Bonus 200 euro o bonus 150 euro? Le differenze

A chi ha ricevuto il bonus 200 euro spetta anche il bonus 150 euro previsto dal decreto aiuti ter? Quali sono le differenze e quali, invece, i requisiti richiesti?

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

A chi ha ricevuto il bonus 200 euro spetta anche il bonus 150 euro previsto dal decreto aiuti ter? La risposta a questa domanda, ad oggi, è: dipende. Non tutti i contribuenti destinatari della prima misura, infatti, sono stati inclusi nella seconda. Ma quali sono le differenze e quali, invece, i requisiti necessari per avere accesso ad entrambe le agevolazioni? Proviamo a fare chiarezza.

Bonus 200 euro e bonus 150 euro, così il governo prova a far fronte alla spinta inflazionistica

Sia il bonus 200 euro che il bonus 150 euro sono indennità una tantum approvate dal governo per contrastare gli effetti negativi della spinta inflazionistica in Italia. Emergenza pandemica prima e tensioni con la Russia poi hanno più volte messo in crisi la catena nazionale e internazionale degli approvvigionamenti, fino a spingere l’Europa e l’Italia sull’orlo della recessione. La carenza di materie prime, di conseguenza, ha comportato tutta una serie di aumenti, facendo schizzare i prezzi di servizi e prodotti di prima necessità alle stelle. Da qui la decisione dell’Esecutivo di mettere in pratica un piano di interventi volto ad andare incontro alle famiglie e, in generale, ai contribuenti più provati da questa situazione.

Tra le iniziative mirate a contrastare l’inflazione si inserisce il bonus 200 euro, un’indennità approvata a maggio con la pubblicazione del cd. decreto aiuti.

Nei mesi a seguire, però, le cose non sono cambiate e, con l’inasprirsi dei rapporti con la Russia, la situazione in Italia è diventata ancora più delicata, tanto da spingere il governo centrale a intervenire di nuovo. Facciamo pertanto un balzo temporale di qualche mese e arriviamo all’approvazione di un’altra indennità, il cd. bonus 150 euro.

Bonus 200 euro: a chi spetta

Il bonus 200 euro approvato prima dell’estate – inizialmente pensato solo per lavoratori, pensionati e disoccupati – è stato poi esteso anche ad altri soggetti. Per i lavoratori subordinati, esclusi i lavoratori agricoli a tempo determinato, è il datore di lavoro a riconoscere il sostegno, previa acquisizione di una dichiarazione da parte del dipendente di non essere titolare di trattamenti pensionistici, a carico di qualsiasi forma previdenziale, né di trattamenti di accompagnamento alla pensione e di reddito di cittadinanza.

L’indennità di 200 euro, sussistendo il rapporto di lavoro (a tempo determinato o indeterminato) e nel rispetto dei requisiti posti dall’articolo 31 del decreto-legge n. 50 del 17 maggio 2022, spettava di competenza a luglio 2022 (nella retribuzione erogata ad agosto) o con denuncia UNIEMENS che doveva essere inviata entro il 31 agosto 2022 oppure ancora, in ragione dell’articolazione dei singoli rapporti di lavoro (ad esempio, part-time ciclici ) o della previsione dei CCNL, con la retribuzione erogata nel mese di luglio 2022 (anche se di competenza del mese di giugno 2022) e quindi con denuncia UNIEMENS da inviare entro il 31 luglio.

L’autodichiarazione non è stata invece necessaria per i dipendenti pubblici i cui servizi di pagamento delle retribuzioni del personale siano gestiti dal sistema informatico del Ministero dell’Economia e delle Finanze. In questo caso il bonus è arrivato direttamente in busta paga.

Hanno ricevuto il bonus 200 euro in automatico:

  • i titolari di pensioni;
  • i titolari di assegno ordinario di invalidità;
  • titolari di assegni di disoccupazione e beneficiari indennità Covid-19;
  • i beneficiari del Reddito di Cittadinanza (attraverso una maggiorazione dell’assegno mensile).

Tutti gli altri invece, come i liberi professionisti in attesa, dovranno fare domanda.

Quali sono le differenze

Il bonus 200 euro e il bonus 150 sono stati approvati in due momenti diversi e attraverso due decreti diversi. Questa è la prima cosa che distingue le due indennità. Nel primo caso le indicazioni sono arrivate con il decreto aiuti di maggio, poi integrate da tutta una serie di emendamenti e direttive che hanno esteso la platea dei beneficiari e chiarito le modalità di ottenimento (quando cioè i 200 euro sarebbero arrivati in automatico e quando invece sarebbe toccato al contribuente fare richiesta).

Il bonus 150 euro, invece, fa seguito all’approvazione del decreto aiuti ter e restringe anche la platea dei beneficiari. Se, infatti, per il bonus 200 euro il limite reddituale per avere accesso all’agevolazione era stato fissato a 35 mila euro annui, per la nuova indennità tale soglia è scesa a 20 mila euro annui.

Bonus 200 euro: il calendario dei pagamenti

Per quanto riguarda il calendario dei pagamenti, a luglio 2022 è stato liquidato il bonus 200 euro ai lavoratori dipendenti, ai nuclei beneficiari di RdC, ai domestici, ai titolari di uno o più trattamenti pensionistici a carico di qualsiasi forma previdenziale obbligatoria, di pensione o assegno sociale, di pensione o assegno per invalidi civili, ciechi e sordomuti, nonché di trattamenti di accompagnamento alla pensione.

A ottobre 2022 la stessa verrà erogata ai titolari di NASpI , DIS-COLL, alla platea dei beneficiari di disoccupazione agricola 2021, dei già beneficiari delle ex indennità Covid 2021 e ai lavoratori appartenenti alle categorie chiamate a presentare domanda. Anche in questo caso però si tratta di un versamento statale una tantum contro il caro vita e alcuni beneficiari lo riceveranno in automaticamente.

Bonus 150 euro: quando sarà accreditato?

Non tutti riceveranno il bonus 150 euro subito, poiché i tempi di accredito (da parte del datore di lavoro o dall’Inps) dipenderanno dal tipo di inquadramento e dalla posizione lavorativa stessa del beneficiario.

Nello specifico, riceveranno l’indennità una tantum a novembre:

  • i lavoratori dipendenti, dal datore di lavoro e direttamente in busta paga;
  • i pensionati, che si vedranno accreditare la somma nel cedolino di novembre;
  • i titolari del reddito di cittadinanza, d’ufficio la cifra sarà riconosciuta in aggiunta nella ricarica di novembre.

Dovranno invece aspettare molto probabilmente il 2023:

  • i lavoratori domestici;
  • chi prende l’indennità di disoccupazione;
  • i collaboratori (co.co.co., dottorandi e titolari di assegni di ricerca);
  • i lavoratori stagionali;
  • i lavoratori dello spettacolo.

Per tutti questi, ovviamente, restano fermi i requisiti reddituali (e non solo) stabiliti dal decreto aiuti ter.

Resta invece il nodo autonomi, ancora in attesa dei 200 euro: se e come il bonus 150 euro sarà erogato anche alle partite Iva in possesso dei requisiti richiesti deve essere ancora chiarito.