Lotta alla pirateria, sentenza storica contro Cloudflare: “Gli utenti saranno individuati”

Il Tribunale di Milano contro Cloudflare: ecco gli obblighi previsti che mettono nei guai gli utenti delle Iptv

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Pubblicato: 20 Dicembre 2024 21:00

Il tema della lotta alla pirateria, per quanto riguarda soprattutto i contenuti sportivi, è più che mai attuale. È una battaglia che Luigi De Siervo, amministratore delegato della Serie A, ha fatto propria, sospinto dalle richieste dei broadcaster. Da mesi si discute costantemente del problema, senza mai avanzare alcun dubbio sulla politica dei prezzi attuata nel corso degli ultimi anni (e sull’impatto che ha avuto sulla rinascita del fenomeno pirateria). L’ultimo capitolo di questa saga si è consumato nelle aule del Tribunale di Milano. È stato accolto in toto il ricorso presentato dalla Lega di Serie A nei confronti di Cloudflare Inc.

Lotta alla pirateria, sentenza storica

Lega di Serie A e Serie B hanno preso parte al procedimento, che ha visto il Tribunale di Milano ordinare a Cloudflare di cessare la fornitura dei propri servizi a siti pirata. A ciò si aggiunge però un aspetto ancor più rilevante.

Si parla dell’obbligo di comunicare i dati relativi ai clienti e utenti coinvolti nei vari streaming illegali di contenuti illeciti, in quanto forniti senza l’autorizzazione dei relativi broadcaster. Una sentenza che conferma in maniera evidente il ruolo di Cloudflare in qualità di intermediario tecnologico, sfruttando per riuscire ad aggirare i vari blocchi governativi applicati.

Riportiamo di seguito le precise imposizioni sancite:

  • inibire la risoluzione Dns – Il traffico dati non potrà essere instradato verso indirizzi Ip che l’Agcom ha provveduto a bloccare tramite il sistema Piracy Shield;
  • interrompere la fornitura di servizi Cdn, Dns autoritativo e reverse proxy – Si tratta di ciò che i siti pirata sfruttano per riuscire a trasmettere materiale protetto da diritti;
  • adottare misure tecnologiche e organizzative – Si richiede uno sforzo della società per rendere inaccessibili i contenuti illeciti agli utenti;
  • comunicare i dati e le informazioni relative a utenti e account – Il processo di identificazione dei singoli soggetti passerà anche attraverso file log delle connessioni, indirizzi Ip e dati su traggico generato e durate delle sessioni.

Pirateria, multe agli utenti

Qualora Cloudflare non dovesse provvedere ad agire in tempi rapidi, si prevede una penale da 10.000 euro al giorno. Si tratta di un precedente cruciale per la lotta alla pirateria informatica. Il Tribunale di Milano sostiene che i servizi offerti abbiano contribuito causalmente alla violazione dei diritti d’autore da parte di soggetti terzi. Di fatto ciò che viene punita è l’inazione dell’azienda, ritenuta volontaria.

Prevedibile l’esultanza di Luigi De Siervo, che ha commentato la sentenza sottolineando come questa non faccia altro che confermare la validità delle ragioni espresse. Un accoglimento in toto del reclamo presentato, ha spiegato, che ora farà partire una nuova fase nella lotta alla pirateria.

Quelle lasciate dagli utenti, che hanno approfittato delle Iptv, sono “tracce indelebili”. Se di recente 13 imputati per pirateria sono stati assolti per non aver compiuto un illecito penale (sanzione amministrativa pari a 154 euro), De Siervo promette conseguenze molto pesanti.

La giudice Roberta Maggio ha spiegato nella sua sentenza: “Non esistono elementi tali da provare che gli imputati abbiano partecipato alle attività di produzione e immissione in circolazione dei supporti informatici, né che li abbiano detenuti per immetterli in commercio. Emerge pacificamente che la detenzione dei supporti informatici fosse finalizzata a meri scopi di natura personale. L’acquirente ha ricevuto il supporto illecito per uso personale e non per immetterlo a sua volta in commercio si configura solo l’illecito amministrativo e non il reato di ricettazione”.

Tutto ciò lascia presagire una generale complessità giudiziaria nel fronteggiare questi casi nel prossimo futuro. L’amministratore delegato della Serie A però non demorde: “Siamo a un punto di svolta. I fornitori di servizi sono stati condannati e ora l’utilizzatore finale sarà individuato facilmente. Sarà perseguito a norma di legge”.