettivi europei che fissavano al 65% la percentuale di Raee da raccogliere e riciclare entro il 2021.

L’Italia si posiziona dunque come fanalino di coda in Europa per quanto riguarda il riciclo dei rifiuti elettronici, un dato preoccupante che evidenzia la necessità di un impegno maggiore da parte di tutti gli attori coinvolti: cittadini, produttori, distributori e amministrazioni locali.

È necessario implementare strategie più efficaci per incentivare la raccolta differenziata dei Raee, sensibilizzare i cittadini sull’importanza del corretto smaltimento di questi rifiuti e investire in tecnologie innovative per il riciclo. Solo con un’azione congiunta e sinergica sarà possibile raggiungere gli obiettivi europei e tutelare l’ambiente dai danni derivanti da un non corretto smaltimento dei rifiuti elettronici.

Materie prime critiche, verso l’autonomia Ue grazie al riciclo dei Raee

Il Critical Raw Materials Act dell’Unione europea è entrato in vigore il 23 maggio nei 27 Stati membri. Questa iniziativa mira a garantire un approvvigionamento sostenibile e sicuro di materie prime critiche nell’Ue. Tali materie prime sono essenziali per la transizione ecologica e digitale, nonché per i settori della difesa e dello spazio.

Ecco i punti chiave del regolamento:

  1. Priorità e obiettivi: il regolamento identifica una lista di materie prime critiche e strategiche per le tecnologie verdi e digitali. Si stabiliscono obiettivi per le capacità nazionali lungo la catena di approvvigionamento: 10% per l’estrazione, 40% per la lavorazione e 15% per il riciclaggio. Inoltre, non più del 65% delle necessità annuali di ogni materia prima strategica dovrebbe provenire da un singolo paese terzo
  2. Sviluppo delle capacità europee: l’Ue deve rafforzare la catena del valore delle materie prime, dalla produzione all’affinazione, alla lavorazione e al riciclaggio. Ciò richiede esplorazione nazionale, semplificazione delle procedure di autorizzazione e miglior accesso al finanziamento
  3. Resilienza: l’Ue si impegna a resistere alle interruzioni nella catena di approvvigionamento. Monitoraggio, riserve strategiche e investimenti sostenibili sono parte di questa strategia.
  4. Investimenti in Ricerca e Innovazione: l’Ue promuoverà tecnologie innovative per le materie prime critiche e istituirà partnership per lo sviluppo delle competenze.

In sintesi, il Critical Raw Materials Act rappresenta un passo importante verso l’autonomia strategica dell’Ue nel settore delle materie prime.

Italia, sfide per il raggiungimento dei target di raccolta dei Raee

Raggiungere l’obiettivo europeo di riciclare il 25% del fabbisogno di materie prime critiche da “miniere urbane” entro il 2030 rappresenta una sfida immane per l’Italia. Il nostro Paese si trova infatti ancora lontano dai target di raccolta previsti a livello europeo, soprattutto a causa delle difficoltà nel conferire i Raee, i rifiuti elettrici ed elettronici, agli impianti di trattamento adeguati.

Questo paradosso ha conseguenze pesanti: da un lato, gli impianti italiani, che operano con standard qualitativi molto elevati, si ritrovano a lavorare sotto regime, con quantità di Raee da smaltire inferiori alle loro potenzialità. Dall’altro, l’Italia rischia di non centrare gli obiettivi Ue, con pesanti ripercussioni in termini di sanzioni e di mancato raggiungimento dell’autonomia strategica per l’approvvigionamento di materie prime critiche.

Le cause di questo gap sono diverse e complesse. Tra le principali, la mancanza di una comunicazione efficace verso i cittadini per sensibilizzare sull’importanza del corretto conferimento dei Raee, la carenza di infrastrutture dedicate alla raccolta differenziata di questa tipologia di rifiuti e l’increscioso fenomeno dell’abbandono selvaggio.

Per superare queste criticità è necessario un impegno sinergico da parte di tutti gli attori coinvolti: istituzioni, aziende, associazioni ambientaliste e cittadini. Serve una strategia articolata che punti a:

  • Informare e sensibilizzare i cittadini sull’importanza del corretto riciclo dei Raee attraverso campagne di comunicazione mirate e l’utilizzo di canali innovativi.
  • Potenziare la rete di infrastrutture dedicate alla raccolta differenziata dei Raee, installando eco-punti e massimizzando la capillarità del servizio sul territorio.
  • Semplificare le procedure per il conferimento dei Raee, eliminando la burocrazia inutile e incentivando il ritiro a domicilio.
  • Contrastare il fenomeno dell’abbandono selvaggio con pene più severe e campagne di sensibilizzazione mirate.

Solo attraverso un’azione congiunta e determinata sarà possibile raggiungere gli ambiziosi obiettivi Ue e dare vita a un sistema di riciclo dei Raee efficiente, sostenibile e in grado di contribuire all’autonomia strategica dell’Italia in materia di approvvigionamento di materie prime critiche.

