C’è poco da fare, il feeling tra gli italiani e le auto elettriche stenta a decollare. Lo dicono i numeri delle vetture elettriche presenti sulle strade italiane, lo sentenzia sempre di più anche il mancato utilizzo degli incentivi pensati dal Governo per aiutare all’acquisto di auto a emissioni zero. Insomma, al momento sembra che il rapporto non sia dei migliori con l’elettrico e che nel giro dei prossimi anni bisognerà cambiare qualcosa.
Ci sta pensando su il Governo, che dopo aver appreso dal Mimit quelli che sono i numeri che fanno risuonare l’allarme vuole rivedere un po’ gli incentivi per cercare di destinare fondi dove c’è più bisogno.
Stop agli incentivi per l’elettrico?
I dati resi noti dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, infatti, sottolineano ancora una volta come l’appeal dell’elettrico sia quasi nullo in Italia. A ribadirlo è stato anche il titolare del Ministero, il ministro Adolfo Urso, che nel corso del question time alla Camera ha sottolineato che nel periodo 2022-2026 sono stati destinati 2 miliardi per il settore dell’automotive e che nel 2022 oltre 127 milioni sarebbero rimasti inutilizzati.
La causa? La mancata trasformazione degli incentivi per l’elettrico. Infatti, ha spiegato Urso, la risposta del mercato è stata eterogenea. Da un lato sono andati a ruba gli aiuti per l’acquisto di auto endotermiche a basse emissioni, con gli incentivi terminati nel giro di poco. Dall’altro, però, gli incentivi sull’elettrico hanno avuto cattivi riscontri (qui vi avevamo parlato delle condizioni italiane per il passaggio alle auto elettriche).
I numeri parlano chiaro: “Per quanto riguarda il 2023, i 150 milioni per l’acquisto di veicoli con motore endotermico e consumo medio di CO2 tra 61 e 135 gr/km sono terminati in poche settimane, mentre dei 425 milioni complessivamente stanziati per le auto elettriche e ibride sono stati utilizzati ad oggi soltanto 33 milioni, meno dell’8%“.
Che gli incentivi per l’elettrico non stiano decollando lo rivela anche il Centro studi promotor, che in una nota evidenzia che la quota delle auto elettriche a marzo è stata modesta, ma ancora nettamente in ritardo rispetto agli altri Paesi europei. Infatti nel Vecchio Continente, a differenza dell’Italia, l’elettrico ha preso piede ed è normale avere “quote a due cifre“. Cosa fare quindi? (qui vi abbiamo parlato di quanto costa mantenere un’auto).
La proposta del Governo sugli incentivi
Il ministro Urso ha avanzato delle ipotesi, che però dovranno essere discusse per bene. Dato l’elevata cifra non utilizzata del fondo, dal Mimit si pensa di predisporre “una rimodulazione degli incentivi“. Tradotto: più spazio ai biocarburanti (biodiesel, biometano, Hvo). Se gli italiani, infatti, non puntano sull’elettrico, tanto vale destinare nuovamente il fondo verso lidi più battuti.
Ciò significa, ha spiegato Urso, che per incentivare alla rottamazione del parco auto vecchio, il Governo potrebbe mettere a disposizione degli aiuti per smaltire quanto prima le vetture che da qui a poco potrebbero essere viste come veri e propri mostri per l’ambiente. Ecco quindi che il Mimit potrebbe puntare sulle rottamazioni di auto euro 0, euro 1, euro 2 o euro 3 che dovrebbero quindi essere incentivate (qui vi abbiamo parlato della super elettrica acquistabile con gli ecoincentivi).