Richiamo alimentare per salame di Toscana, rischio salmonella

Il ministero della Salute ha pubblicato un richiamo per dei salumi, contengono il batterio della salmonella

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Il ministero della Salute, nella sua funzione di monitoraggio dei prodotti che mettono a rischio la salute, ha richiamato un prodotto. Si tratta di un salume, il salame Sciano.

I rischi legati al consumo sono alti. Infatti l’avvertenza è di non consumarlo e, per i supermercati o punti vendita, di non venderlo. Il salame richiamato presenta il batterio salmonella.

Richiamo per salame Sciano: rischio salmonella

Con la nota del 15 maggio il ministero della Salute (presente anche sull’app dedicata) ha deciso il richiamo di un salame. Si tratta di un salame di tipo toscano del marchio “I salumi di Sciano”.

Il produttore e il marchio di identificazione dello stabilimento è Gelli Salumi Srl, nello specifico dallo stabilimento di via Sciano 71, Certaldo a Firenze. Per identificare al meglio il tipo di prodotto sotto richiamo si può controllare il lotto accusato: 190324.

Il salame, che presenta un’etichetta bianca, ha scritto sulla confezione “Salame toscano” e “Senza glutine, latte e derivati”, ha fatto scattare l’allarme per via della presenza di un batterio. In particolare è la presenza di salmonella ad aver fatto scattare la preoccupazione per il rischio di salute dei consumatori. Il richiamo, previsto dalla data 15 aprile 2024 in merito al prodotto con data di scadenza 20 agosto 2024, ha un’avvertenza. Nella nota si legge che il prodotto non deve essere consumato e di riportarlo al punto vendita per il ritiro.

Perché il ministero della Salute ha ritirato il salame: cosa causa la salmonella

Il rischio di ingerire un cibo contaminato da batteri Salmonella è piuttosto serio e può portare a gravi problemi di salute. La Salmonella è un genere di batteri che può causare un’infezione chiamata salmonellosi. I sintomi tipici includono diarrea, febbre, crampi addominali, nausea e vomito. Nei casi più gravi, l’infezione da Salmonella può portare a complicazioni come disidratazione, sepsi e infezioni invasive che richiedono il ricovero in ospedale.

Per prevenire la diffusione di salmonellosi, il Ministero della Salute ha deciso il ritiro del prodotto che è stato contaminato da batteri Salmonella. Il ritiro dei prodotti contaminati è una misura precauzionale per proteggere la salute pubblica e prevenire la diffusione dell’infezione. Il consumo di alimenti contaminati può portare a epidemie di salmonellosi, quindi è importante agire prontamente per rimuovere i prodotti a rischio dal mercato e informare il pubblico sui potenziali pericoli.

Un episodio simile è accaduto con delle uova, ritirate lo scorso gennaio. Anche in quell’occasione, come ha spiegato il ministero della Salute, i sintomi sono molti e possono comparire tra le 6 e le 72 ore dopo l’ingestione. Nella maggior parte dei casi, però, gli effetti si rivelano tra le 12 e le 36 ore. I soggetti più a rischio sono i bambini, gli anziani, le donne in gravidanza, i soggetti affetti da anemia falciforme e quelli affetti da Hiv (in quest’ultimo caso si registrano anche ricorrenti casi di setticemia non tifoidea).