Interessi di mora: in cosa consistono e come si contano

Cosa sono gli interessi di mora, perché si applicano, come fare il calcolo

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Pubblicato: 6 Dicembre 2019 12:38Aggiornato: 5 Aprile 2024 17:25

Gli interessi di mora o moratori rappresentano un costo maggiorato che si applica a una rata non pagata nel rispetto di termini temporali stabiliti tra un creditore generalmente una banca o un istituto di credito e un debitore. Quindi, se ho saltato il pagamento di una rata del mutuo o della macchina, dovrò pagarla poi con un sovrapprezzo, ovvero un tasso di mora, che sarà sicuramente maggiore del tasso applicato per il finanziamento.

Perché si applicano gli interessi di mora?

La mora, che ha interessi indubbiamente alti, serve a tutelare banche e finanziarie che prestano denaro. Innanzitutto, funge da deterrente per i cattivi pagatori, ma soprattutto serve ai creditori per recuperare le rate non restituite più un risarcimento danni. Per il pagatore sicuramente non contento dei tassi di mora si tratta di una vera e propria multa per illecito, ovvero quello di non aver rispettare un contratto accettato e firmato da entrambe le parti.

Calcolo degli interessi di mora

Per i motivi detti sopra, il calcolo degli interessi di mora si effettua a un tasso superiore a quello legale, attraverso una formula matematica:

importo dovuto X tasso di mora X numero di giorni di interessi maturati : 365

Se sulla maggior parte delle variabili del calcolo non c’è molto da dire, bisogna specificare che 365 è un quoziente fisso, che viene utilizzato anche per gli anni bisestili. Ciò che varia da banca a banca è proprio il tasso di mora. Questa cifra ha una sua regolamentazione a parte, e come legifera il Decreto n. 192/2012 non può superare l’8%. Sulla base di questo, comunque, ogni banca ha una sua politica aziendale nella gestione dei ritardi: se per esempio di ha un mutuo al 4%, la multa verrà ricalcolata con la formula matematica indicata sopra e il tasso di mora sarà compreso tra i 5% e l’8%. Ovviamente il consiglio è quello di chiedere direttamente al proprio istituto di credito, dato che alcuni sono più tolleranti verso i pagatori ritardatari rispetto ad altri.

Quando gli interessi di mora sono ufficiali e quando no

Per essere ritenuti ufficiali e quindi obbligare il debitore al pagamento gli interessi di mora devono essere dichiarati in maniera trasparente e chiara dal creditore. Inoltre, dovrà essere inviata una lettere di richiamo tramite raccomandata A/R, entro 30 giorni dalla scadenza della rata. Al termine di questo tempo, se non è stato saldato l’importo, scattano gli interessi di mora in maniera automatica. A questo punto non si potrà più patteggiare e il debitore dovrà pagare la mora per tutti i giorni di ritardo.

Esiste tuttavia un solo caso in cui il debitore insolvente non dovrà pagare nessun interesse di mora, intentando una causa giustificativa: si tratta del caso dimostrabile di errore della banca. Ad esempio, se per disguidi bancari il bonifico mensile della rata non è andato a buon fine e non è stato comunicato. In questo caso, infatti, non c’è intenzionalità di non pagare, ma un errore nella comunicazione tra cliente e banca. Se accade ciò il debitore dovrà provvedere a saldare l’importo della rata saltata, senza nessun interesse di mora.