Arbitri multati per evasione fiscale, sanzionati anche Gianluca Rocchi e Daniele Orsato

Il designatore Rocchi e l'ex fischietto Orsato, tra i più apprezzati in Europa, sono nel gruppo di 50 arbitri internazionali italiani multati per evasione fiscale

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Pubblicato: 19 Novembre 2024 23:58

Cinquanta di arbitri internazionali sono stati multati dal Fisco italiano per aver evaso le tasse sui compensi incassati dalla Uefa per le partite condotte all’estero. Tra i nomi finiti sotto la lente di ingrandimento della Guardia di finanza ci sono anche due fischietti illustri come il designatore Gianluca Rocchi, e il direttore di gara con più presenze in Champions League, eletto miglior arbitro del mondo nel 2020, Daniele Orsato.

Gli accertamenti del Fisco

La vicenda, riportata da Repubblica, rischia di rappresentare un duro colpo per la classe arbitrale italiana, sia dal punto di vista dell’immagine, sia sotto l’aspetto disciplinare, con conseguenze anche pesanti che potrebbero incidere sulle carriere dei direttori di gara e assistenti.

Secondo quanto ricostruito finora, la Guardia di finanza ha rilevato un alto tasso di evasione fiscale tra gli arbitri e guardalinee impegnati in gare di competizioni Uefa dirette in vari paesi europei, con compensi netti per un minimo di 8mila euro netti a partita, in un arco di tempo compreso tra il 2018 e il 2020.

Dagli accertamenti dei militari delle Fiamme gialle è emerso come molti soggetti non avessero denunciato al fisco italiano quanto incassato dagli incontri internazionali, in alcuni episodi anche ricevendo le retribuzioni su conti esteri. In ogni caso le cifre non dichiarate sono risultate inferiori ai 100mila euro, soglia oltra la quale sarebbero scattate conseguenze penali.

Le verifiche dei finanzieri sono partite nella primavera del 2023 a seguito di un dettagliato esposto presentato alla Gdf, nel quale si affermava che una cinquantina di arbitri internazionali non avessero dichiarato al Fisco le somme ricevute dalla Uefa.

Da questa segnalazione hanno avuto inizio gli accertamenti della Guardia di finanza, che si è presentata nella sede dell’Associazione italiana arbitri (Aia) per acquisire le liste complete di direttori di gare e guardalinee. Controlli che si sono poi allargati anche agli elenchi degli arbitri internazionali di calcio a 5, oltre agli addetti Var (Video Assistant Referee) e Avar, gli assistenti al Var.

Dalle verifiche incrociate estese dalla Gdf di Roma anche a tutti i comandi regionali sono saltati fuori i profili di un gruppo di 50 arbitri, per i quali sono scattati gli avvisi di accertamenti mandati dall’Agenzia delle entrate. In quasi tutti i casi c’è stata l’adesione degli avvisi avvenuta a metà del 2024, che ha permesso ai direttori di gara coinvolti di pagare una sanzione ridotta.

Multati anche Rocchi e Orsato

Tra i nomi coinvolti negli accertamenti rientrano anche il designatore di Serie A e Serie B Gianluca Rocchi, direttore di gare di punta nelle massime competizioni europee e mondiali fino al 2020, e uno degli arbitri italiani più apprezzati a livello internazionale come Daniele Orsato, eletto miglior fischietto del mondo dall’Iffhs nel 2020 e ritirato nell’estate 2024.

“Ho chiuso tutte le pendenze, si era trattato di un disguido” ha affermato Gianluca Rocchi commentando la notizia. “Un errore dovuto a norme non chiarissime” ha aggiunto il suo legale Roberto Cordeiro Guerra, precisando che “da subito il mio assistito ha desiderato regolarizzare la sua posizione attraverso il cosiddetto ravvedimento operoso“.

Nessuna dichiarazione è arrivata fino ad ora, invece, da Daniele Orsato.

La vicenda è stata tenuta sotto silenzio per le possibili ripercussioni sulle carriere degli arbitri, ma oltre le sanzioni i soggetti coinvolti potrebbero subire conseguenze rilevanti dal punto di vista regolamentare. Le violazioni fiscali, infatti, potrebbe portare la Procura federale della Fgci all’apertura di un’inchiesta con possibili sanzioni disciplinari.

All’articolo 5 e 6 del Codice etico dell’Aia si stabilisce che gli arbitri associati “devono improntare i loro comportamenti in conformità alle leggi ed ai regolamenti vigenti… Il loro comportamento deve essere espressione di legalità”.