Hamas, pesanti accuse all’Italia. Cosa ha detto il leader dell’organizzazione

Basem Naim, capo del consiglio per le relazioni internazionali di Gaza, ha lanciato accuse pesanti all'Italia, affermando che il nostro paese sta commettendo un grave errore a sostenere Israele

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

“Purtroppo il governo italiano ha scelto di nuovo la destra, la parte destra della storia, è un errore gravissimo che trasforma l’Italia in una delle parti coinvolte nell’aggressione del nostro popolo”. È quanto ha detto uno dei leader di Hamas, Basem Naim, capo del consiglio per le relazioni internazionali di Gaza, intervistato da Agorà, su Rai3. “Israele oggi non agisce da solo, agisce per conto di Stati Uniti, Francia, Germania, Regno Unito, e purtroppo anche dell’Italia, che ha inviato alcune truppe nel Mediterraneo. Come possiamo affrontare tutto questo? Possiamo soltanto dire che la comunità internazionale ha oggi la stessa responsabilità degli israeliani per tutte le stragi commesse ogni giorno contro il nostro popolo”, ha aggiunto.

Le accuse di Basem Naim

Israele afferma che Hamas ha stabilito il suo quartier generale a Gaza sotto uno dei principali ospedali. Tuttavia, l’ex ministro della Salute del primo governo palestinese guidato da Ismail Haniyeh nel 2006 e successivamente del governo di Gaza, attuale capo delle relazioni internazionali di Hamas, respinge quest’accusa, affermando che affermare di aver stabilito un centro operativo in un ospedale è un tentativo fallito da parte di Israele per legittimare la propria aggressione. Inoltre, riguardo all’accusa che Hamas impedisce lo spostamento della popolazione da nord a sud, egli risponde che Hamas non ha la capacità di proteggere i civili e che la sua unica forma di difesa è l’attacco a Israele.

“Rifiuto l’idea che siamo stati noi a iniziare la guerra. Abbiamo il diritto di opporci all’occupazione israeliana, che dura da 75 anni”, afferma. Riguardo all’attacco del 7 ottobre in Israele, con oltre 1400 morti, Basem Naim dichiara: “Non condivido le modalità di quanto è successo il 7 ottobre. Nemmeno noi sappiamo esattamente cosa sia accaduto. Vogliamo una commissione internazionale per fare chiarezza. Israele ha attaccato il popolo palestinese immediatamente”.

A Gaza, sono detenuti oltre 230 ostaggi. “Siamo disposti a rilasciare gli ostaggi se viene dichiarato un cessate il fuoco”, afferma Basem Naim, aggiungendo che “la scorsa settimana il portavoce della Brigata Qassam ha dichiarato che 50 di loro sono intrappolati tra le macerie a causa degli attacchi israeliani. Non siamo certi delle loro condizioni”.

“Hamàs ha perso in parte il controllo della Striscia a causa dell’coinvolgimento in attività militari”, continua. Quando gli si chiede se Hamàs desideri la distruzione di Israele, Naim replica: “Vogliamo uno Stato palestinese indipendente con Gerusalemme come capitale, basato sui confini del ’67”.

La situazione a Gaza

Il conflitto contro Hamas, soprattutto se troppo prolungato, rischia di colpire duramente un Paese la cui crescita per il 2023 era prevista intorno al 3%. A oggi difficoltà si riscontrano in molti settori, anche a causa delle centinaia di migliaia di riservisti richiamati che hanno lasciato vuoti posti di lavoro specialmente nel settore tecnologico. Il blocco delle frontiere impedisce l’accesso a circa 140mila palestinesi che hanno un permesso di lavoro israeliano e molti stranieri sono stati rimpatriati

Il numero di morti nella Striscia di Gaza è salito a oltre 8500. L’Unicef ha lanciato un forte allarme, sottolineando che il vero costo di questa escalation si riflette nelle vite dei bambini, con oltre 3400 bambini uccisi o feriti a Gaza, e molti di loro saranno segnati per sempre. Inoltre, sono stati rapiti 240 ostaggi da parte di Hamas, e le trattative per la loro liberazione proseguono attraverso diverse iniziative, incluso il coinvolgimento del capo del Mossad, Barnea, che sta cercando la mediazione qatariota e ha incontrato alti funzionari di Doha nel corso del weekend.