Il processo Inps-Santanchè rimane a Milano, saltata la “strategia Roma”

Non si sposterà a Roma il processo Santanchè, saltata la strategia della difesa, a marzo l'udienza preliminare a Milano

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 30 Gennaio 2025 10:46

Il processo per truffa ai danni dell’Inps che vede imputata tra gli altri anche la ministra del turismo Daniela Santanchè, rimarrà a Milano. La Corte di Cassazione ha respinto la mozione degli avvocati della ministra, che sostenevano con alcune argomentazioni che la competenza del procedimento spettasse alla procura di Roma.

Nessun ritardo quindi nel procedimento, che arriverà all’udienza preliminare a marzo. La ministra Santanchè potrebbe quindi essere nuovamente rinviata a giudizio, così come avvenuto per l’accusa di falso in bilancio nella gestione della casa editrice Visibilia. Su Santanchè pende ancora anche l’accusa di bancarotta fraudolenta di un’altra azienda, Ki Group.

La decisione della Cassazione: il processo Santanchè rimane a Milano

Il prossimo 26 marzo la ministra del Turismo Daniela Santanchè dovrà comparire davanti al giudice per l’udienza preliminare di Milano. L’accusa che il magistrato dovrà valutare è quella di truffa ai danni dell’Inps, nell’ambito della gestione dell’azienda Visibilia durante il periodo della pandemia di Covid-19.

La ministra Santanchè, insieme ad altre due persone, è accusata di aver chiesto indebitamente la cassa integrazione in deroga a sostegno delle imprese colpite dagli effetti della pandemia da Covid-19 per 13 dipendenti, con un danno per l’Inps di oltre 126mila euro. A questa accusa si aggiunge quella di aver dichiarato il falso, dicendo di aver assegnato ad alcuni dipendenti la cassa integrazione a zero ore, quando in realtà questi erano semplicemente impiegati in lavoro da remoto.

Gli avvocati di Santanchè avevano chiesto che l’indagine fosse spostata dalla procura di Milano a quella di Roma, perché, secondo il collegio difensivo, il reato era stato commesso originariamente nella capitale. I server dell’Inps infatti sono a Roma e il conto bancario del primo dipendente che sarebbe stato pagato con la cassa integrazione illecita era domiciliato presso una filiale della capitale. Di contro l’accusa ha sostenuto che il reato è continuativo e che si è concluso, con l’ultimo pagamento, proprio a Milano.

Saltata la “strategia Roma”, qual era il piano degli avvocati

La difesa di Santanchè aveva proposto il trasferimento a Roma anche perché la riattribuzione della competenza a un’altra procura comporta che le indagini debbano ripartire dallo stadio precedente in termini burocratici. La nuova procura dovrebbe nuovamente analizzare le carte dell’indagine e, di conseguenza, l’udienza preliminare sarebbe stata posticipata di diversi mesi. Di conseguenza anche il possibile rinvio a giudizio sarebbe stato ritardato.

La ministra Santanchè è finita al centro di una polemica politica dopo le sue dichiarazioni su possibili dimissioni dal suo ruolo nel Governo, in quanto rinviata a giudizio per falso in bilancio proprio nel caso della gestione di Visibilia. La ministra ha prima affermato che non si sarebbe dimessa anche in caso di richieste dalla maggioranza, poi ha specificato che avrebbe accettato di lasciare il proprio incarico su richiesta della presidente del Consiglio.

Non c’è però soltanto il caso Visibilia a pesare sulla situazione della ministra del Turismo. Sempre a Milano, Santanchè è indagata per bancarotta fraudolenta della società di prodotti biologici Ki Group, di cui è ritenuta responsabile in quanto membro dell’amministrazione durante il periodo che ha portato al peggioramento irreversibile dei conti dell’azienda.