Continua a essere in bilico il futuro dello stadio San Siro di Milano. Le ipotesi avanzate nel corso degli ultimi mesi (della questione però si discute in maniera irregolare da anni) sono svariate. In una fase sembrava ormai tutto pronto per l’addio, con Inter e Milan su campi distinti. Il Comune però non si arrende e prosegue nella sua opera di convincimento. I tempi però sono di colpo stringenti. La FIGC ha fatto sentire la propria voce, richiamando all’attenzione in relazione a Euro 2032.
Che ne sarà di San Siro
La Federcalcio deve necessariamente presentare alla UEFA i cinque stadi italiani che ospiteranno le gare di Euro 2032. Il tutto entro la fine del 2026. Il grande evento, in co-organizzazione con la Turchia, dovrà infatti entrare con largo anticipo nella sua fase preparatoria.
La nomina di Milano non è in dubbio ma occorre capire se le gare si disputeranno al Meazza o altrove. Ad oggi sono state individuate altre nove città, per una lista che resta ufficiosa: Roma, Torino, Verona, Genova, Bologna, Firenze, Napoli, Bari e Cagliari.
I dubbi non mancano e non riguardano soltanto la Lombardia. Dal nuovo stadio della Roma a Pietralata ai presunti di Milan e Inter, rispettivamente a San Donato e Rozzano. In caso di realizzazione nei necessari tempi, la FIGC gradirebbe di certo maggiormente un impianto di ultima generazione.
L’attenzione è tutta riservata su San Siro, con la Federcalcio in attesa della documentazione relativa alla proposta finale del sindaco Sala. Si parla del progetto di ammodernamento dell’impianto (con l’intervento di WeBuild), presentato giorni fa ad Alessandro Antonello e Paolo Scaroni, Ad Corporate dell’Inter e presidente del Milan.
I tempi tecnici fanno però sentire il proprio peso. Occorreranno infatti tre mesi per poter presentare lo studio di fattibilità. L’attesa proseguirà, dunque, con una risposta che si spera possa giungere per fine stagione.
San Siro tra Inter e Milan: spese e progetto
Inter e Milan sembrano sempre più distanti dallo stadio San Siro ma, nel frattempo, le società devono farsi carico di un intervento di restauro notevole e urgente. Una spesa imprevista pari a più di 160.000 euro, da dividere equamente tra i club.
Urge l’istallazione di una rete anticaduta intorno al terzo anello dell’impianto. In questo modo si potrà prevenire il potenziale distacco di pezzi di calcestruzzo. Una spesa che sarà anticipata, in soccorso del Comune, e in seguito detratta dal canone d’affitto.
I rossoneri intanto hanno compiuto il primo passo verso il proprio trasferimento. È stato infatti perfezionato l’acquisto dei terreni dove dovrebbe sorgere il nuovo stadio del Milan, Circa 256.000 metri quadri, a fronte di cifre ancora avvolte dal mistero. Si vocifera di una somma di poco inferiore ai 20 milioni di euro.
Il tutto rientrerà nella quota da 40 milioni di euro versati a giugno da Red Bird nelle casse del club. Stando al progetto, l’obiettivo è quello di far partire i lavori a inizio 2026, con inaugurazione prevista per il 2028.
Questa accelerazione potrebbe in realtà favorire il dialogo tra il Comune di Milano e l’Inter. Dinanzi a un progetto ambizioso, infatti, non è da escludere che Zhang possa accantonare l’ipotesi di una grande spesa, restando unico proprietario del Meazza.
Un termine non usato a caso, dal momento che uno dei paletti imposti per accettare di restare, a fronte del restyling, sarebbe l’ottenimento della proprietà completa. No a una concessione per 99 anni, come in passato ipotizzato per il San Paolo/Maradona di Napoli ad esempio.
Le parti starebbero trattando su una formula con diritto di superficie con riscatto a medio termine. I club investirebbero dunque circa 300 milioni di euro per il restauro, a fronte della certezza di diventare proprietari in seguito.
Una prospettiva che tiene ancora conto dei rossoneri, dunque, non del tutto fuori dai giochi. Si attende il progetto completo di WeBuild, con lo studio di fattibilità già citato. Le due parti dovranno poi accordarsi sul costo complessivo dell’impianto. Il sindaco Sala lo valuterebbe circa 100 milioni di euro, ma le società giocano al ribasso. Il solo fatto d’aver individuato in Rozzano e San Donato delle opzioni valide, ne abbassa il valore. Pretendono inoltre anche le aree intorno a San Siro, con parcheggio e zona verde compresi.