Assad in fuga dalla Siria, che ne sarà del patrimonio stimato in 2 miliardi di dollari

Inchieste ipotizzano che all'origine delle fortune della famiglia Assad in Siria ci siano attività illecite, mentre è nota l'infiltrazione dei parenti stretti in tutti i settori chiave

Pubblicato: 8 Dicembre 2024 20:38

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

La ricchezza dell’ormai ex presidente della Siria Bashar al-Assad, e della sua famiglia, ammonterebbe a circa 2 miliardi di dollari.

La cifra, riportata in fonti open source e discussa nel National Defense Authorization Act 2022 del Congresso degli Stati Uniti, è solo una stima: una parte significativa del patrimonio del regime sarebbe occultata in conti offshore, proprietà immobiliari e società di comodo distribuite in paradisi fiscali.

Intanto numerose auto di lusso, tra cui Ferrari, Audi e Mercedes, sono state trovate nei garage presidenziali durante l’avanzata dei ribelli siriani. Mentre gli averi caduti in mano ai ribelli, per il dittatore in fuga, vanno considerati ormai perduti, la famiglia Assad può ancora contare sui beni nascosti nei paradisi fiscali.

Traffici illeciti dietro il regime di Assad

Secondo inchieste giornalistiche e accuse di organizzazioni governative o indipendenti, parte della favolosa ricchezza della famiglia Assad proverrebbe da una combinazione di clientelismo, traffici illeciti e controllo diretto dei settori strategici. Fra i media che più di recente hanno fatto il punto sulla vicenda, c’è un’inchiesta di The Newyorker intitolata “How Syria became the Middle East’s drug dealer” (Come la Siria è diventata lo spacciatore di droga del Medio Oriente). Ma ci sono anche le indagini del Dipartimento di Stato degli Usa, rese note a marzo 2024, che hanno individuato almeno 11 soggetti che hanno sostenuto il regime di Assad in Siria agevolando trasferimenti finanziari illeciti e traffico di drogha.

Inchieste hanno ipotizzato come la fortuna del regime sarebbe derivata anche da commercio di armi ed estorsioni camuffate tramite una rete di società fittizie che riciclano i proventi illeciti, permettendo al regime di aggirare le sanzioni internazionali.

E l’influenza economica dell’ormai caduto regime non si limitava alla Siria: la rete di Assad ha ramificazioni in Europa, nel Golfo e in altre regioni strategiche, rafforzando la capacità della famiglia di mantenere il controllo finanziario nonostante le crescenti pressioni internazionali.

Il ruolo dei familiari

All’interno di questo sistema, ogni membro della famiglia Assad giocherebbe un ruolo strategico:

Asma Assad, moglie del presidente in fuga, oltre ad avere un ruolo influente nella gestione delle telecomunicazioni e degli enti non-profit, ha assunto il controllo diretto di entità chiave come Syriatel (la più grande compagnia telefonica siriana) e la Al Bustan Charity, che secondo resoconti open source fungerebbe da canale per finanziare milizie private.

Maher Assad, fratello di Bashar, guida l’unità militare Quarta Divisione Corazzata. Le sanzioni Usa hanno colpito entrambi per aver fornito supporto al regime di Assad e per il coinvolgimento in violazioni dei diritti umani in Siria.

Settori strategici

Il controllo diretto dei settori chiave dell’economia siriana è un pilastro fondamentale del sistema finanziario di Assad. Il regime gestisce le telecomunicazioni, i mercati duty-free e la distribuzione dei sussidi alimentari attraverso aziende legate alla famiglia o a stretti alleati. Ad esempio, la Takamol Company, gestita da parenti di Asma Assad, supervisiona il programma di distribuzione di cibo, garantendo al regime una leva importante su una popolazione già impoverita dalla guerra.

Ma la rete del potere, e dei miliardi, si dipana poi fra i rivoli delle parentele che coinvolgono cugini e zii di Bashar al-Assad e che gestiscono società strategiche e dai ricchi fatturati. Bisognerà vedere cosa ne sarà dopo la fuga di Bashar al-Assad dalla Siria.

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