Difficoltà nella raccolta dei Raee in Italia rispetto agli obiettivi europei

I dati del Rapporto gestione Raee 2023 mostrano un tasso di raccolta del 30,24%, ben lontano dal target europeo del 65% fissato per il 2021.

Questo valore deriva dalle dichiarazioni annuali effettuate dagli impianti di trattamento iscritti all’elenco obbligatorio gestito dal Centro di Coordinamento Raee. Le aziende che gestiscono i Raee sono infatti obbligate, ai sensi degli articoli 33 e 34 del Decreto Legislativo 49/2014, a comunicare al consorzio, entro il 30 aprile di ogni anno, i volumi di rifiuti elettronici gestiti nel corso dell’anno precedente.

Le cause del ritardo sono molteplici:

  • Comportamenti scorretti dei cittadini: conferimento non corretto dei rifiuti tecnologici, spesso abbandonati o gettati nei rifiuti indifferenziati
  • Dispersione dei Raee al di fuori dei canali ufficiali: il valore intrinseco di questi rifiuti li rende appetibili per operatori illegali che li gestiscono in modo non corretto, sottraendoli alla filiera del riciclo
  • Mancanza di controlli adeguati: le autorità faticano a contrastare i fenomeni di abbandono e gestione illegale dei Raee

La situazione, purtroppo, non sembra destinata a migliorare nel breve periodo. Anzi, il divario con gli obiettivi europei si è ulteriormente allontanato lo scorso anno.

Per invertire la rotta è necessario un impegno congiunto da parte di tutti gli attori coinvolti:

  • Istituzioni: rafforzare i controlli e le sanzioni contro chi abbandona o gestisce illegalmente i Raee
  • Aziende: promuovere campagne di sensibilizzazione per informare i cittadini sulle modalità corrette di conferimento dei rifiuti tecnologici
  • Cittadini: adottare comportamenti virtuosi, conferendo i Raee solo presso gli appositi centri di raccolta o attraverso i canali ufficiali

Solo con un’azione sinergica e una maggiore consapevolezza sarà possibile raggiungere gli ambiziosi obiettivi Ue e dare vita a un sistema di riciclo dei Raee efficiente, sostenibile e in grado di contribuire all’economia circolare del nostro Paese.

Gestione dei Raee in Italia, analisi dei dati del 2023

Secondo il Report Gestione Raee 2023, lo scorso anno in Italia gli impianti di trattamento hanno avviato a recupero 510.708 tonnellate di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, registrando un calo del 4,6% rispetto ai quantitativi dichiarati nel 2022. Questo dato evidenzia la necessità urgente di un impegno maggiore da parte di tutti gli attori coinvolti per migliorare il tasso di raccolta e riciclo dei Raee nel nostro Paese, in linea con gli obiettivi europei di economia circolare e sostenibilità ambientale.

Nel dettaglio, quasi il 72% dei volumi trattati, pari a 366.909 tonnellate, proviene da Raee domestici, mentre il restante 28%, corrispondente a 143.798 tonnellate, è composto da Raee di origine diversa dai nuclei domestici, noti come Raee professionali.

Rispetto all’anno precedente, entrambe le categorie di Raee hanno registrato una diminuzione: i Raee domestici hanno evidenziato un calo del 2,6%, mentre quelli professionali hanno registrato un decremento del 9,2%.

Questo trend negativo può essere attribuito a diverse cause, tra cui la mancanza di infrastrutture dedicate alla raccolta differenziata dei Raee, l’insufficiente sensibilizzazione pubblica e l’incremento del fenomeno dell’abbandono illegale di apparecchiature dismesse.

Per invertire questa tendenza e migliorare la gestione dei Raee, è essenziale aumentare gli investimenti in infrastrutture di raccolta e riciclo, implementare campagne educative mirate e rafforzare i controlli per contrastare l’abbandono selvaggio. Solo così l’Italia potrà avvicinarsi agli standard europei e garantire un futuro più sostenibile per le generazioni future.

Analisi dei Raee domestici in Italia, trend e dati del 2023

Nel corso del 2023, le dichiarazioni degli impianti relativi ai Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (Raee) di origine domestica hanno confermato un trend negativo nella raccolta, già evidenziato nel 2022. Il 95,2% dei rifiuti tecnologici è stato gestito all’interno del sistema coordinato dal Centro di Coordinamento Raee. Analizziamo ora i principali raggruppamenti di Raee raccolti nel corso dell’anno:

