Marine Le Pen, somiglianze e differenze con la destra italiana

Marine Le Pen ha mostrato interesse per un fronte europeo di destra, anche se ci sono delle differenze con la leader della destra italiana

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Pubblicato: 31 Luglio 2023 10:56

Marine Le Pen ha visto spesso il suo nome affiancato alla destra italiana, che negli ultimi anni è alla ricerca della realizzazione di un fronte comune europeo. Se in Spagna c’è Vox, in Francia c’è Marine Le Pen.

Marine Le Pen e Giorgia Meloni: differenze

Tra il 2022 e il 2023 Marine Le Pen ha dovuto fronteggiare sempre più il tema Giorgia Meloni. Impossibile non rendersi conto della scalata politica dell’attuale Premier sul fronte dei sondaggi. Per quanto impegnata in una coalizione, che oggi vede Salvini e Tajani al suo fianco, dopo la morte di Silvio Berlusconi, è lei volto e guida della destra italiana.

Per questo motivo, al fine di riuscire a trovare un terreno comune sul quale poter costruire una vera e propria alleanza, la leader dell’estrema destra francese ha dovuto fare delle concessioni ideologiche. Ciò non vuol dire, però, interrompere di colpo le critiche, tutt’altro.

Basti pensare all’attacco diretto scagliato lo scorso giugno. Intervistata dall’emittente FranceInfo, Le Pen ha parlato della politica dell’Unione europea sul tema delle migrazioni. Sottolineando come si andrà incontro a una tragedia immane, se si continuerà a non porre un freno deciso, ha usato in realtà parole simili a quelle della Premier italiana, che ha poi attaccato: “Le ONG sono complici dei trafficanti”.

La leader di Rassemblement National ha criticato l’accordo stretto dall’Italia con l’Ue. Ritiene infatti che ricollocare i migranti sia nell’interesse dell’Italia e della Meloni stessa, al fine di ottenere i fondi necessari per far ripartire il Paese nella delicata fase post Covid: “Il nostro interesse è dire no. Non c’è alcuna questione che debba costringerci ad accettare i migranti”.

Lo scontro ideologico risale al 20 aprile, quando presso il Parlamento europeo si è votato per il patto su asilo e migrazione. Voto contrario al mandato negoziale da parte dell’estrema destra francese, mentre Lega e Fratelli d’Italia lo hanno sostenuto.

Alleanza Italia-Francia: Le Pen, Salvini e Meloni

La Lega di Matteo Salvini è alleata di Marine Le Pen e di Rassemblement National. Al fine di non generare divisioni profonde anche in Italia, ritrovandosi a scegliere una linea o l’altra, nel momento in cui le differenze diventeranno tremendamente inconciliabili, il segretario sta lavorando come ambasciatore.

Ad aprile Le Pen si era espressa ampiamente su Europa e Meloni, indicandola come favorevole alla Nato perché italiana: “Ci sono parti del suo progetto che non condivido – ha dichiarato in un’intervista a Repubblica – Politicamente mi sento vicina a Matteo Salvini. Sono una persona leale e non adatto i miei discorsi ai risultati elettorali”.

Stop alle armi concesse all’Ucraina, pur criticando l’operato della Russia e visione chiara sui migranti in Francia e nel resto d’Europa: “Voglio gli strumenti per una politica dissuasiva sull’immigrazione. Farei passare con un referendum una riforma costituzionale, che sottoponga l’assistenza sociale, non contributiva, a determinati criteri. Riserverei gli assegni familiari ai francesi e abolirei lo ius soli”.

E sull’Ucraina? Ecco il suo pensiero relativo ad alcuni mesi fa: “Se la Russia vincesse, sarebbe catastrofico. Tutti i Paesi con un conflitto territoriale penseranno di poterlo risolvere con le armi. Se l’Ucraina vincesse, vorrebbe dire che la Nato è entrata nel conflitto e quindi la terza guerra mondiale. Non mi sembra una prospettiva felice eppure forniamo ancora armi all’Ucraina”.

Ma poi ecco l’apertura, la mano tesa per riuscire a fare un passo avanti verso un’unione di destra europea, nonostante il recente crollo di Vox in Spagna. Il 10 luglio scorso, mano testa alla Premier italiana, per la gioia anche di Matteo Salvini.

“Ciò che ci divide in materia di politica estera è secondario rispetto a ciò che ci unisce”. Sarebbe quindi possibile, ha spiegato, un fronte comune presso il Parlamento europeo, che vedrebbe le due leader affiancate, nel rispetto delle particolarità dei rispettivi partiti, perché “cerchiamo alleati, non cloni”.