Calcio, Mondiale ogni due anni: quanti miliardi rischia la Serie A

La Fifa rilancia la proposta e tira dritto, ma Uefa e leghe nazionali si oppongono: tra diritti tv, biglietti e sponsor, ecco cosa rischiano i campionati

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Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

Il progetto è stato svelato lo scorso maggio, in occasione del settantunesimo congresso: la Fifa lavora al Mondiale ogni due anni. Una rivoluzione che riguarda non solo le nazionali ma l’intero sistema: dai campionati ai club, dai giocatori ai tifosi. La proposta è stata ribadita nel Global Summit del 20 dicembre da parte di Gianni Infantino – capo dell’organizzazione mondiale del calcio – e Arsene Wenger, storico allenatore del calcio inglese (ben 22 stagioni alla guida dell’Arsenal) e oggi direttore dello sviluppo per la Fifa.

I due dirigenti hanno voluto sottolineare i benefici di una Coppa del mondo biennale. Ma chi verrebbe avvantaggiato da questa scelta? Secondo l’Uefa – che si oppone strenuamente al progetto assieme alle leghe nazionali – per i campionati domestici ci sarebbe una perdita economica quantificabile in parecchi miliardi di euro.

Mondiale ogni due anni, l’impatto economico

Il vero guaio per club e tornei nazionali restano le conseguenze finanziarie di una possibile rivoluzione: secondo il rapporto della società di consulenza KPMG e Delta Partners, il Mondiale biennale potrebbe costare ai grandi campionati europei e alla Uefa circa 8 miliardi di euro a stagione tra diritti televisivi persi, accordi commerciali e incassi da giorni di gara svaniti.

Dalle entrate tv il colpo maggiore: i broadcaster sarebbero meno interessati ad acquistare e trasmettere i campionati poiché ristretti e scavati tra un impegno internazionale e l’altro. Sempre lo stesso studio ha calcolato che per le 40 maggiori leghe nazionali del pianeta e per l’Uefa c’è il rischio di perdere fino a 5 miliardi di euro a stagione solo in questa voce, equivalente ad oltre un terzo delle loro entrate attuali.

Per campionati come la Serie A (che già versa in uno stato di poca salute) ci sarebbe un mancato incasso di un miliardo all’anno tra diritti tv e biglietteria per colpa della diminuzione del numero di partite, del calendario accorciato e delle gare che sempre più di frequente verrebbero disputate a metà settimana. E di conseguenza ci sarebbero introiti sempre minori anche alla voce sponsor e marketing.

Mondiale ogni due anni, la contrarietà della Lega di A

Per questo la Lega di A, tramite la voce dell’amministratore delegato Luigi De Siervo, ha confermato negli ultimi giorni dell’anno la forte opposizione al progetto della Fifa: “La proposta va contro la tradizione, contro le competizioni nazionali e contro la salute dei giocatori. Non c’è nessun aspetto positivo nella valutazione di questo progetto”.

“Come dimostrano diversi studi da noi realizzati – ha proseguito De Siervo – l’ipotesi di una Coppa del mondo disputata ogni due anni avrebbe anche pesanti ripercussioni economiche sul nostro campionato e sulle altre principali competizioni europee. Da un punto di vista sportivo, è inevitabile che l’aumento delle partite internazionali porterebbe ad una riduzione degli spazi per la Serie A”.

Inoltre il dirigente del massimo torneo italiano fa notare come solo pochi calciatori potrebbero partecipare al Mondiale, con gli altri costretti a lunghi periodi di inattività stipendiati dai club. Una stima interna alla Lega di A quantificherebbe una cifra attorno ai 900 milioni di euro di spesa per le squadre per finanziare i loro calciatori impegnati in nazionale.

Nulla è ancora deciso, non rimane che attendere: nel frattempo nel 2022 l’appuntamento per i cittadini italiani è fissato per marzo, quando la squadra di Roberto Mancini giocherà gli spareggi decisivi per la partecipazione alla Coppa del mondo in Qatar.