  • Altri grandi bianchi (R2): questo raggruppamento ha visto la raccolta di 127.056 tonnellate, rappresentando il 34,6% del totale. Include apparecchiature come frigoriferi e congelatori, cruciali per il riciclo dei materiali
  • Apparecchiature per lo scambio di temperatura dei fluidi (R1): con una raccolta di 105.273 tonnellate, questo gruppo corrisponde al 28,7% dei volumi complessivi. Tra le apparecchiature rientrano scaldabagni e condizionatori d’aria, necessari per il trattamento efficiente dei Raee
  • IT e Consumer Electronics, apparecchi di illuminazione, ped e altro (R4): questo raggruppamento ha registrato un’incidenza del 22,3%, con un totale di 81.748 tonnellate raccolte. Include dispositivi come computer, telefoni, lampade e altri elettronici di consumo
  • Tve monitor (R3): nonostante una diminuzione rispetto agli anni precedenti, questo gruppo ha raccolto 49.174 tonnellate, pari al 13,4% del totale gestito. La raccolta di TV e monitor rimane una componente significativa del trattamento dei Raee
  • Sorgenti luminose (R5): questo gruppo rappresenta solo l’1% del peso totale, con 3.659 tonnellate trattate. La gestione delle sorgenti luminose rimane una sfida minore ma non trascurabile nell’ambito del trattamento dei Raee

In sintesi, la gestione dei Raee continua a presentare sfide significative, ma il coordinamento del Centro di Coordinamento Raee rimane fondamentale per garantire una corretta raccolta, trattamento e smaltimento di questi rifiuti tecnologici essenziali per l’economia circolare e la sostenibilità ambientale.

Raee, Italia sempre più lontana dai target Ue, tasso di raccolta crolla al 30%

Le dichiarazioni annuali degli impianti di trattamento al Centro di Coordinamento Raee rappresentano lo strumento chiave per monitorare l’andamento dell’Italia rispetto agli obiettivi di raccolta fissati dall’Unione europea per i Raee. Il tasso di raccolta dei rifiuti tecnologici viene calcolato come rapporto tra i Raee avviati a trattamento nell’anno di riferimento e la media delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (Aee) immesse sul mercato nel triennio precedente.

Nel triennio 2020-2022, l’immesso medio è stato di 1.688.742 tonnellate di Aee, con un aumento del 7,3% rispetto al periodo precedente. Tuttavia, i volumi di Raee raccolti e trattati sono diminuiti del 4,6% rispetto al 2022, provocando una ulteriore riduzione del tasso di raccolta. Questo trend negativo, iniziato nel 2019, pone l’Italia a quasi 35 punti percentuali di distanza dall’obiettivo del 65% fissato dall’Unione europea, evidenziando la necessità di intensificare gli sforzi per migliorare la gestione dei Raee nel nostro Paese.

Riduzione dei quantitativi di Raee avviati a trattamento nel 2023

Secondo Fabrizio Longoni, direttore generale del Centro di Coordinamento Raee, il Report di Gestione 2023 evidenzia una riduzione dei quantitativi complessivi di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche avviati a trattamento, con un conseguente ulteriore calo del tasso di raccolta dei rifiuti tecnologici. Questa situazione allontana sempre più l’Italia dagli obiettivi fissati dalla Comunità Europea.

Longoni sottolinea che la filiera ha continuato a operare con eccellenza qualitativa, migliorando di anno in anno, ma il comparto del trattamento Raee risente ancora di un ritardo nei volumi di raccolta a causa di una gestione scorretta di questi rifiuti da parte di operatori che agiscono al di fuori dei limiti di legge. Tuttavia, egli esprime fiducia nel fatto che il recentemente rinnovato Comitato di vigilanza e controllo attuerà in breve tempo, tramite gli organi preposti, i controlli necessari per contrastare questo fenomeno dannoso, soprattutto alla luce degli investimenti in nuove dotazioni impiantistiche richieste dall’Ue e della crescente domanda di maggiore indipendenza nell’approvvigionamento di materie prime critiche attraverso il riciclaggio.

Il ruolo del comitato vigilanza e controllo per incrementare la raccolta Raee

Secondo Carlo Zaghi, Presidente del Comitato Vigilanza e Controllo Raee pile e accumulatori, tra i compiti del Comitato rientra quello di favorire l’attività di raccolta dei rifiuti tecnologici e di promuoverne l’incremento per avvicinare l’Italia agli obiettivi stabiliti dall’Unione Europea.

Zaghi esprime preoccupazione per il fatto che gli obiettivi siano ancora lontani dal essere raggiunti e sottolinea l’impegno del Comitato nel sollecitare e promuovere ispezioni e controlli sia nei confronti dei soggetti che operano nella gestione dei Raee sia verso i produttori di Aee (apparecchiature elettriche ed elettroniche). In particolare, i produttori che non si iscrivono al registro e non dichiarano i quantitativi di apparecchi immessi sul mercato, sottraendosi al finanziamento degli oneri derivanti da una corretta gestione del fine vita delle Aee, danneggiano i produttori che operano correttamente e arrecano un danno all’ambiente. Pertanto, il Comitato si impegna a vigilare e contrastare tali comportamenti scorretti per garantire il raggiungimento degli obiettivi di raccolta e riciclaggio dei Raee.