Saluto romano, “presente” urlato al cielo e tante polemiche dopo la commemorazione di domenica 7 gennaio 2024 per la strage di Acca Larentia a Roma, dove centinaia di manifestanti si sono riuniti come ogni anno per celebrare l’anniversario del pluriomicidio politico. Una vera e propria bufera che si è abbattuta sul governo Meloni che ha preso le distanze dell’episodio che però, ancora una volta, fa parecchio discutere.
E il presidente del Senato Ignazio La Russa chiede chiarezza alla magistratura sul saluto romano, per distinguere chiaramente le situazioni in cui è ipotizzabile il reato di apologia del fascismo e quelli, invece, in cui è “concesso” per la commemorazione di persone defunte.
Saluto romano e apologia del fascismo, La Russa chiede chiarezza
Il “presente” e il saluto romano non sono di certo gesti dimenticati dall’ultra destra che sempre più spesso, in occasione di commemorazioni o funerali, fanno parlare e discutere. E ogni anno, al 7 gennaio, è il ricordo delle strage Acca Larentia a riaccendere la questione, con la commemorazione del 2024 che però ha avuto parecchio risalto.
Forse perché al governo ci sono forze di destra, la presenza di centinaia di manifestanti ha lasciato l’opinione pubblica sbigottita, tanto da richiedere l’intervento della seconda carica dello Stato. Il presidente del Senato Ignazio La Russa, infatti, contattato telefonicamente dal Corriere della Sera ha preso le distanze da quanto accaduto, sia come figura che rappresenta la Repubblica, sia come partito Fratelli d’Italia.
La Russa, infatti, ha sottolineato che il partito ha sempre richiesto ai suoi “di non partecipare a certe manifestazioni che vengono inevitabilmente strumentalizzate da chi vuole attaccarci”.
Ma non solo, perché nel corso dell’intervento al quotidiano ha mostrato le sue perplessità sul saluto romano come gesto di apologia del fascismo e quindi reato. Il presidente del Senato, infatti, ha chiesto maggior chiarezza per risolvere la questione: “Da avvocato attendo con interesse la prevista riunione a sezione riunite della Cassazione proprio su questo punto. È possibile che si stabilisca che un saluto romano durante una commemorazione non sia apologia di fascismo, e quindi non sia reato, come molte sentenze stabiliscono. Servirebbe chiarezza, ce lo aspettiamo”.
Cosa deve decidere la Cassazione dopo il caso Acca Larentia
E a fornire un po’ di chiarezza, in questo senso, sarà come detto la Cassazione. Le sezioni riunite della Corte suprema, infatti, dovranno stabilire in quali casi il saluto romano è da considerarsi reato, perché molto spesso le indagini e i processi aperti finiscono in archiviazioni e assoluzioni.
L’obiettivo della Cassazione, quindi, sarà chiarire cos’è punibile per apologia del fascismo e cosa no. Sarà deciso il 18 gennaio, data in cui le Sezioni unite, lo speciale collegio che risolve i contrasti interpretativi interni, si riuniranno per affrontare la questione.
La Corte suprema tratterà il caso che riguarda otto militanti del movimento neofascista CasaPound, denunciati per violazione della legge Mancino a causa delle braccia tese in cui si erano esibiti il 29 aprile 2016 durante la commemorazione di Sergio Ramelli, e la decisione può fare giurisprudenza.
Se passerà la “tesi Mancino”, che vieta “manifestazioni esteriori, emblemi o simboli” propri di movimenti portatori di idee “fondate sulla superioritào sull’odio razziale o etnico”, è probabile un aumento del numero di condanne. Se “vincerà” l’”opzione Scelba”, che punisce chi “con parole, gesti o in qualunque altro modo compie pubblicamente manifestazioni usuali al disciolto partito fascista” garantirebbe l’impunità nella maggior parte dei casi.