Scrivere a mano fa bene al cervello: i vantaggi della calligrafia

Quando si scrive a mano si mettono in moto diversi meccanismi che coinvolgono il sistema nervoso, sia sul lato della percezione che dell’abilità manuale. Ma non solo

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Federico Mereta

Giornalista scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica. Raccontare la scienza e la salute è la sua passione, perché crede che la conoscenza sia alla base di ogni nostra scelta. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Pubblicato: 22 Luglio 2024 14:30

Diciamolo. Entrando in una sala riunioni, oggi, è facile vedere i partecipanti al meeting armati di tablet, smartphone, ovviamente laptop per seguire e prendere appunti, oltre che a scattare foto e registrare. Ed è sempre più difficile trovare chi, in un team, tira fuori dalla sua cartella il classico quadernetto per appunti e si mette a vergare con la penna o la matita parole, concetti chiave o semplicemente pensieri da ricordare.

Sia chiaro. Il digitale ci ha cambiato la vita e la tecnologia certo non va demonizzata. Ma forse, a volte, tornare al vecchio “carta penna e calamaio”, magari scegliendo la stilografica che ci permette di svolazzare leggermente sul foglio o la classica biro sempre pronta nel taschino, potrebbe aiutarci. E non solo per conservare una calligrafia più o meno gradevole. Ma anche per migliorare alcune performance.

Perché non dimenticare carta e penna

Anche se può sembrare strano, la scrittura manuale presenta importanti vantaggi sul fronte dell’apprendimento oltre che impattare (ovviamente) sul percorso grafologico del soggetto, diventando quindi uno strumento indiretto di monitoraggio delle abilità e dei percorsi. In questo senso, va detto, dimenticare o comunque relegare a spazi limitati carta e penna può non essere la scelta ottimale. Se non ne siete convinti, provate a vedere cosa accade ai bambini. e poi, magari, traducete nell’età adulta gli insegnamenti che vengono da uno studio pubblicato su Psychological Sciences.
La ricerca è stata condotta dall’equipe di Brenda Rapp, docente di scienze cognitive all’Università Johns Hopkins. E mostra chiaramente come al momento ci sono aspetti in cui la scrittura manuale supera (e di molto) le opportunità offerte dalla tecnologia informatica.

Ad esempio, armarsi di carta e penna potrebbe essere utilissimo per la memoria. Quando si punta ad apprendere lingue e quindi vuole imparare a leggere. Grazie alla scrittura manuale su un foglio, si velocizzano nell’adulto, e forse (almeno questa è l’ipotesi degli esperti) anche nel bambino, i tempi di apprendimento di un idioma diverso. Quando si scrive a mano si metterebbero infatti in moto diversi meccanismi che coinvolgono il sistema nervoso, sia sul lato della percezione che dell’abilità manuale. E con questo approccio si definisce una specie di “framework” che consente di rendere più agevole la definizione di informazioni visive come la forma delle lettere.

Ma non basta: si aumentano anche le stimolazioni sonore, legate alla lettura di una vocale o di una sillaba, e si possono avere importanti informazioni psicologiche, legate alla grafia propria di ogni individuo. Gli esperti guidati da, sembrano quindi convinti: scrivendo a mano si potrebbe “rappresentare” in modo più forte nella mente quanto si sta realizzando sul foglio, ovviamente in confronto ad altri metodi, tanto da poter migliorare le possibili prestazioni anche in altre attività non collegate alla scrittura stessa.

Cominciamo da bambini

Senza demonizzare la tecnologia, anche nella prima età, si può comunque impiegarla al meglio. Senza farne un “totem” unico da utilizzare, ma piuttosto integrando i percorsi che non debbono fare a meno della scrittura tradizionale. La ricerca, in particolare, rivela come studio, lettura, ortografia e comprensione vadano di pari passo e scrivere le parole a mano, più o meno velocemente, avrebbe un impatto positivo su queste funzioni.

L’abitudine deve iniziare fin da bambini: secondo i dettami della pediatria, scrivere manualmente soprattutto in corsivo, produrrebbe benefici per lo sviluppo cognitivo nell’età infantile o adolescenziale. Con vantaggi che si trascinano anche nell’adulto. Quando si scrive a mano si pensa più in unità di significato (parole, frasi) e diverse aree del cervello vengono attivate e messe in funzione allo stesso tempo. Quindi si utilizzano capacità neuronali più complesse e il cervello viene esercitato in misura maggiore rispetto a quando si scrive su una tastiera. Quest’ultima coinvolge solo le aree visive e verbali, mentre la scrittura a mano coinvolge l’area visiva, verbale, grafica e la zona che integra queste tre aree cerebrali.

Insomma, ricordiamo che la scrittura a mano non può essere sostituita dalla scrittura su tastiera, che ha funzioni diverse. Un bambino o un adulto che scrivono a mano tendono ad avere una migliore conoscenza dell’ortografia. Soprattutto, non abbandoniamo l’abitudine agli “appunti”. La scrittura a mano va esercitata con continuità attraverso esercizi di motricità anche utilizzando piccoli strumenti per sviluppare una sensibilità tattile che si concretizza nella scrittura. E ricordiamo che le persone che scrivono a mano tendono ad avere una maggiore fluidità di idee quando scrivono testi lunghi, oltre al fatto che questa pratica aumenta la memoria e migliora la comprensione della lettura

Attenzione ai crampi

Curiosità finale. Chi esagera, alla fine, può andare incontro al crampo dello scrivano, condizione legata ad un problema muscolare che compare proprio mentre si lavora con la penna, ma può essere presente anche si si digita a lungo sullo schermo del tablet. In pratica si tratta di una distonia “focale”, cioè localizzata al braccio, che comporta una contrazione muscolare anomala, tale da costringere a posizioni non proprio ottimale.
A soffrirne di più sono gli adolescenti e i giovani adulti, che vedono progressivamente calare la loro capacità di resistenza a scrivere a mano.
Sul fronte scientifico, mentre si indaga sulle possibili componenti genetiche che sembrano comunque avere un ruolo, va ricordato che per parlare di questa specifica condizione occorre che il disturbo non sia presenta quando si è a riposo o quando si fanno altre attività che impegnano la mano e l’arto superiore.

Capitolo trattamento: detto che alcune soluzioni da adottare anche a scuola possono essere d’aiuto, dall’impiego di penne speciali fino al tentativo di far scrivere con l’altro braccio o magari preferire la grafia in stampatello al posto di quella in corsivo, va detto che i trattamenti specifici vanno impostati da specialisti, una volta definita la diagnosi del problema.